Attivismo civico & Terzo settore
Ho imparato ad amare gli altri
Era nella Walter Alasia, ora dirige una comunità per tossici
Oggi dirigo un centro della comunità Gabbiano per il recupero dei tossicodipendenti, a Nesso. Un posto bellissimo dove i ragazzi che arrivano dal carcere ricominciano a vivere, recuperando il rapporto con la natura e con gli altri. Non siamo ossessionati dai risultati, pensiamo che per uscire dalla droga si debba diventare soprattutto delle persone responsabili e noi sappiamo aspettare. A Nesso abbiamo aperto una casa alloggio per malati di Aids, si tratta di un?esperienza sconvolgente. Fino all?età di trent?anni, quando pensavo alla morte, me la immaginavo in uno scontro a fuoco, combattendo per il comunismo. Oggi invece ho scoperto molte cose e sono cresciuto parecchio. Innanzitutto ho imparato cosa vuol dire convivere con l?idea della morte. Ho capito cosa vuol dire fare progetti, innamorarsi, lavorare sapendo che hai il tempo contato. A volte vado nei cimiteri a trovare i nostri ragazzi che se ne sono andati. Non lo trovo strano, anzi. Credo che sia giusto andare a trovare delle persone che hanno fatto un pezzo di strada con noi. I tossici li ho conosciuti in carcere e devo dire che non mi sono mai stati troppo simpatici, li consideravo degli ingordi, sempre pronti a mettere le mani su tutto e a fregare il prossimo per poter soddisfare la propria voracità. Poi ho imparato ad amarli nella loro doppiezza e nella loro ambiguità.Con loro ho un dialogo immediato perché so cosa voglia dire il carcere e la sofferenza; così a volte non abbiamo neanche bisogno di parlare. Sono stato un militante della Walter Alasia e sono stato a condannato a12 anni di carcere per una serie di rapine. Sono uscito nel giugno dell?89 e quando mi hanno proposto di dirigere questa comunità, mi ci sono buttato con entusiasmo. Oggi ho 50 anni e porto avanti delle battaglie sociali, per difendere i diritti di quelli che non ce l?hanno fatta. Credo che l?intensità di quella stagione politica sia irripetibile, così come è irripetibile la passionalità con cui abbiamo sperato di cambiare il mondo, ma nel non profit ho trovato il modo di esprimere ancora il mio desiderio di cambiamento e di giustizia. La mia passione per l?impegno sociale non è un ripiego né ci sono arrivato solo perché dopo il carcere non avevo alternative. Anche prima di essere arrestato, quando facevo l?insegnante, lavoravo con i disabili. Poi è successo quello che è successo e tutto si è interrotto. Non ho mai voluto riscrivere la nostra storia e ho preferito raccontare un?altra epopea, quella dei contrabbandieri nella zona del Lario. La storia di una generazione sorta negli anni ?30 e sconfitta come noi dalla morte, dalla latitanza, dal carcere. Sono abbastanza sereno, ma non sono sicuro se il mondo di oggi mi piace, quindi cerco di guardarlo il meno possibile.