Mondo
G20. World Vision: al centro siano i più vulnerabili
World Vision Italia chiede ai governi del G20 di mettere le popolazioni più vulnerabili al centro delle loro decisioni
di Redazione
Le popolazioni più vulnerabili siano al centro dell’agenda del G20. A chiederlo sono in questi giorni diverse organizzazioni non governative. L’ong World Vision Italia in un comunicato odierno chiede ai Governi del G20, in particolare a quello italiano, che il prossimo 2 aprile si incontreranno a Londra, di mettere le popolazioni più vulnerabili al centro delle loro decisioni.
«Le economie dei Paesi in via di sviluppo (Pvs), e i loro cittadini, risentiranno della riduzione dei consumi del mondo industrializzato e quindi delle esportazioni, del calo degli investimenti esteri diretti e del turismo» si legge nel comunicato. «Per la prima volta diminuiranno anche le rimesse degli immigrati, che per molte famiglie nei paesi del Sud costituiscono la principale fonte di reddito. Come affermato dal Ministro della Cooperazione allo Sviluppo inglese, Douglas Alexander, se qui la gente rischia di perdere il posto di lavoro, nei Pvs la gente rischia di perdere la vita. Per questo l’Aiuto Pubblico allo Sviluppo nei prossimi anni sarà ancora più necessario».
World Vision Italia chiede al G20 di predisporre misure ad hoc per proteggere i gruppi più vulnerabili, in primis i bambini e le loro madri che vivono nei paesi a basso reddito. Il passo più urgente da compiere secondo l’ong è investire nell’assistenza sanitaria preventiva e di base, «un modo per garantire il diritto alla salute ai bambini dei paesi poveri, ma anche un modo per uscire dalla crisi. E’ ormai assodato, ma ancora ignorato nella pratica, che cittadini più sani costituiscono un motore di crescita economica. Infine, questa crisi ci insegna che la povertà non è arginabile: gli effetti della miseria non si fermano alla frontiera, ma dilagano in un mondo sempre più interconnesso. La precarietà della vita che caratterizza i tanti Sud del mondo non può continuare a essere ignorata. Siamo di fronte a una crisi globale, ed è solo assumendo responsabilità globali che va affrontata».
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