G erry partecipa al Grande Fratello. Gerry lavora all’aeroporto di Fiumicino e si occupa del servizio di assistenza al volo delle persone con disabilità. Gerry ha 31 anni. Gerry vuole vincere e portarsi a casa il premio di 300mila euro. Gerry fa benissimo. Un’occasione così nella vita non si butta via, specie di questi tempi. Gerry ha anche una sua caratteristica evidente: è cieco. È stato scelto per questo motivo, non per altro. Dunque Gerry rappresenterà la categoria dei ciechi. Sarà l’esempio concreto di come vive, come si muove, come mangia, come si lava, come dorme, come parla, come ragiona, come scherza, come si arrabbia, come flirta, come tocca, come si comporta un “cieco”. Milioni di italiani, soprattutto giovani, lo osserveranno per ore, e si faranno un’idea, che tenderanno a generalizzare. Perché gli altri concorrenti sono solo degli individui, con ambizioni, caratteristiche fisiche, tic, passioni, ma comunque “normali”. Lui no, potrebbe essere simpatico, estroverso, o ipocrita e bugiardo, intelligente o mediocre, ma tutto questo verrà “dopo”. Perché Gerry nella casa del Grande fratello sarà soprattutto un cieco. Non esprimo giudizi. In teoria questa scelta è inclusiva. Poteva essere una persona in sedia a rotelle, o con una stampella, una donna con disabilità o un uomo. È stato scelto un cieco perché si voleva introdurre nel grande spettacolo anche la diversità di un handicap, senza spendere troppo per eliminare barriere architettoniche. Endemol e Mediaset si assumono una grande responsabilità. Le premesse non sono certo le migliori, il suo ingresso è stato rinviato di una settimana, non si capisce se per ragioni di audience o semplicemente perché la casa ha ancora troppe barriere. Spero che Gerry sia un bravo ragazzo. E se deve vincere non sia perché cieco.
Ho molti dubbi: la vita vera è diversa. Gerry non sarà mai un eroe e neppure la bandiera di una categoria di persone. Spero che non “faccia” il cieco, ma sia solo se stesso.
Franco Bomprezzi
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