Non profit

Gli italiani donano più del Governo

Secondo le stime elaborate da Oxfam International e Ucodep su dati Eurisko e Vita Consulting

di Redazione

 La Finanziaria 2010 (legge 49/07) assegna alla cooperazione allo sviluppo solo 326 milioni di euro. Questa cifra è ormai eguagliata o addirittura superata da quanto gli italiani donano spontaneamente ogni anno per la lotta contro la povertà nel mondo. Secondo le stime elaborate da Oxfam International e Ucodep su dati Eurisko e Vita Consulting[1], già dal 2007 i privati donano circa 330 milioni di euro l’anno per finanziare le principali voci della lotta alla povertà: aiuti umanitari, cooperazione internazionale, tutela dei minori, promozione dei diritti umani.

«Sorge il dubbio che il Governo Italiano voglia lasciare alla buona volontà dei privati cittadini il compito di rappresentare l’Italia nella lotta contro la povertà nel mondo», dichiara Elisa Bacciotti, portavoce di Oxfam International e Ucodep. «La generosità è sicuramente un tratto distintivo degli italiani e questi dati lo dimostrano: ma proprio per questo occorre che, accanto alla solidarietà dei cittadini, il pubblico faccia la sua parte. E’ necessario un piano di riallineamento che consenta all’Italia di rispettare gli impegni in materia di aiuto pubblico allo sviluppo presi in sede europea e internazionale – un piano di cui non c’è traccia nel testo della legge», conclude Bacciotti.
 
Riducendo gli aiuti di circa 500 milioni di euro per il secondo anno di fila, l’Italia si allontana ancor di più dall’obiettivo stabilito in sede europea e ONU di assicurare lo 0,7% del PIL all’aiuto pubblico allo sviluppo (APS) entro il 2015 e lo 0,51% entro il 2010.  Obiettivo riconfermato al G8 de L’Aquila.

«Con quest’ultimo taglio ai fondi per la cooperazione, il governo riesce a colpire sia quanti sono impegnati in prima linea nella lotta contro la povertà, sia la sua stessa credibilità”, avverte Francesco Petrelli, presidente di Ucodep. “Solo il Parlamento ha ora il potere di cambiare rotta e modificare il testo della finanziaria approvato dal Consiglio dei Ministri. Ciò si tradurrebbe in un aiuto concreto per le popolazioni in difficoltà, ma sarebbe anche un segnale forte per la grande maggioranza degli italiani, che sostiene la cooperazione internazionale a parole e nei fatti anche in tempi di crisi”.

Italiani generosi in prima persona, ma anche chiari nel chiedere allo Stato di non mischiare le carte e di provvedere tramite risorse pubbliche al rispetto degli impegni. In un sondaggio condotto di recente dall’istituto di marketing YouGov per Ucodep ed Oxfam, il 72% degli italiani chiede al governo di rispettare l’impegno di destinare lo 0,7% del PIL all’aiuto pubblico allo sviluppo, mentre l’85% si è espresso contro il taglio degli aiuti a favore di altre priorità di spesa.
 
Secondo Oxfam e Ucodep, le risorse si potrebbero reperire senza sforzi eccessivi. Rispettare gli impegni presi e fare la propria parte nel garantire a tutti cibo, acqua potabile, salute e istruzione costerebbe alle casse dello stato meno di un cioccolatino al giorno per ogni italiano. I dati sulla generosità dei privati cittadini, alla quale si aggiunge quella dei privati e degli enti locali, rivelano che la società sta già facendo la propria parte. “Ci aspettiamo che anche il governo faccia la sua parte per la responsabilità morale e politica che gli compete, senza ricorrere a giochi contabili che non salveranno la vita dei più poveri. I contributi del settore privato sono utili, ma l’aiuto allo sviluppo può e deve rimanere pubblico”, conclude Petrelli.
 
 
[1] Elaborazione dati a cura dell’Ufficio Campagne di Ucodep e Oxfam International a partire da: Eurisko, “Sostenitori fedeli e donatori occasionali, lo scenario e le opportunità per le ONP italiane”, 11 novembre 2007; Vita Consulting, “Monitor delle donazioni 2007”, maggio 2007.

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