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Giuseppe Valditara, il ministro del demerito

L'istituto comprensivo Iqbal Masih di Pioltello resterà chiuso il 10 aprile in occasione della festa per la fine del Ramadan. Lo ha deciso il Consiglio di istituto con voto unanime, rispedendo al mittente la richiesta di annullare la delibera risalente a 15 mesi fa. L'apprezzamento di Mattarella ai docenti e alla comunità scolastica

di Riccardo Bonacina

Foto Roberto Monaldo / LaPresse 07-02-2024 Roma Politica Camera dei deputati - Question time
Nella foto Giuseppe Valditara, Matteo Salvini

L’istituto comprensivo Iqbal Masih di Pioltello (Milano) resterà chiuso il 10 aprile in occasione della festa per la fine del Ramadan. Lo ha deciso il Consiglio di istituto con voto unanime, dopo aver revisionato la delibera per la sospensione delle lezioni, dichiarata irregolare dall’ufficio scolastico regionale. La modifica ha riguardato la sottolineatura della sola motivazione didattica alla base della decisione, legata alle numerose assenze prevedibili definita lacunosa nella prima stesura dal ministro Giuseppe Valditara.

Si chiude così una vicenda grottesca che aveva spinto il vicepresidente del Consiglio e leader della Lega Matteo Salvini, ha paventare una “islamizzazione” del Paese! Una polemica assurda verso un Consiglio di Istituto e una comunità scolastica che si era espressa forte e chiara sulle motivazioni della chiusura il 10 aprile. Una comunità inascoltata.

In un sol colpo, il già molte volte discusso ministro dell’Istruzione e del merito, Giuseppe Valditara in questa vicenda ha colpito ciò che resta dell’autonomia scolastica e della libertà religiosa. Va da sé che questo non sia un merito. Val la pena ripercorrere le tappe di questa grottesca vicenda.

Alla scuola «Iqbal Masih» di Pioltello, 40 mila abitanti a Est di Milano, l’organo di rappresentanza di genitori, alunni, insegnanti e personale Ata, già nel maggio scorso, decise di anticipare di un giorno l’inizio dell’anno scolastico e distribuire in maniera diversa i giorni di chiusura previsti dal calendario per permettere agli alunni musulmani di rispettare le proprie tradizioni senza perdere le lezioni, e nello stesso tempo, per creare un’occasione in più di incontro e di condivisione tra tutti prevedendo la chiusura della scuola il 10 aprile prossimo, ultimo giorno del Ramadan e quindi festività di Eid-El-Fitr, una ricorrenza molto sentita dalle famiglie musulmane che rappresentano oltre il 43% dell’utenza dell’istituto. 

Dopo 15 mesi da quella decisione legittima, è arrivata la richiesta di valutare l’annullamento della delibera che istituisce la giornata di chiusura della scuola il 10 aprile è stata inviata da Luciana Volta, direttore dell’Ufficio Scolastico Regionale (Usr) della Lombardia, al preside dell’Istituto comprensivoL’invito arriva a seguito dell’ispezione disposta dall’Usr su invito del ministro e tenutasi lunedì scorso. «Sulla base delle risultanze dell’accertamento ispettivo, sono state evidenziate talune irregolarità della delibera assunta dal consiglio d’istituto. Il direttore generale dello stesso ufficio ha pertanto invitato il dirigente scolasticonella sua qualità di garante della legittimità dell’azione amministrativa della scuola, a valutare la disapplicazione della delibera e la possibilità dell’annullamento in autotutela da parte dello stesso consiglio d’istituto, al fine di assicurare il rispetto delle disposizioni in materia» recita una nota del Ministero dell’Istruzione e del Merito. 

Un’ingiunzione che non solo non ha tenuto in conto della volontà dell’intero istituto, ma fa spallucce a prese di posizioni autorevoli come quelle della chiesa di Milano, che attraverso il suo arcivescovo ha sottolineato come quello della scuola di Pioltello sia «Un legittimo provvedimento della scuola». Una posizione espressa anche da Roberto Pagani, dal 2013 responsabile del Servizio ecumenismo e dialogo interreligioso della Diocesi di Milano, «Siamo a favore di questo gesto. Se non prendiamo la strada della conoscenza reciproca e del rispetto, gli integralisti diventiamo noi».

Insieme alla chiesa di Milano anche la Cei attraverso il suo segretario generale, monsignor Giuseppe Baturi, ha sottolineato che “il rispetto del fatto religioso è positivo”. Questo rispetto, ha aggiunto, è tipico del modello italiano perché “la laicità italiana non sopprime l’identità religiosa ma la promuove. Certamente rispettiamo la libertà religiosa, quella stessa che chiediamo per i cristiani in ogni parte del mondo”.

Chiara Saraceno ha chiosato su La Stampa: «Altro che chiedere un’ispezione all’Ufficio scolastico regionale. Il ministro Valditara avrebbe dovuto congratularsi con il preside e il consiglio scolastico della scuola di Pioltello che hanno deciso di utilizzare quel poco di flessibilità di calendario concesso alle singole scuole per dichiarare vacanza il giorno in cui si conclude il Ramadan, che per i musulmani è una festività importante. Senza modificare il calendario deciso a livello nazionale, regionale e comunale, rimanendo nello stretto perimetro dei poteri che loro competono, hanno dato prova di quella attenzione per il contesto in cui opera la scuola, per le caratteristiche della sua popolazione scolastica, che sono una precondizione essenziale del processo educativo. Non hanno stabilito una nuova festività religiosa e neppure fatto perdere un giorno di scuola, stante che in previsione di questa sospensione hanno anticipato di un giorno l’inizio delle lezioni. Semplicemente hanno fatto in modo che quel 43 per cento di ragazzi che frequentano la scuola e sono musulmani possano celebrare la loro festa importante senza dover saltare un giorno di scuola, mostrando rispetto e dando riconoscimento a questa dimensione della loro identità e del loro stare al mondo. Che cosa c’è di più educativo, non solo nei confronti degli studenti e studentesse musulmane, ma anche dei loro compagni?»

Una vicenda da cui ora ministro Giuseppe Valditara esce malissimo perchè l’Istituto Iqpal Masih ha rispedito al mittente la richiesta di annullare le decisioni già prese. Il nuovo pronunciamento del Consiglio di Istituto votato ancora una volta all’unanimità è stata accolta dal Ministro con questo grottesco comunicato: “Apprendiamo che il consiglio di istituto della scuola Iqbal Masih ha provveduto a motivare il precedente provvedimento, accogliendo così l’invito dell’ufficio scolastico regionale. Nella nuova delibera si fa riferimento esclusivamente a supposte esigenze didattiche, senza introdurre valutazioni ulteriori”.

Esigenze che del resto erano state dette, spiegate e rispiegate. Ma il ministro del de-merito non le ha ascoltate o non le ha capite.

Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha intanto espresso vicinanza alla comunità dell’Iqbal Masih. Il presidente ha risposto con una lettera a Maria Rendani, la vicepreside nominata Cavaliere due anni fa per l’impegno durante il Covid che lo aveva invitato a visitare l’istituto milanese. Rispondendo alla lettera il presidente scrive: «Ho ricevuto e letto con attenzione la sua lettera e, nel ringraziarla», sottolinea il capo dello Stato, «desidero dirle che l’ho molto apprezzata, così come – al di là del singolo episodio, in realtà di modesto rilievo – apprezzo il lavoro che il corpo docente e gli organi di istituto svolgono nell’adempimento di un compito prezioso e particolarmente impegnativo». 

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Foto Roberto Monaldo / LaPresse


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