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I finalisti della prima edizione del Premio Paolo Dieci si raccontano

Destinato alle migliori iniziative di cooperazione internazionale in partenariato tra Organizzazioni della società civile - Osc, associazioni delle Diaspore e con background migratorio è stato assegnato all’Associazione ingegneri africani - Aia. Tra i finalisti emergono anche i progetti di Tetezana Onlus e Tamat Ong. La secondo edizione è in corso, le iscrizioni sono aperte fino al 20 ottobre

di Redazione

La prima edizione del Premio Paolo Dieci si è conclusa con la premiazione dei vincitori il 23 giugno scorso, in un importante e prestigioso palcoscenico: la seconda conferenza nazionale sulla Cooperazione Internazionale allo Sviluppo denominata anche “Coopera”. La cerimonia ha visto la partecipazione delle organizzazioni finaliste, che hanno avuto la possibilità di presentare i progetti condividendone i contenuti e confrontarsi su tematiche rilevanti per il raggiungimento degli obiettivi dell’agenda 2030.
Il premio istituito da Link 2007, l’Associazione Le Réseau e Cisp Sviluppo dei Popoli, nasce per ricordare Paolo Dieci e il suo impegno per la pace, i diritti della persona e la cooperazione tra i popoli ed è stato istituito con l’obiettivo di valorizzare e incoraggiare partenariati tra le Osc e le realtà organizzate del mondo dell’immigrazione e valorizzare i progetti che mirano alla cooperazione per lo sviluppo. «Il Premio Paolo Dieci vuole essere soprattutto uno strumento per mantenere vivo il ricordo di Paolo e per portare avanti le sue ambizioni. Paolo è stato un esempio di grande rilievo per la Cooperazione Internazionale. Non pretendeva di cambiare il mondo ma ha cambiato in meglio la vita di tante persone», sottolinea Roberto Ridolfi, presidente di Link 2007, un incarico ricoperto in passato anche da Paolo Dieci.

Anche Cleophas Adrien Dioma, presidente dell’associazione Le Réseau, ha voluto ricordare Paolo Dieci, «ha sempre sostenuto l’importanza del ruolo delle Diaspore nella Cooperazione allo Sviluppo, impegnandosi, attraverso le sue azioni, a dar voce alle Diaspore coinvolte in progetti di cooperazione internazionale. L’Associazione Le Réseau ha collaborato in diverse occasioni con Paolo, come partner di Link 2007, soprattutto nella realizzazione di progetti volti alla lotta contro l’immigrazione irregolare. Attraverso il Premio vogliamo ricordare Paolo e portare avanti la sua convinzione che la Diaspora è parte integrante della Cooperazione Italiana».

Il progetto vincitore, “Acqua potabile e tecnologie per la sanità in Camerun”, è stato promosso dall’Associazione Ingegneri Africani – Aia, in partenariato con Arcs – Culture Solidali. L’organizzazione vincitrice si pone l’obiettivo di realizzare progetti per lo sviluppo sostenibile e rafforzare i rapporti con le organizzazioni del territorio.
«L’Aia collabora anche con Le Réseau e altre associazioni delle diaspore. Siamo un’organizzazione ben radicata nei Paesi Africani e abbiamo realizzato diversi progetti per la sostenibilità con altre organizzazioni italiane» spiega Pierre Eyoung, presidente dell’associazione. «Grazie alla partecipazione al premio abbiamo avuto la possibilità di condividere la cultura dello sviluppo sostenibile che cerchiamo di veicolare attraverso i nostri progetti. Il premio è stata l’occasione perfetta per mettere in risalto l’importanza delle diaspore e soprattutto dimostrare che, anche le Diaspore, possono collaborare con le Ong italiane attraverso le loro idee e azioni concrete».
Anche l'organizzazione Tamat, finalista con il progetto Bara Ni Yiriwa – Lavoro e Sviluppo in Mali, in partenariato con Le Tonus, – si legge in una nota – racconta la partecipazione al premio come un importante percorso volto a rafforzare ed incoraggiare i partenariati. «Il partenariato per noi rappresenta l’aspetto più importante. Tramite il progetto che abbiamo presentato al premio abbiamo rafforzato la nostra presenza in Mali in uno spirito di partenariato tra Osc ed istituzione pubbliche», spiega Denisa Savulesco, capo progetto. Anche per Tetezana onlus, il partenariato è stato un fattore fondamentale grazie al quale è riuscita a dare maggior impulso all'iniziativa da loro portata avanti. Il “Progetto SaD (Sostegno a Distanza) ad Alasora” è stato realizzato grazie alla collaborazione con Tetezana Mada, con la quale è stato firmato un protocollo d’intesa nel 2012, ed il partenariato con Mais onlus. Come spiega Andy Rungi, «vogliamo aiutare le persone partendo dalle diaspore, creando un vero e proprio ponte tra le diaspore e i territori di origine. La parola Tetezana in malgascio significa ponte, e l’associazione opera come ponte tra Madagascar e Italia. Così facendo raccogliamo le richieste d’aiuto nel nostro Paese d’origine e diamo loro voce grazie al partenariato con altri Enti o Associazioni Italiane, per ricercare i finanziamenti necessari per una risposta adeguata alle loro richieste. Con la partecipazione al premio volevamo raccontare a tutti la nostra storia come testimonianza che, se si vuole, si può fare qualcosa per il proprio paese di origine anche a distanza».

Le organizzazioni finaliste hanno realizzato progetti di cooperazione allo sviluppo che hanno visto il coinvolgimento di persone, culture e approcci diversi, uniti per un mondo più sostenibile e inclusivo, ma non solo, attraverso i loro progetti sono riusciti ad apportare dei benefici concreti nei territori interessati.
Come il progetto vincitore che, attraverso la realizzazione di una rete idrica, ha fornito acqua potabile alle popolazioni del Camerun, nella località di Moumekeng. I 5.000 euro del premio sono stati utilizzati per l’acquisto dei materiali necessari per impianto fotovoltaico, l’acquisto dei cavi per cablaggio e dei dispositivi di protezione contro le perdite di tensione, aspetti fondamentali che hanno permesso l’avviamento del progetto.

Racconta Frank Dongmo «Consiglio a tutte le organizzazioni impegnate in progetti di cooperazione allo sviluppo di partecipare al premio per mettersi in gioco e confrontarsi con altre realtà. Come in qualsiasi contesto la comunicazione e l’interazione sono fattori fondamentali per aprirsi a nuove idee e prospettive. Solo attraverso il confronto e il dialogo possiamo realizzare un nesso tra migrazione e sviluppo e, una migrazione che sia effettivamente circolare. Il premio è stato un percorso che ha reso possibile questi aspetti».

La seconda edizione del premio – ricorda la nota – è in corso, le iscrizioni sono aperte fino al 20 ottobre e la cerimonia di premiazione avverrà il 30 novembre. Anche per questa seconda edizione, il partenariato sarà l’elemento chiave del premio, proprio come lo è stato per le organizzazioni che hanno partecipato alla prima. Rileva Maura Viezzoli, presidente del Cisp «il partenariato tra organizzazioni di natura diversa, osc italiane e organizzazioni delle diaspore, con background migratorio e delle nuove generazioni, è al cuore del Premio. Una sfida che deve portare alla realizzazione di programmi di cooperazione allo sviluppo e di educazione alla cittadinanza globale più efficaci».

In apertura l'illustrazione simbolo del premio – da Link2007.org

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