Non profit
I disabili prendono il volo
trasporto aereo Sabato 26 luglio entra il vigore il regolamento europeo
di Redazione
Viaggi aerei per disabili, la rivoluzione prende il volo. Il prossimo 26 luglio entrerà in vigore un regolamento europeo (il 1107 del 2006) che impone a tutti gli aeroporti italiani di rendere accessibili strutture e velivoli alle persone con ridotta capacità motoria. Non solo a disabili (fisici, psichici, sensoriali) quindi, ma a chiunque abbia difficoltà di movimento. Secondo i calcoli dell’Enac, l’Ente nazionale per l’aviazione civile, il provvedimento interesserà oltre 400mila persone, il numero di passeggeri di questo tipo che è transitato nei 36 aeroporti italiani nel 2007.
Il principio è molto semplice: «Nessun disabile può rimanere a terra, se è in possesso del biglietto e di una prenotazione effettuata almeno 48 ore prima della partenza». Non c’è difficoltà logistica che tenga: disabili e prm (questa l’abbreviazione per «persone con ridotta mobilità») devono poter viaggiare «in condizioni simili» a quelle di tutti gli altri passeggeri. «Cioè su tutte le tratte e senza oneri aggiuntivi», traduce Luisella Fazzi, contact person della Commissione europea per la Fish (di cui è anche vicepresidente). Due le deroghe concesse: una riguarda i cosiddetti “vincoli di sicurezza”, stabiliti dalla normativa internazionale («e mai resi noti, né dalle autorità né dalle compagnie aeree», puntualizza la Fazzi) e l’altra è relativa alle dimensioni fisiche degli aerei e dei loro portelloni, che se non consentono il transito dei disabili, non possono ospitarli. Il regolamento europeo, d’altra parte, non prevede modifiche strutturali (né degli aeroporti né dei velivoli) per adeguarsi ai nuovi principi. Deroghe a parte, spiega la vicepresidente Fish, «si tratta di una vera e propria svolta epocale».
Protagonisti di questa rivoluzione, l’Enac (l’ente incaricato dell’applicazione del regolamento in Italia) e gli aeroporti stessi, indicati nel documento come referenti unici per l’accessibilità dell’intero viaggio. «Si tratta di una bella novità», chiosa la Fazzi: «Prima, chi presentava reclamo doveva rivolgersi direttamente alle compagnie aeree, responsabili solo dell’assistenza in volo e del bagaglio nella tratta di competenza, con intuibili disagi nel caso di voli con più scali». E questa è anche una delle ragioni per le quali non esistono dati sui reclami presentati da passeggeri disabili: nessuno si è mai preso la briga di contare tutti quelli arrivati alle varie compagnie aeree.
Ma cosa prevede, in specifico, il regolamento? Prima di tutto stabilisce il principio che l’intero viaggio dev’essere accessibile: dal parcheggio dell’aeroporto di partenza a quello dell’aeroporto di arrivo. Perché questo diventi realtà, l’Enac ha emanato una circolare (frutto della collaborazione con varie associazioni di disabili tra le quali la Fish e il Fand) che prevede una lunga lista di adeguamenti richiesti agli aeroporti: dall’allestimento di cartelli informativi per disabili visivi alla presenza di seggiolini per il trasporto a bordo, dalla definizione di rimborsi minimi per lo smarrimento della sedie a rotelle (prima era equiparata a semplice bagaglio e indennizzata con 600 euro al massimo) ai corsi di formazione per hostess e stewart per l’assistenza ai disabili. Con tanto di livelli minimi di qualità da raggiungere e tempi massimi di attesa da non superare nella risposta a tutte le richieste.
La scadenza del 26 luglio è alle porte: c’è il rischio che il regolamento rimanga solo sulla carta? «Non tutti gli aeroporti ci hanno coinvolto nell’organizzazione dei corsi per il personale, come invece aveva chiesto l’Enac», spiega la vicepresidente di Fish. «Alcuni sono arrivati al tavolo delle trattative con un programma già scritto. In molti aeroporti, invece, abbiamo trovato disponibilità e i corsi sono già terminati». D’altra parte, i finanziamenti per la formazione ci sono: il regolamento prevede che il costo dell’adeguamento vada ripartito tra tutti gli utenti. Per questo l’Enac dovrà fissare una quota («tra i 15 e i 70 centesimi», spiega Luisella Fazzi) da aggiungere al prezzo del biglietto. Ma il vero problema è un altro: «Non sono ancora state fissate sanzioni per chi non si adegua». Su questo punto all’Enac spiegano che serve un apposito decreto legge per rendere operative le sanzioni e che ci stanno lavorando.
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