Non profit
Formazione di operatori per fermare le mutilazioni genitali femminili
Parte in Veneto un progetto formativo che coinvolge anche i mediatori culturali attivi con le comunità immigrate dal Nord Africa
di Redazione
È stato approvato dal Governo veneto, su proposta dell’Assessore regionale alle politiche sociali Stefano Valdegamberi, un programma di formazione per operatori sanitari e sociali e altre figure professionali che operano nel Veneto con Comunità Immigrate provenienti da Paesi dove si effettuano le pratiche di mutilazione genitale femminile (MGF).
Obiettivo della deliberazione è di realizzare attività di prevenzione, assistenza, riabilitazione delle donne e delle bambine già sottoposte a tali pratiche. “Il provvedimento – ricorda Valdegamberi – è previsto dalla legge n.7 del 2006 e dalle relative linee guida approvate dal decreto del Ministero delle politiche sociali. Il contributo ministeriale dal 2005 al 2008 e di 1.309.243 euro”.
Nel Veneto è già in atto la realizzazione di una ricerca finalizzata alla conoscenza del fenomeno delle mutilazioni genitali femminili nelle comunità africane presenti sul territorio regionale. Dai risultati emerge che il fenomeno ha maggior rilievo nelle comunità provenienti da Paesi dell’Africa dell’est e sub-sahariana come Burkina Faso, Costa d’Avorio, Egitto, Guinea, rispetto ad altre realtà.
“Da quanto ci dicono gli esperti della Regione – ha sottolineato l’Assessore alle politiche sociali – le comunità africane sono attente verso questa tematica, ma c’è bisogno che maturi un contesto culturale che favorisca l’abbandono di questa pratica. Si ravvisa inoltre la necessità – ha aggiunto l’assessore – che nel programma di formazione locale siano coinvolti il privato sociale e le figure dei mediatori culturali”.
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