Non profit
I nostri anticorpi sul fronte antimafia
Anpas /Meeting della solidarietà a Locri: è la prima volta al Sud. Nel luogo simbolo della lotta antimafia si ritroveranno dal 27/9 al 1/10 le Pubbliche assistenze di tutta Italia
di Redazione
Mai le Pubbliche assistenze, con 100mila volontari e 700mila soci, una delle realtà di volontariato più importanti nell?intero panorama italiano, avevano scelto una città del Mezzogiorno per celebrare il loro Meeting della solidarietà. Accadrà per la prima volta quest?anno, alla settima edizione. Dal 27 settembre al 1° ottobre, la Locride ospiterà centinaia di volontari e un ricco parterre di rappresentanti delle istituzioni, dal sottosegretario alla Solidarietà sociale, Cristina De Luca, al ministro Rosy Bindi, passando per Giancarlo Bregantini, vescovo di Locri-Gerace e il presidente Acri, Giuseppe Guzzetti (programma completo su www.anpas.org). Una scelta, quella della Calabria e proprio a ridosso del primo anniversario dell?assassinio di Francesco Fortugno (al Meeting interverrà anche la vedova Maria Grazia Laganà, deputato dell?Ulivo), che dopo quasi 150 anni di storia segna l?avvio di una sfida epocale: ?conquistare? il Sud. Con quali armi, ma anche a che prezzo, lo abbiamo chiesto a Fausto Casini, che di Anpas è il presidente e che a Locri chiuderà i lavori con un intervento sul tema cruciale, almeno a queste latitudini, del rapporto fra volontariato e legalità.
Vita: Che cosa c?è dietro la scelta di andare a Sud in questo particolare momento?
Fausto Casini: In Locride lavorano quattro nostre associazioni. Sono piccole realtà e vivono una condizione difficile, comune a molte altre sigle qui a Sud. Non esistono relazioni stabili con le istituzioni. Spesso non riusciamo nemmeno a far riconoscere nemmeno i costi del carburante. L?obiettivo invece è fare in modo che questi luoghi protetti siano una ribalta a disposizione dei cittadini.
Vita: Anche in Calabria non sempre le relazioni fra l?associazionismo e il mondo dell?illegalità sono trasparenti. Come evitare certi pericolosi collateralismi?
Casini: Anpas è una delle poche reti di volontariato insediata nel Meridione. Il problema di fondo è che questo è un territorio con una grande domanda di occupazione. Così, spesso il volontariato si affanna per ottenere risorse sulla progettazione, ma poi tende a trasformarsi molto rapidamente in un luogo di lavoro. Noi, con Progetto Sud, insieme alle altre realtà territoriali, dal volontariato alla cooperazione sociale, abbiamo scelto di invertire la rotta. Dobbiamo farci trovare pronti nel momento in cui arriveranno i finanziamenti, in modo da alimentare un meccanismo di sviluppo reale. Per far questo però abbiamo bisogno di anticorpi.
Vita: Che tipo di anticorpi?
Casini: Il 95% dei casi di illegalità all?interno del privato sociale avviene nel rapporto inquinato con la pubblica amministrazione. Da parte nostra dovremo costruire dinamiche di autocontrollo reale. Intendo in primis il radicamento nel territorio: l?associazione di volontariato diventi il luogo di relazione con il resto della cittadinanza. Il secondo punto è la trasparenza contabile e amministrativa. La gradualità della crescita è un indicatore rivelatore. Sospetto di chi, dal giorno alla notte, passa da pochi volontari a raccogliere appalti milionari. Infine la formazione. Indispensabile per fare il salto di qualità. Dall?altro lato sul versante del pubblico erogatore di finanziamenti è imprescindibile una rendicontazione inflessibile.
Vita: Entro la fine dell?anno si concluderanno i due progetti post tsunami di Anpas in Sri Lanka. Che tipo di prospettive ha la vostra attività internazionale?
Casini: Possiamo contare su una capacità di intervento in zone di crisi. In Sri Lanka lo abbiamo dimostrano. D?ora in poi però vorrei muovermi diversamente. Più che sul versante dei grandi progetti stile ong, punteremo ad attivare gemellaggi. Il sogno è far nascere nuove Anpas nei paesi di intervento e contemporaneamente incrementare la cultura dell?accoglienza all?interno delle nostre associazioni. Sono ancora troppo pochi gli stranieri che fanno volontariato con noi.
Vita: L?autunno è da sempre la stagione più a rischio dal punto di vista idrogeologico. Il sistema di protezione civile, di cui voi siete una colonna, è pronto ad affrontare eventuali sos?
Casini: Il grado di abbandono del territorio e la vastità di abusivismo edilizio non permettono di dormire sonni tranquilli. Negli ultimi due, tre anni il Dipartimento di protezione civile ha raddoppiato le dimensioni dimostrando maggior efficacia. Mancano ancora però criteri oggettivi per l?attivazione delle associazioni e delle Regioni e una mappatura affidabile di quali siano le risorse e i mezzi a disposizione in caso di emergenza.
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