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Guinea: parlamento dice no alla legge marziale

Resta critica e tesa la situazione interna della Guinea Conakry, il no del parlamento a promulgare la legge marziale.

di Redazione

Il Parlamento della Guinea ha respinto la richiesta del Presidente Lansana Conté di prolungare la legge marziale imposta il 12 febbraio all?indomani della proclamazione dello sciopero generale da parte dei sindacati, a seguito della nomina del nuovo Primo Ministro Eugène Camara, riferisce oggi l’agenzia Fides.

In mancanza dell?autorizzazione del Parlamento, il provvedimento non è più in vigore dalla mezzanotte di venerdì 23 febbraio. Il Presidente aveva chiesto di estendere i termini della legge marziale (11 giorni) con la motivazione che la situazione dell?ordine pubblico è ancora a rischio.
Subito dopo la decisione del Parlamento, il Capo di Stato maggiore dell?Esercito, generale Kerfalla Camara, ha affermato che ?le autorità militari hanno deciso la riprese del lavoro in tutti i settori, pubblico, privato e misto, sull?intero territorio nazionale, a partire da lunedì 26 febbraio?. Il generale ha aggiunto che lo sciopero è immotivato perché la nomina del Primo Ministro ?corrisponde ai criteri? dell?accordo tra il governo e i sindacati del 27 gennaio. L?accordo prevede in effetti la nomina di un Primo Ministro al di sopra delle parti. I sindacati affermano che il Premier scelto dal Presidente, l?ex Ministro degli Affari Presidenziali Camara, è una personalità troppo compromessa con il regime per essere considerata imparziale.

La situazione in Guinea rimane quindi ancora molto incerta: se da una parte vi è stato il gesto distensivo del Parlamento (che è in mano ai fedeli del Presidente), dall?altro le dichiarazioni del Capo dell?Esercito lasciano presagire un intervento diretto delle forze armate nella crisi, con conseguenze imprevedibili. I sindacati hanno risposto alle parole del Generale affermando che non essendo più in vigore la legge marziale, l?esercito non ha più alcun ruolo nelle vicende politiche del Paese e lo sciopero continua finché non viene nominato un nuovo Primo Ministro.

I Paesi dell?Africa occidentale intanto continuano a mediare nella crisi guineana. L?ex Presidente nigeriano, Ibrahim Babangida, incaricato della mediazione da parte della Comunità Economica degli Stati dell?Africa Occidentale, si è incontrato con leader sindacali guineani, mentre la Presidente liberiana Ellen Johnson-Sirleaf ha invitato Lansana Conté a trovare un?intesa con tutte le parti sociali del suo Paese.

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