Mondo
Gli italiani vogliono più cooperazione internazionale
Secondo la ricerca promossa da Fratelli dell'Uomo il 75% degl italiani vorrebbero che il governo investisse di più in cooperazione internazionale
di Redazione

La cooperazione internazionale? «Andrebbe incoraggiata di più dai governi del Nord del mondo». Hanno risposto così il 75% degli italiani interpellati da una ricerca realizzata dalla società CRA Research per conto dell’ong Fratelli dell’Uomo, che nel 2009 compie 40 anni.
La ricerca, condotta su un campione di 2070 persone over 18, ha indagato la percezione degli italiani nei confronti della cooperazione internazionale, la loro disponibilità a compiere azioni di solidarietà e le loro opinioni sulle cause della povertà e lo sviluppo dei paesi più poveri in relazione al fenomeno dell’immigrazione.
L’affermazione secondo la quale i governi del Nord del mondo dovrebbero incoraggiare di più la cooperazione internationale è la più condivisa: il 75% degli intervistati si dice d’accordo, con un accentuazione tra i laureati.
La capacità di promuovere lo sviluppo dei paesi del Sud raccoglie un livello di consenso del 66% e all’incirca lo stesso valore è raggiunto anche da chi sostiene che la cooperazione internazionale «E’ una buona strategia per ridurre l’immigrazione».
«Non mi ispira particolare fiducia» raccoglie un accordo di poco inferiore al 50%, espresso soprattutto da chi ha un basso titolo di studio e un’età avanzata. Un profilo analogo è quello che connota la maggioranza di coloro che condividono l’idea che la cooperazione, in questo periodo di crisi, sia uno spreco di soldi (il 34%).
Agli intervistati sono stati sottoposti una serie di comportamenti praticati dalle persone per sostenere la cooperazione: i più citati sono stati “l’acquisto di prodotti del commercio equo e solidale” (34%), “Adozione a distanza” (34%), “Volontariato” (33%). “Boicottare i marchi che sfruttano i paesi del Sud” (27%) supera per adesioni la scelta di “Donare soldi in parrocchia” (25%) e alle associazioni di cooperazione internazionali (23%)”: uno scarto modesto ma significativo, poiché denota l’attenzione rivolta dai cittadini alla responsabilità sociale delle grandi aziende. La “Revisione del proprio stile di consumo” e “L’appoggio ad associazioni del Sud del mondo” sono intorno al 20% di scelte.
L’opinione nei confronti delle cause della povertà dei paesi poveri vede il 55% indicare l’attuale modello di sviluppo come causa principale. Una risposta che quasi certamente è influenzata dalla crisi economico finanziaria che investe le nostre economie.
Favorire lo sviluppo del paese da cui partono gli immigrati è, tra le tre modalità proposte per affrontare l’immigrazione, quella con il maggior numero di risposte 64%; soprattutto da parte di laureati, diplomati e 45-54 anni. Il 23% ha indicato la limitazione degli ingressi agli stranieri (con un’accentuazione tra i pensionati). Il 13% ha indicato che va favorito il dialogo a partire dal mondo della scuola.
L’indagine ha evidenziato come il titolo di studio sia la variabile socio-demografica che maggiormente discrimina atteggiamenti e comportamenti sia nei confronti della cooperazione sia della immigrazione. Un atteggiamento più chiuso e diffidente è evidenziato da coloro che hanno un titolo di studio inferiore e un’età avanzata. Per quanto riguarda l’età si nota come siano i più giovani a essere attenti a questa tematica insieme a chi appartiene alla fascia di età 45-54 anni.
«A distanza di 40 anni l’associazione ha voluto confrontarsi con l’opinione degli italiani» si legge in un comunicato di Fratelli dell’Uomo «per non abbandonare la riflessione sui temi che la vedono impegnata e per poter rilanciare i propri progetti di cooperazione, tenendo conto dei contesti in cui opera».
L’ong rimarca che il fatto che il 75% si è detta d’accordo sul fatto che i governi dovrebbero fare di più «è un dato che fa riflettere su come si colloca la percezione e la volontà della gente a fronte di un effettivo impegno del nostro governo che destina alla cooperazione solo lo 0,31% del PIL».
La ricerca proseguirà nel mese di maggio con la diffusione di analoghi questionari, rivolti direttamente ai cittadini e disponibili in alcuni luoghi dei comuni di Milano, Pisa e Padova.
Chi è Fratelli dell’Uomo
Il 29 aprile 1969, nasceva Fratelli dell’Uomo, costola italiana di una ong francese – Frères des Hommes – tra le prime a dedicarsi alla cooperazione internazionale senza influenze confessionali o partitiche.
Il prossimo appuntamento per le celebrazioni del 40ennale di Fratelli dell’Uomo sarà al Festival di Villa Arconati, a Milano, il 25 giugno, con il concerto di Rokia Traoré, i cui proventi saranno destinati a un’iniziativa dell’Associazione in Senegal.
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