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Fondazioni, ok da Consiglio di Stato a riforma Tremonti, però…

Ne ha dato notizia lo stesso ministero dell'Economia, che esprime "vivo apprezzamento". Le prime indiscrezioni e reazioni

di Piergiorgio Greco

Il Ministero dell?Economia e delle Finanze informa di avere ricevuto oggi il parere formulato dal Consiglio di Stato in ordine alla disciplina delle Fondazioni bancarie. Il Ministero esprime vivo apprezzamento per tale parere di cui sottolinea i seguenti punti centrali: 1) La scelta fondamentale dello strumento della Società di Gestione del risparmio indipendente, come alternativa unica alla cessione sul mercato delle partecipazioni bancarie, viene confermata dalla previsione della cosiddetta ?gara europea? che assicura trasparenza ed efficienza di mercato. Ne deriva inoltre conferma da parte del Consiglio di Stato in ordine al carattere di ?organi di diritto pubblico? proprio delle Fondazioni. 2) Viene fortemente confermato il rapporto tra Fondazioni e territorio. 3) Nel parere del Consiglio di Stato assume crescente centralità la competenza ministeriale, da esercitare sugli statuti caso per caso. Il Ministero informa inoltre che il testo definitivo del Regolamento sarà licenziato al più presto possibile. Sin qui Tremonti. Le tirate d’orecchio del Consiglio di Stato Le Fondazioni bancarie sono un ”organo pubblico”: dopo un acceso dibattito circa la vera natura che le caratterizza, a pronunciare la parola definitiva e’ stato oggi il Consiglio di Stato. Sarebbe questo infatti – secondo quanto annunciato dal ministero dell’Economia – uno dei punti centrali sui quali si sofferma il via libera della magistratura amministrativa al regolamento attuativo della riforma Tremonti. E’ indubbio, poi, che le Fondazioni si debbano liberare definitivamente delle quote che ancora detengono nelle banche. E proprio dalla loro natura pubblica deriva – secondo il Consiglio di Stato – la necessita’ che la scelta da parte delle Fondazioni delle Societa’ di gestione del risparmio (Sgr) indipendente a cui affidare le proprie partecipazioni bancarie, come unica alternativa alla loro dismissione, sia condotta con ”gara europea”. Tramite, cioe’, una procedura che assicuri la trasparenza e l’efficienza del mercato. Sull’altro punto estremamente controverso, quello della soglia di partecipazione degli enti pubblici negli organi direttivi delle Fondazioni, fissata dal regolamento al 66%, il parere della magistratura amministrativa – secondo quanto si apprende – si spinge oltre. Sara’ infatti il ministero dell’ Economia a stabilire caso per caso, per ciascuno dei singoli statuti, quale sara’ il cosiddetto concetto di prevalenza. Preso atto del parere del Consiglio di Stato su questo particolare punto, all’interno dello stesso regolamento o di una direttiva successiva saranno comunque stabilite le linee guida generali per valutare il concetto di prevalenza. Da Via XX Settembre fanno sapere inoltre che la posizione espressa dai magistrati amministrativi e’ ”soddisfacente e che si tratta di un testo equilibrato nel quale trovano accoglimento le diverse istanze sollevate negli ultimi mesi”. Apprezzamento e’ stato espresso, inoltre, anche per il fatto che viene fortemente confermato il rapporto fra Fondazioni e territorio. Il Tesoro precisa infine che il testo definitivo del regolamento sara’ licenziato nel piu’ breve tempo possibile, e i tecnici di Via XX Settembre sono gia’ al lavoro. La reazione dell’Ulivo “Il ministro Tremonti esprime ‘vivo apprezzamento’ per il parere del Consiglio di Stato sullo schema di Regolamento relativo alla disciplina delle Fondazioni bancarie. Non avra’ dunque difficolta’ a rispettarlo puntualmente, espungendo dal regolamento tutte le disposizioni che il Consiglio di Stato, nel suo parere, ha giudicato illegittime. Sara’ pero’ un duro lavoro di riscrittura, perche’ gran parte delle disposizioni risultano, secondo il Consiglio di Stato, in tutto o in parte illegittime”. E’ quanto rilevano Franco Bassanini (DS) e Roberto Pinza (Margherita). “Temiamo tuttavia – aggiungono – che la dichiarazione di Tremonti nasca da una lettura superficiale del parere, o addirittura dall’intento propagandistico di accreditarne una interpretazione favorevole alle sue opinioni. Il Consiglio di Stato ribadisce infatti – rilevano Pinza e Bassanini – la natura privatistica delle Fondazioni, la cui autonomia statutaria e gestionale puo’ essere limitata solo dalla legge. Ribadisce inoltre che le Fondazioni sono espressione della societa’ civile, protette dal principio di sussidiarieta’ orizzontale consacrato nel nuovo titolo V della Costituzione”. Non solo: il Consiglio di stato censura per ben dodici volte l’impostazione statalistica del testo di Tremonti e afferma l’illegittimita’ delle disposizioni del Regolamento che impongono alle Fondazioni limiti e vincoli non espressamente previsti dalla legge. Insomma, concludono i due esponenti dell’Ulivo, “ce ne e’ abbastanza – concludono Bassanini e Pinza – per affermare che il Consiglio di Stato ha dato ragione a tutti coloro che, a destra, a sinistra e al centro, avevano criticato lo schema di Tremonti come un illegittimo tentativo di mettere le mani della politica e dei partiti sulle Fondazioni bancarie, espropriando patrimoni, risorse ed istituzioni espressioni della societa’ civile, delle comunita’ locali e del settore non-profit”. La reazione della Lega Il principio del ”caso per caso” non piace alla Lega Nord, che boccia l’orientamento espresso dal Consiglio di Stato nel parere sul regolamento del ministero dell’Economia in materia di fondazioni bancarie. Al Carroccio, in particolare, non piace l’idea che sia il Tesoro a definire ”caso per caso” in che modo si debba intendere il concetto di ”chiara prevalenza” degli enti locali nel vertice delle fondazioni. In un primo momento questo concetto, definito dal Parlamento nella scorsa finanziaria, e’ stato interpretato dal Tesoro in sede di regolamento di attuazione come una soglia di almeno il 75% del vertice delle fondazioni, riservato agli enti locali: un’interpretazione particolarmente gradita alla Lega Nord. Successivamente la soglia e’ stata abbassata al 66%. Adesso il parere del Consiglio di Stato suggerisce un margine di discrezionalita’ del ministero dell’Economia per la definizione della soglia secondo i casi. ”L’ultima versione che noi conosciamo e’ quella che parla di due terzi, cioe’ il 66%”, osserva Giancarlo Giorgetti, responsabile economico della Lega e presidente della commissione bilancio di Montecitorio. ”Mi sembra – aggiunge – che il principio del ‘caso per caso’ ponga un margine di discrezionalita’ eccessivo in capo al ministero dell’Economia”. ”Gia’ la soglia del 66% non rispondeva pienamente alle aspettative della Lega”, prosegue Giorgetti. ”Se adesso il Consiglio di Stato e’ andato verso un’interpretazione ancora piu’ riduttiva, allora vorrei far notare che ne’ il governo ne’ il Consiglio di Stato possono andare contro l’orientamento espresso dal Parlamento, il quale ha affermato il principio della ‘chiara prevalenza”’.


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