Non profit

Haiti, un paese in ginocchio

Le drammatiche testimonianze degli operatori di NPH e Cesvi

di Redazione

Gli uragani imperversano nei Caraibi, e in particolare nella già devastata Haiti, dove hanno provocato oltre 500 vittime. Le forti precipitazioni e i venti oltre i 100 kmh hanno abbattuto case e alberi, il traffico aereo e marittimo sono bloccati, allagati interi quartieri di Port au Prince dove migliaia di persone vivono in baracche di lamiera, il villaggio di Gonnaives praticamente spazzato via dall’inondazione.
Padre Rick, direttore di Nuestros Pequenos Hermanos Haiti (l’associazione supportata dalla fondazione Francesca rava), sacerdote e medico in prima linea, e il suo staff si sono precipitati a soccorrere i bambini e le loro famiglie portandoli in salvo e distribuendo acqua potabile, cibo e vestiti, in alcuni casi possibili solo con l’uso degli elicotteri prestati dall’Onu. I soccorsi da parte di N.P.H. proseguiranno nei prossimi giorni nell’aiutare la popolazione nella ricostruzione delle loro case spazzate via dall’alluvione.

L’uragano Gustav ha devastato anche il tetto della scuola della casa orfanotrofio N.P.H. a Kenscoff, che ora dovrà essere riparato, e riportato danni alle strutture ma fortunatamente i bambini sono tutti sani e salvi.

Ecco la drammatica testimonianza di Padre Rick su questi terribili giorni: «Haiti è praticamente sommersa, è una tragedia per le persone. Hanno perso le poche cose che avevano, le loro baracche, il raccolto e i loro familiari. Noi aiutiamo le persone ovunque ci è possibile; distribuiamo cibo, vestiti e medicine. Al momento gli allagamenti ci impediscono di aiutare tutti, Insieme alle Nazioni Unite cerchiamo di portare aiuti con gli elicotteri». E ancora: «Questa volta anche la nostra casa orfanotrofio è stata
colpita. Nonostante sia protetto dalle colline, l’uragano ha portato devastanti danni. Il tetto e le finestre degli edifici sono rotti, piove ovunque ed è tutto bagnato. Il
tetto della scuola è stato sradicato la cucina è sommersa. Nessuno è stato ferito ringraziando il Signore. Siamo grati per chiunque voglia aiutarci in questa difficile
situazione. Possiamo garantire ad ogni donatore che la sua donazione sarà destinata a ciò che è più necessario. Aiutateci come potete».

«In queste ore le condizioni climatiche, in alcune aree, sono leggermente migliorate, agevolando il lavoro dei soccorritori che stanno cercando di raggiungere le comunità più colpite» riferisce in un comunicato l’organizzazione di Bergamo Cesvi, che supporta German Agro Action, una ong tedesca che sta svolgendo un altro intervento d’emergenza nel Nord del Paese, nell’area del fiume Ennery, a circa due ore da Cap Haïtien, la seconda città più grande di Haiti.

Il governo non ha confermato i dati circolati in alcuni siti statunitensi, secondo cui i morti del solo uragano Ike ad Haiti sarebbero 300mila.

Un altro problema non trascurabile riguarda l’aumento dei prezzi, che rende la vita ancora più difficile nel paese più povero di tutto il continente americano. Si calcola, infatti, che il prezzo del riso sia aumentato del 60% nel giro di poche settimane. Pesantissimi i danni all’agricoltura e all’allevamento: distrutti i campi coltivati e i raccolti di banane e fagioli, annegati gli animali da allevamento.

«Nel nord i danni sono stati sopratutto materiali» spiega Bernard Gianoli, coordinatore di German Agro Action ad Haiti. «Le tempeste hanno distrutto le piantagioni di banane e le coltivazioni di fagioli e frutta». «Dopo gli uragani i prezzi dei beni alimentari sono aumentati ancora, del 30-35%, aggravando un’emergenza alimentare che va avanti da parecchi mesi» dice a Vita il cooperante al telefono da Cap Haïtien. Nel Nord case ed edifici pubblici sono stati sommersi. Ma la situazione più grave riguarda la città di Gonaives che si trova vicino al mare ed è stata allagata completamente per la seconda volta in quattro anni. La ong tedesca che con l’ong italiana Cesvi fa parte del network Alliance 2015 sta mettendo a punto una proposta per prevenire future catastrofi in quella valle, in collaborazione con il governo haitiano e le agenzie internazionali. Secondo la Protezione Civile Locale, ben 9 dei 10 dipartimenti dell’isola avrebbero subìto danni incalcolabili.

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