Non profit

G8, ActionAid accusa: «Risposte inadeguate alle sfide globali»

L’organizzazione critica la poca incisività degli aiuti e la decisione di diluirli nel tempo. Ecco i dubbi di De Fraia

di Redazione

«Da questo Vertice non sono venute decisioni adeguate per la soluzione delle sfide globali dello sviluppo. Il Summit ha, nella migliore delle ipotesi, riarticolato le promesse assunte negli ultimi incontri internazionali. Nella peggiore delle ipotesi, invece, ha diluito la portata degli impegni per la lotta alla povertà, in particolare in termini di risorse». Questo il primo commento di Luca De Fraia, direttore della policy di ActionAid e osservatore al G8 di Toyako, sul documento Development and Africa e sulla Dichiarazione dei Leader sulla Sicurezza Alimentare Globale.

Africa
«Abbiamo evitato un disastro ma non possiamo dire che questo Vertice abbia rilanciato l’impegno internazionale per lo sviluppo del Continente africano», sottolinea De Fraia, spiegando ancora che «il documento proposto dal G8 non contiene alcun miglioramento significativo alla luce dei ritardi che già l’Ocse aveva più volte segnalato per il raggiungimento degli obiettivi posti a Gleneagles».

«La dichiarazione sull’avanzamento degli aiuti entro il 2010 di 50 miliardi all’anno» sottolineano da ActionAid «ancora una volta non contiene alcun meccanismo vincolante per i paesi membri del G8: è poco credibile che dal luglio 2008 al dicembre 2010 si possa colmare il gap che c’è tra lo stato attuale e gli impegni di Gleneagles».

Aids e sistemi sanitari
«L’obiettivo dell’Accesso Universale alle Cure entro il 2010 è ormai fuori portata», denuncia Luca De Fraia. «L’impegno allo stanziamento di 60 miliardi di dollari è stato confermato, ma verrà spalmato su cinque anni invece che su tre, e questo è un passo indietro fondamentale che non consentirà di garantire l’accesso alle terapie antiretrovirali agli oltre sette milioni di persone che attualmente rischiano di perdere la vita».

Il documento del G8, spiegano ancora daActionAid, resta poco chiaro sulla destinazione di questi 60 miliardi, che sarebbero a sostegno della “spesa sanitaria globale” e quindi non consente di definire con precisione su cosa saranno indirizzate le risorse e quanto di esse sarà dedicato alla lotta alle pandemie e quanto invece ai sistemi sanitari e alla spesa sanitaria più in generale.

Crisi alimentare
«Il G8 ha dimostrato di non essere in grado di prendere le decisioni opportune e indispensabili per affrontare in maniera decisa la crisi alimentare», afferma Luca De Fraia alla luce della dichiarazione del G8 sulla Sicurezza alimentare Globale. «Nonostante sia apprezzabile il riferimento alla necessità di rafforzare anche nell’emergenza l’agricoltura locale attraverso la promozione dell’acquisto su base regionale degli aiuti alimentari, il G8 avrebbe potuto fare molto di più e restano molte aree sulle quali il Vertice non ha saputo affrontare con efficacia la crisi».

«L’impegno da parte del G8 di 10 miliardi di dollari» spiega ancora De Fraia «è associato a interventi di breve, medio e lungo termine, ma lascia indefinito il reale periodo di esborso e soprattutto non c’è alcun sistema vincolante che garantisca che questi aiuti vengano poi effettivamente sborsati dai paesi membri”.

I dubbi
«Sebbene il riconoscimento delle potenzialità del sistema delle Nazioni Unite e la necessità di rilanciare e rafforzare il ruolo della FAO sia importante» sostengono i responsabili di ActionAid «ci sono molti elementi della dichiarazione dei G8 che lasciano perplessità»:

• Il riferimento alla creazione di un mercato mondiale dei prodotti alimentari non può prescindere dalla necessità di dare a tutti eguali possibilità di accesso al mercato globale, attraverso la rimozione di qualunque genere di sussidio all’agricoltura;
• La cancellazione dei sussidi è maggiormente necessaria proprio nel momento in cui il G8 richiede la rimozione “imperativa” di tutte le restrizioni alle esportazioni;
• Il riferimento ad un meccanismo “virtuale” di risposta coordinata al problema reale della crisi alimentare è inadeguato;
• Vi sono perplessità di fronte ad un possibile rilancio di tecnologie per il miglioramento della produzione poiché potrebbe esserci un’inopportuna apertura agli OGM, di cui non sono stati ancora valutati gli effetti sulla salute umana;
• Sulla questione dei biocarburanti la posizione del G8 non prende assolutamente in considerazione l’impatto che la loro produzione sta avendo sulla crisi alimentare;
• È necessario che il G8 faccia di più privilegiando il sostegno finanziario nella risposta alle crisi alimentari rispetto al sistema degli aiuti umanitari.

Nessuno ti regala niente, noi sì

Hai letto questo articolo liberamente, senza essere bloccato dopo le prime righe. Ti è piaciuto? L’hai trovato interessante e utile? Gli articoli online di VITA sono in larga parte accessibili gratuitamente. Ci teniamo sia così per sempre, perché l’informazione è un diritto di tutti. E possiamo farlo grazie al supporto di chi si abbona.