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Medio Oriente

Gaza, le ong: «Il Governo italiano ha il dovere di chiedere il rispetto del diritto internazionale umanitario»

Link 2007, network che raggruppa 16 tra le più importanti e storiche ong italiane, ha inviato una lettera al presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e al ministro degli Affari Esteri, Antonio Tajani, per chiedere con determinazione un cessate il fuoco prolungato che interrompa i bombardamenti indiscriminati. Le Ong di Link ricordano inoltre che il diritto internazionale umanitario pone anche durante la guerra dei limiti insuperabili, «a partire dal fondamentale principio della proporzionalità di ogni tipo di risposta armata»

di Redazione

Khan Yunis a Gaza

Il 12 dicembre 2023, Link 2007 ha inviato una lettera al Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e al Ministro degli Affari Esteri, Antonio Tajani, esprimendo profonda preoccupazione per la situazione umanitaria nella Striscia di Gaza e per chiedere con determinazione un cessate il fuoco prolungato che interrompa i bombardamenti indiscriminati. «Contiamo sulla vostra attenzione a questo nostro appello e sulla vostra pressione ai livelli bilaterale, europeo e multilaterale in favore del cessate il fuoco».

«Condanniamo inequivocabilmente le atrocità commesse il 7 ottobre scorso da parte di Hamas e Jihad islamico e il rapimento di cittadini israeliani e di altri Paesi, tenuti come ostaggi nella Striscia di Gaza. Gli attacchi hanno scioccato il mondo e contiamo che tutti gli ostaggi siano rilasciati senza condizioni», sottolinea Roberto Ridolfi, presidente di Link 2007.

La risposta del Governo israeliano, sebbene «comprensibile e inevitabile, ha assunto da subito – con l’assedio, i bombardamenti, le distruzioni, gli sfollamenti di massa, il disprezzo del diritto internazionale umanitario, i morti e i feriti – una dimensione tale da produrre una catastrofe umanitaria», evidenzia Ridolfi, manifestando l’apprensione delle Ong di Link.

Gaza ha un’estensione di 365 km quadrati, un quarto di quella del Comune di Roma. Dei 2,3 milioni di persone che abitualmente vivevano in condizioni simili ad un enorme campo profughi, circa 1,9 milioni sono state costrette a lasciare le proprie case. 

«A due mesi dalla escalation di violenza, sono più di 15.500 i morti, di cui 6.300 bambini e 4.200 donne. Almeno 40mila i feriti. Migliaia di persone, circa la metà bambini, risultano disperse e potrebbero essere sotto le macerie. Cibo, acqua, carburante e assistenza medica giungono con il contagocce», rimarca Ridolfi. «I medici, gli operatori sanitari e umanitari non possono più rispondere in modo adeguato alla quantità di bisogni della popolazione né lavorare in sicurezza. Le persone bevono perfino acqua di mare. Le acque reflue scorrono nelle strade. Il rischio di epidemie è fortissimo e potrebbe rivelarsi devastante per la popolazione già stremata da due mesi di guerra e da condizioni di severa deprivazione». 

Le Ong di Link ricordano inoltre che il diritto internazionale umanitario pone anche durante la guerra dei limiti insuperabili, «a partire dal fondamentale principio della proporzionalità di ogni tipo di risposta armata» e che la Quarta Convenzione di Ginevra definisce «un crimine di guerra prendere di mira i civili, negare loro cibo, acqua e protezione, colpire ospedali, scuole e strutture civili, da qualsiasi parte ciò sia perpetrato».  

Contando sull’attenzione e l’impegno del Governo italiano, Link «il cessate il fuoco è indispensabile. 15mila morti e 45mila feriti sono già un’assurda e inaccettabile esagerazione, che sta producendo nuovo odio e rancore». Le Ong di Link si rivolgono al Presidente Meloni e al Ministro Tajani perché accolgano questo appello, che si unisce alle altre centinaia di migliaia di petizioni ovunque nel mondo. «Serve subito, anche per organizzare una risposta umanitaria coordinata ed adeguata ai bisogni della popolazione civile, assicurare l’accesso agli aiuti umanitari e alle cure mediche, permettere la ripresa delle trattative per la liberazione di tutti gli ostaggi, dare respiro e protezione alla popolazione, bambini e donne in particolare».

Photo © Saher Alghorra/Avalon


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