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Media, Arte, Cultura

Gli appennini con il batticuore

Viaggiare è certamente una delle attività umane più capaci di produrre conoscenza. Molti affermano che ai nostri giorni il viaggio è diventato qualcosa di troppo facile...

di Andrea Leone

Viaggiare è certamente una delle attività umane più capaci di produrre conoscenza. Molti affermano che ai nostri giorni il viaggio è diventato qualcosa di troppo facile, troppo scontato. Il mondo sembra essere stato esplorato in ogni suo anfratto e millimetro e sembra non ci sia più nulla da conoscere, nulla che possa ancora sorprendere. Tutto è stato scoperto, tutto è stato già visto e l?avventura e l?esplorazione del mondo sono diventate routine: basta rivolgersi all?agenzia turistica sotto casa.

Naturalmente, e per fortuna, le cose non stanno così. Come sempre il vero segreto del viaggio risiede nello sguardo, nel modo di vedere le cose. Paolo Rumiz, tra i più noti giornalisti e viaggiatori italiani, dedica il suo ultimo libro non ad un viaggio dall?altra parte del mondo ma ad un percorso tutto italiano: eppure si tratta ugualmente di un tragitto misterioso.

La leggenda dei monti naviganti è infatti la cronaca di un viaggio compiuto dalle Alpi agli Appennini: ottomila chilometri da un capo all?altro del nostro Paese attraversando paesaggi e volti, storie, natura e cultura, incontrando sul proprio cammino personaggi come Walter Bonatti o Mario Rigoni Stern.

Si tratta dell?Italia dei nostri giorni, che Rumiz percorre in bicicletta, o a bordo di una mitica Topolino. Ma è insieme un mondo che sembra provenire da epoche remotissime. Santuari con divinità preromane, valli dove non esiste ancora l?elettricità, tutta una parte dell?Italia che pochi avevano raccontato. Due mondi diversi, le Alpi e gli Appennini, tanto che il libro (corredato tra l?altro da bellissime fotografie) risulta diviso in due parti. Le Alpi sono transitate da grandi strade e rappresentano la porta per l?Europa, mentre gli Appennini sono selvaggi, disabitati, ed esprimono qualcosa di arcaico, le radici forse più autentiche della popolazione italiana.

Lo sguardo di Rumiz è quello del giornalista puro, dell?autore di resoconti esatti, ma allo stesso tempo la sua è anche la visione del cantore epico. Rumiz incontra persone reali e attraversa luoghi veri, ma scorge in essi una carica leggendaria.

La potenza della realtà e la suggestione dell?epos vanno di pari passo in questi luoghi dove la televisione parla di un mondo che sembra lontanissimo, lontano anni luce. Un libro quindi che può essere una guida utile per un viaggio realmente originale; ma la stessa lettura alla fine ha l?effetto di un viaggio appassionante.

Paolo Rumiz
La leggenda dei monti naviganti
Feltrinelli, pp. 339, euro 18


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