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Greenpeace: bene Asdomar e Mareblu

Nel presentare la classifica "Rompiscatole" l'organizzazione lancia la campagna "tonnointrappola"

di Redazione

A due anni dalla prima edizione della classifica “Rompiscatole” di Greenpeace sulla sostenibilità del tonno in scatola finalmente alcune aziende italiane prendono impegni precisi sulla sostenibilità anche se nessuna raggiunge ancora la fascia verde. Asdomar rimane in cima alla classifica (qui l’ultima edizione) seguito da Mareblu mentre Rio Mare resta indietro perché non adotta gli stessi standard. Agli ultimi posti per Greenpeace Nostromo, MareAperto Star, Conad e Maruzzella. 

Bene Asdomar che – segnala in una nota Greenpeace – migliora gli impegni e li mette in pratica, offrendo in una parte dei propri prodotti il più sostenibile tonnetto striato pescato con canna e fornendo tutte le informazioni in etichetta. Ma per entrare in fascia verde deve adottare gli stessi criteri in tutta la produzione. Lo segue Mareblu, per la decisione annunciata una settimana fa di utilizzare solo metodi di pesca sostenibili per il 100% dei propri prodotti entro il 2016.

Rio Mare, il tonno più venduto in Italia, rimane indietro: non offre alcun prodotto sostenibile e si impegna solo a metà. Per convincere il leader in Italia del tonno in scatola a divenire sostenibile al 100% Greenpeace lancia oggi una petizione su www.tonnointrappola.it    

Tra i risultati più significativi registrati da Greenpeace l’impegno di molte aziende verso una maggiore trasparenza. Entro la fine del 2012, infatti, al posto della semplice scritta “Ingredienti: tonno”, ben dieci aziende delle quattordici in classifica riporteranno in etichetta nome della specie e area di pesca, e di queste, tre inseriranno anche il metodo di pesca.

«La campagna “Tonno in trappola” dimostra che quando sono i consumatori a chiederlo, il mercato si muove. – afferma Giorgia Monti, responsabile della campagna Mare di Greenpeace – Dopo aver denunciato la mancanza di trasparenza del settore, lo scorso novembre, migliaia di persone hanno chiesto più informazioni in etichetta, e le aziende si sono decise a farlo. Adesso sempre più marchi devono garantire ai consumatori metodi di pesca sostenibili».

La grande distribuzione, che sul mercato inglese è stata la prima a offrire prodotti sostenibili, in Italia fa pochi passi avanti. Grandi supermercati come Auchan, Carrefour e Conad non hanno ancora adottato precisi criteri di sostenibilità nella scelta del tonno e le loro scatolette sono tra le meno trasparenti.

«Le decisioni delle aziende possono davvero trasformare il mercato. È necessario impegnarsi a vendere solo tonno pescato in modo sostenibile, favorire il recupero degli stock evitando quelli  a rischio e incentivare una migliore gestione della pesca. Alcuni marchi hanno dimostrato che cambiare è possibile. Cosa aspetta Rio Mare e gli altri grandi attori del mercato italiano?», conclude Monti.

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