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Attivismo civico & Terzo settore

I diritti dei minori. Istituti chiusi, case aperte

Il Forum del Terzo settore presenta un proprio piano per l’infanzia e l’adolescenza. E bussa deciso alle porte della conferenza governativa di Collodi. Chiedendo che...

di Barbara Fabiani

E’ toccato a Marco Griffini, presidente di Ai.Bi., in veste di coordinatore nazionale del Gruppo infanzia del Forum del Terzo settore, presentare il Piano nazionale per l?infanzia – per dare voce alle bambine e ai bambini che una trentina di associazioni quasi tutte aderenti al Forum Terzo settore hanno elaborato. Con questo documento (integrale sul sito www.vita.it: Il Forum del Terzo Settore presenta il Piano Infanzia) le associazioni busseranno alla porta della Conferenza sull?infanzia e sull?adolescenza che si tiene a Collodi, cittadina in provincia di Pistoia, dal 18 al 20 novembre. Porte, che a dir il vero, sono questa volta aperte (nelle sessioni tematiche sono previsti una trentina di interventi di associazioni e sindacati). Il Piano preparato dal Forum è una sintetica ma densa analisi delle problematiche che toccano i minori, con conseguenti proposte da inserire nel prossimo Piano nazionale per l?infanzia; soluzioni elaborate in due anni di studio e confronto. Diversi gli interventi suggeriti al governo: tra questi, un decreto legge che integri la famiglia adottiva nell?attuale normativa sui congedi parentali, la creazione di comitati di coordinamento tra scuola, enti locali e associazioni, l?avvio di provvedimenti coerenti con la convenzione dell?Oil n. 182 contro le peggiori forme di sfruttamento dei minori (tra cui accattonaggio e prostituzione), la definizione dei costi per le adozioni internazionali, provvedimenti meno restrittivi per la regolarizzazione dei minori stranieri non accompagnati. Il Piano del Forum dedica inoltre un?attenzione particolare alla chiusura degli istituti per l?infanzia abbandonata. In primo luogo, si chiede di far cadere il decreto legge 791, in discussione alla commissione Infanzia del Senato, che abolirebbe la chiusura di questi istituti, già fissata entro il 2006. Occorre, invece, monitorare adeguatamente la trasformazione degli istituti in comunità (non più di 10 ospiti) o in case famiglia (non più di 6 ospiti). Purtroppo, la normativa, non vietando in maniera esplicita l?accorpamento di tali strutture, ha avuto come effetto la trasformazione solo formale di vecchi orfanotrofi in comprensori di case famiglia, con lo stesso affollamento e problemi di prima. Si chiede, poi, l?istituzione di un’anagrafe regionale per i 28mila bambini ed adolescenti oggi ospitati negli istituti, per rintracciare il loro percorso ed avviare in tempi rapidi un adozione o un affidamento. Oggi solo le Regioni Piemonte, Lombardia e Veneto lavorano con l’ausilio di questi registri. Info: Estinzione È il rischio che corre l?istituto dell?affidamento. L?affido, dall?ultima ricerca condotta dall?Istituto degli Innocenti di Firenze, è in via d?estinzione: al 1999 non erano nemmeno 5mila gli affidamenti a una nuova famiglia, un numero ridottissimo e assolutamente incapace di far fronte alle richieste di accoglienza. L?impegno nella sensibilizzazione e promozione dell?affidamento, sostiene Marco Griffini, è diventato ormai un?improrogabile necessità: bisogna combattere la paura legata all?accoglienza di un bambino o di un ragazzo in difficoltà familiare, preparando e motivando adeguatamente le risorse disponibili. Ma anche l?adozione non naviga in acque migliori. Non tutti i bambini hanno infatti uguale diritto di vivere in una famiglia: per quelli di colore, quelli più grandicelli è più difficile, anche perché vengono ancora emanati da alcuni Tribunali per i minorenni italiani decreti di idoneità all?adozione internazionale solo per bambino di ?etnia bianca? o ?non di colore?. È necessario avviare una campagna di sensibilizzazione sulla lotta alla discriminazione, anche a tutela dei bimbistranieri abbandonati.


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