?Troppa dipendenza dall?approvvigionamento estero,
depositi di stoccaggio e reti di trasporto in mano ai privati: un?anomalia tutta italiana!?, è il grido d’allarme di Landi.
Ancora una volta c?è voluta l?emergenza per rilevare la nostra dipendenza e la nostra vulnerabilità in politica energetica. Non solo. Nel caso del gas metano, infatti, dobbiamo anche rilevare che le reti di trasporto ed i depositi di stoccaggio sono in mano a privati (Eni), i quali com?è ovvio non hanno alcun interesse a mantenere alta l?offerta del gas per contenere i prezzi. Solo qualche anno fa si parlava di ?bolla? del gas metano per giustificare la mancanza di investimenti.
Che fare? Andare oltre l?emergenza per assumere decisioni e provvedimenti di lungo periodo. Come?
1. diversificando le fonti di approvvigionamento con l?accelerazione dei lavori per il potenziamento dell?attuale rete dal Nord Africa o con una seconda rete via Sardegna;
2. costruendo i degasificatori già previsti e programmati, che consentirebbero l?importazione di gas liquido tramite navi-cisterna;
3. trasferendo in mano pubblica le reti di trasporto e i depositi di stoccaggio (come già previsto per la rete elettrica). Questo a garanzia di un?offerta sempre adeguata e quindi di prezzi contenuti (il privato ha esattamente l?interesse opposto: non è casuale che in periodo di crisi energetica queste imprese abbiano bilanci d?oro!);
4. sviluppando la ricerca sulle energie alternative, in primis nel solare.
Per le tariffe del gas, essendo queste regolate dall?Autorità, per i prossimi tre mesi non c?è rischio d?aumento. Il problema si porrà per il dopo, qualora la crisi russo-ucraina non dovesse avere una soluzione rapida.
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