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GAZA. Appello congiunto di ebrei e mussulmani per la pace

Il Comitato rappresentativo del Congresso Imam e Rabbini per la pace invita al dialogo interreligioso e organizza un convoglio umanitario.

di Redazione

Un appello congiunto di pace redatto oggi 7 gennaio, in cui Imam e Rabbini esortano alla preghiera, alla fine delle ostilità israeliano-palestinesi e alla ripresa del dialogo; e un convoglio umanitario in partenza il 18 gennaio verso Gaza, per esprimere il sostegno incondizionato di ebrei e musulmani ai civili colpiti dal conflitto.
Due iniziative nate nel solco del dialogo interreligioso avviato col III Congresso mondiale Imam e Rabbini per la Pace (sottotitolato Israele – Palestina: la sacralità della pace), organizzato a dicembre 2008 a Parigi dalla Fondazione Hommes de Parole nell’ambito del programma Unesco, e culminato con l’istituzione di un Comitato rappresentativo incaricato di interagire coi rappresentanti politici per favorire la risoluzione del conflitto in Terra Santa.
«Richiediamo l’immediata cessazione dei lanci di missili sul sud di Israele e dei bombardamenti e combattimenti a Gaza, per proteggere la vita di migliaia di innocenti, per permettere alle vittime di accedere all’aiuto umanitario e stabilire le condizioni necessarie alla ripresa del processo di pace. Invitiamo tutti i responsabili palestinesi ed il governo di Israele a riprendere immediatamente il cammino del dialogo. Chiamiamo tutti coloro che vogliono agire, a partecipare in un modo o nell’altro all’organizzazione di un convoglio umanitario che partirà da Amman per andare a Gaza via Sderot, il 18 gennaio 2009». Molti rappresentanti del Congresso, Imam e Rabbini, accompagnati da Cristiani, si aggiungeranno al convoglio portando il sostegno congiunto spirituale e materiale di ebrei e musulmani alla popolazione duramente provata in questi giorni di combattimenti.
Tra i 14 referenti religiosi ebrei, cristiani e musulmani che fanno parte del Comitato, anche il vice presidente della Coreis (Comunità religiosa islamica) Italiana Yahya Pallavicini, che esprime il pieno sostegno alle due iniziative nella convinzione che «il dramma in Terra Santa non possa trovare una soluzione nelle strumentalizzazioni faziose della religione e della preghiera, né tramite i tentativi di fomentare contrapposizioni viscerali, ma soltanto attraverso una spiritualità vissuta, aperta al dialogo e fondata sulla sacralità della Pace, quella Vera Pace che nell’Islam è uno dei Nomi di Dio».

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