Cultura
G8, Wade (Senegal): opportunità per Africa
Il leader africano guarda con interesse al summit genovese: da quei paesi sviluppo e aiuto.
I paesi membri del G8 sono quelli che accolgono il maggior numero di immigrati senegalesi. Questi, ogni anno, inviano decine di milioni di dollari, provenienti soprattutto dall’Europa occidentale e dall’America del nord. Per questo qui il G8 è visto in modo positivo.
Il presidente Abdoulaye Wade è stato intervistato dalla stampa questa settimana su cosa il Senegal poteva aspettarsi dai membri del G8; come riporta l’agenzia di stampa cattolica Fides, il capo di Stato era reduce da una serie di visite in diversi paesi: Francia, Stati Uniti, Taiwan, Sud Africa e Zambia.
Il presidente ha detto che il Senegal fa parte del gruppo di stati africani scelti per rappresentare il continente a Genova. Andrà di persona a incontrare i dirigenti del G8, perché questi fanno parte della comunità dei possibili donatori, che hanno già aiutato il Senegal dopo l’indipendenza.
Wade ha anche dichiarato che il G8 può offrire diverse opportunità ai paesi africani, che devono superare la fase dell’aiuto allo sviluppo per puntare ad attirare investimenti privati provenienti dai paesi sviluppati. È questo, secondo il presidente senegalese, il modo per favorire la crescita economica e i posti di lavoro per gli africani. Del resto, la recente riunione dell’Organizzazione dell’Unità Africana (9-11 luglio a Lusaka in Zambia) ha lavorato su questa linea, decidendo di organizzare nel prossimo settembre un incontro dei capi di stato africani con il sostegno dei donatori privati internazionali, la maggior parte dei quali provengono dai paesi di G8.
Il Senegal è un paese molto indebitato, tanto da essere il primo stato africano costretto ad adottare i programmi di aggiustamento strutturale a partire dal 1981. Mamadou Soumaré, responsabile del debito al ministero dell’Economia e delle Finanze, ha dichiarato a Fides che il debito è di più di 2500 miliardi di franchi CFA, ovvero più di 3 miliardi USD. Più della metà di questa cifra dovrà essere rimborsata ai membri del G8, alle istituzioni finanziarie internazionali, in primo luogo la Banca Mondiale e il Fondo Monetario Internazionale. Soumaré stima, dunque, che sul piano economico, il Senegal si aspetta molto dai paesi del G8 al fine dell’annullamento del debito. Egli aggiunge che alcuni stati del Nord hanno chiesto al Senegal di convertire i debiti nei loro confronti in fondi per progetti di sviluppo riguardanti l’educazione, la sanità, la costruzione di scuole e ospedali. Si spera che altri paesi adotteranno la stessa politica, in modo da favorire lo sviluppo economico e sociale di questa part
dell’Africa.
Youssoupha Wade, presidente degli imprenditori senegalesi, dichiara che l’economia del Senegal ha bisogno di essere competitiva, ma che non potrà crescere se non verrà risolto il problema dell’indebitamento. Secondo lui i governi africani devono convincere i paesi più ricchi, e in particolare quelli del G8, ad accordare più attenzione agli stati africani. Egli pensa che il G8 deve alleggerire il debito dei paesi africani tramite l’annullamento, ma anche incoraggiando i governi locali a investire nel settore sociale. In questo modo i membri del G8 contribuiranno alla lotta alla povertà. Il reddito pro capite del Senegal non supera i 600 dollari per abitante, e Wade stima che il contributo del G8 potrebbe aiutare a
elevarlo.
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