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I Laici Cattolici fuori dalla nicchia eroica

A Verona si chiude il IV Convegno ecclesiale; diario dal convegno dell’animatore del gruppo Lavoro e festa.

di Edoardo Patriarca

Ho visto un pezzo di laicato cattolico che i giornali non raccontano o inseriscono in sterili cliché. Oltre tremila persone tra giovani, anziani, uomini e donne che, sotto un cielo rosato, all?Arena di Verona, davanti alla grande croce e alle icone illuminate dei 206 martiri provenienti dalle diocesi italiane, il 16 ottobre hanno dato il via al Convegno ecclesiale nazionale. E lo hanno animato, in ogni suo momento, con grande partecipazione, vivacità, preparazione, consci di essere un importante pezzo del Paese. Tra i temi più forti di queste giornate, vorrei poter sottolineare quello della capacità di generare. È stato detto che se i cristiani vivono la dimensione della speranza del Cristo risorto, devono saper generare. Generare vuol dire benedire, e benedire si traduce in una speranza che diventa appello alla libertà degli uomini. Questo, ovviamente, chiama in causa quella ?dimensione antropologica? che la Chiesa ribadisce tanto, e che spesso è equivocata dai media. Non riguarda, infatti, solo e semplicemente temi come la difesa della vita, la difesa dell?embrione e della dignità della persona nel momento della morte, ma introduce un grande messaggio che guarda verso una dimensione più complessiva del vivere umano, una passione per la persona e per il suo dispiegarsi nel quotidiano, in ogni cosa che fa. Ancora, mi ha colpito l?intervento appassionato di Savino Pezzotta e il suo richiamo a un cattolicesimo ?popolare?. Aggettivo che non porta in sé una svalutazione o una semplificazione, ma deve essere inteso come una presenza nella vita di tutti i giorni con profilo di qualità, con una capacità di sintesi e di sguardo lontano, incarnati nei piccoli gesti. In questo senso è stato ribadito il ruolo indispensabile del laicato cattolico, che deve essere coinvolto non solo a sostegno dell?attività liturgica o dove mancano i presbiteri, ma deve adoperarsi per riscoprire il genio laicale in Italia, attraverso un impegno nell?azione secolare. Ciò significa più attenzione dei laici alla formazione, che rappresenta la loro ?armatura spirituale?; una vera convergenza in ambito ecclesiale (allontanando quelle forme di ?federalismo?, ha avvertito sempre Pezzotta, dove ciascuno fa ciò che crede giusto senza interpellare gli altri). Infine, un altro passaggio cruciale: i laici devono animare dibattito pubblico. Non possono continuare a mostrarsi – e a essere mostrati dai giornali – come una sorta di ?nicchia eroica? all?interno del dibattito, devono dar ragione della speranza e difenderla. Con dolcezza, col timore di Dio, con retta coscienza. A loro, ai laici cattolici, spetta l?animazione della vita secolare: in particolar modo per i laici impegnati nel sociale, nelle grandi battaglie per la pace, per il welfare, per la famiglia. Di fronte a questi temi nessuno può tirarsi indietro, in un percorso in cui deve essere accettato il pluralismo, la varietà delle esperienze e dove i vescovi ci rammentano continuamente la giusta via, senza contrapposizioni, ma con una convergenza che si sviluppa nelle reciproche libertà. Su questo terreno, il rettore dell?università Cattolica, Lorenzo Ornaghi, ha richiamato l?importanza dell?essenzialità, mettendo in guardia dal rischio di cadere in forme di attivismo che spreca risorse e replica se stesso, ma recuperando l?essenzialità, ritornando alla radice del cristianesimo, che è quella di leggere il segno tempi e farsi novità. Ho animato il gruppo dedicato a Lavoro e festa in un clima di grande concentrazione e voglia di arrivare a sintesi condivise; ho trovato vivacità ma grande attenzione reciproca, rispetto delle posizioni. Da queste giornate mi porto a casa l?immagine della grande maturità di questo popolo di Dio, sempre considerato un po? silenzioso e lontano. L?ho visto pronto, preparato, consapevole. Ora so che la grande sfida è dargli voce. Mancano i preti giovani 227 diocesi, 25.807 parrocchie, 6.672 suore di clausura che hanno preso i voti nel 2005, ben 300 in più rispetto al 2004, 31.474 sacerdoti oggi nel nostro Paese. Sono questi alcuni dei numeri che radiografano il clero italiano che si è riunito alla Fiera di Verona. Da aggiungere, in negativo, che l?età media dei sacerdoti è sempre più elevata (60 anni) con il 13% di ultraottantenni. Info sul IV Convegno ecclesiale: www.convegnoverona.it


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