Sostenibilità
Greenpeace: blitz a Savona contro petroliera
Un team di Greenpeace e' intervenuto questa mattina a Vado Ligure (Savona) per impedire le operazioni di scarico del greggio dalla petroliera Clare Spirit
di Redazione
Un team di Greenpeace e’ intervenuto questa mattina a Vado Ligure (Savona) per impedire le operazioni di scarico del greggio dalla petroliera
Clare Spirit giunta nel porto ligure per rifornire i depositi del gigante petrolifero Esso. Quattro attivisti si sono incatenati alla fiancata della nave mentre questa si stava apprestando a scaricare il greggio nel terminal galleggiante che si trova a circa 500 metri dal porto, interrompendo le operazioni.
L’azione di Greenpeace precede di tre giorni sia il G8 che la ripresa
dei negoziati sui cambiamenti climatici a Bonn. “Nel corso di questi incontri si decidera’ il destino del Protocollo di Kyoto, messo a repentaglio dal presidente Bush e dall’industria petrolifera americana”.
Greenpeace accusa la Esso di essere tra i maggiori oppositori del
Protocollo di Kyoto (1), l’accordo internazionale che prevede il taglio delle emissioni dei gas serra.
Secondo Greenpeace, la Esso non solo non investe nella ricerca e nello sviluppo di energie rinnovabili pulite, ma nega il fenomeno dei
cambiamenti climatici su cui c’e’ convergenza da parte della maggioranza della comunita’ scientifica internazionale. Inoltre la Esso agitando l’ormai consunta bandiera dell’ “ambiente contro lavoro” sostiene che l’attuazione del protocollo di Kyoto si tradurrebbe in una perdita di oltre 40.000 posti di lavoro ed in un aumento generalizzato dei prezzi al dettaglio che finirebbe con l’essere pagato dai consumatori. Questo posizione irresponsabile ha largamente influenzato la nuova politica energetica del presidente Bush che arrivera’ a Genova nei prossimi giorni.
Due giorni prima dell’insediamento di George Bush alla Casa Bianca,
la Esso ha pubblicato un editoriale in cui ha definito il Protocollo
irrealistico ed economicamente svantaggioso. La stessa posizione e’
stata sostenuta dall’ US Cuncil for International Business (USCIB),
una lobby corporativa di cui fa parte la ESSO, che in una lettera a Bush dell’11 aprile scorso ha scritto: “gli Stati Uniti dovrebbero procedere velocemente nell”individuare un percorso che consenta di evitare gli obiettivi irrealistici del Protocollo, le sue scadenze e l’assenza dei Paesi in via di sviluppo”.
“Non sorprende, quindi che, appena eletto, il presidente degli USA
George W. Bush abbia annunciato al mondo di non voler ratificare il
protocollo di Kyoto, presentando contemporaneamente un piano
energetico nazionale improntato ad un rilancio massiccio dei
combustibili fossili” ha dichiarato Fabrizio Fabbri di Greenpeace.
Con l’azione di oggi, Greenpeace intende puntare i riflettori su chi sta manovrando per l’affossamento definitivo del protocollo di Kyoto.
“La durissima opposizione degli Stati Uniti sta rischiando di far naufragare il primo, pur timido, tentativo di affrontare con misure
concrete l’emergenza climatica mondiale. Questa e’ la vera violenza
che potrebbe prevalere sia al G8 che alla Conferenza sul clima di Bonn” – ha aggiunto Domitilla Senni, direttore di Greenpeace Italia
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