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Giovedì Santo: il Papa per la Somalia

Le offerte della messa in San Giovanni in Laterano vanno al disponsario Caritas di Baidoa. Gesto significativo in un momento drammatico: intervista a Giorgio Bertin, presidente di Caritas Somalia

di Padre Giulio Albanese

Un gesto di fraterna attenzione alle sofferenze del popolo somalo. Un alto riconoscimento al lavoro nascosto, ma prezioso e fruttuoso, che in una terra martoriata dalla guerra civile sta conducendo un organismo della chiesa locale, guidato, da un paio d?anni, da un operatore pastorale e umanitario ambrosiano. Papa Benedetto XVI ha deciso di destinare al dispensario medico aperto da Caritas Somalia a Baidoa la colletta della messa in Coena Domini, che celebreraÌ domani, GiovediÌ Santo, nella cattedrale romana di San Giovanni in Laterano. Caritas Somalia eÌ diretta da Davide Bernocchi, proveniente dalla provincia e dalla diocesi di Milano, in passato operatore di una cooperativa promossa da Caritas Ambrosiana. Il dispensario medico di Baidoa eÌ una delle prime realizzazioni della nuova stagione di attivitaÌ di Caritas Somalia, eÌ stato progettato e oggi opera sotto la guida di Bernocchi: offre visite mediche e medicinali gratuiti a 120 pazienti al giorno e dal momento della sua apertura (fine maggio 2006) ha giaÌ prestato assistenza a 25 mila persone. Caritas Ambrosiana (insieme a Caritas Italiana, che nel 2005 ha contribuito con altre Caritas nazionali alla ripresa delle attivitaÌ di Caritas Somalia) esprime profonda gratitudine al Sommo Pontefice per la scelta di ricordare, in occasione di una delle celebrazioni piuÌ importanti dell?anno liturgico, la sofferenza delle popolazioni somale, l?impegno di quanti si prodigano in loro favore e il sacrificio di coloro che hanno donato la vita per la pace e la giustizia in Somalia. Sul prossimo numero, nelle edicole da domani, Vita ha raccolto la voce di Giorgio Bertin, presidente di Caritas Somalia. Ecco qualche passaggio del dialogo. Vita: Caritas Somalia solo di recente ha cominciato a parlare delle sue attività. È ancora difficile per la chiesa cattolica manifestare la propria presenza in questo Paese? Giorgio Bertin: Caritas Somalia ha ricominciato a esistere, con un nuovo direttore, due anni fa, quando la conferenza di pace che ha creato il governo di transizione sembrava aver inaugurato un nuovo percorso dopo quasi quindici anni di anarchia. A Baidoa Caritas Somalia ha creato un dispensario medico in risposta all?appello delle nuove istituzioni somale. Abbiamo operato anche nella zona di Merka e di Kisimajo, per la creazione di scuole elementari e per la ricostruzione post-tsunami, ma indirettamente, sostenendo altre associazioni, come Water for life a Merka. Vita: La conferenza di pace per la Somalia dovrebbe tenersi a Mogadiscio il 26 maggio. Lo ritiene fattibile? Bertin: Bisognerà vedere se ci sarà davvero una tregua e se terrà. Sono scettico sulla scelta di Mogadiscio, ci sono troppi gruppi affiliati ai clan che si oppongono al governo di transizione, che si ammantano a volte di un?ideologia religiosa, ma che di fatto non vogliono la rinascita dello Stato perché questo potrebbe significare la fine dei loro interessi e delle loro vessazioni. Di certo un?altra conferenza di riconciliazione fuori dalla Somalia non servirebbe. Ma si potrebbe scegliere Baidoa. Vita: Di fatto la presenza delle truppe etiopiche, venute in soccorso del governo di transizione somalo per scacciare le corti islamiche, è vissuta come un?occupazione… Bertin: Di certo è una presenza che fa buon gioco a tutti coloro che si oppongono al governo di transizione. Dovrebbero essere rimpiazzate da quelle dell?Unione africana. Ma è un?operazione faticosa, resa ancora più difficile dai clan che hanno organizzato i combattimenti a Mogadiscio nelle ultime settimane. [..] L’articolo completo con VITA Magazine in edicola da domani e online per i soli abbonati!

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