Non profit

i poveri stravinconobla gara della generosità

fundraising Un autunno d'oro per le raccolte. Sostenute soprattutto da gente comune

di Redazione

Dalla Colletta alimentare
(più 200 tonnellate di cibo raccolte) alle Giornate Airc (più 700mila euro) e al record storico di Telethon
(un milione in più grazie agli sms): nonostante i timori per crisi e recessione,
gli italiani hanno stupito rispondendo alla grande agli appelli di solidarietà.
E se i big donors sono in crisi, sono massaie e operai a dare il poco che hanno
U n autunno d’oro per il non profit. A dispetto della crisi, nonostante il calo dei consumi, in barba alle Borse, all’inflazione, alla corsa ai regali di Natale, gli italiani non hanno smesso di donare. E anche se il portafoglio di tanti è meno pieno, e i numeri su occupazione e produzione industriale inducono al pessimismo, alcune grandi raccolte di questo novembre-dicembre hanno stupito tutti. E peccato che i bookmakers non accettino scommesse sull’andamento del fundraising, perché avrebbero fatto la fortuna di qualcuno.
La prima sorpresa arriva all’indomani del 9 novembre, ultima delle Giornate contro il cancro organizzate dall’Airc. Grazie a iniziative di piazza, a molte trasmissioni Rai, all’impegno del campionato di calcio con l’iniziativa Un gol per la ricerca , nelle casse dell’associazione finiscono 6,2 milioni di euro, 700mila in più del 2007, totale che continua a crescere grazie alle donazioni dei sostenitori sul sito www.airc.it. Seconda sorpresa, la Colletta del 29 novembre, tradizionale appuntamento del Banco Alimentare: 200 tonnellate di cibo raccolte in più del 2007 (+1%, vicino quota 9mila) in 7.600 punti vendita (700 in più) grazie a 108mila volontari (8mila in più). Di «un vero e proprio miracolo» ha parlato il presidente del Banco, don Mauro Inzoli , grazie «al cuore degli italiani e alla gratuita capacità di condividere il bisogno degli altri». Infine, la terza e più clamorosa sorpresa è stata Telethon: 31 milioni 56mila 653 euro contro i 30 milioni 170mila del 2007 (+3%), e un 11% in più di donatori.

Il caso Telethon
Sms su, carte di credito giù. Banca giù, supermercato su. Sta in queste quattro frecce, due positive e due (leggermente) negative il segreto dello straordinario record. «Una corazzata» avevamo definito su Vita questa tentacolare macchina di fundraising, che puntava a battere se stessa (impresa non riuscita l’anno scorso: nel 2006 il numeratore era arrivato a 30,7 milioni, 530mila euro in più del 2007) ma, dietro l’ottimismo di facciata, nutriva qualche dubbio: «Sì, è stato un risultato niente affatto scontato», conferma il condirettore di Telethon, Angelo Maramai . «Ora lo posso dire: siamo entrati in maratona con una serie di preoccupazioni, la crisi era per noi un punto interrogativo. Per fortuna i dubbi si sono dileguati quasi subito, perché siamo partiti molto bene. Gli italiani che hanno deciso di donare sono aumentati, anche se il livello di donazione singola si è leggermente abbassato».
Due, cinque, dieci euro sono stati i “tagli” più gettonati, anche perché mai come quest’anno i messaggi (sms o da telefono fisso) hanno furoreggiato, piazzandosi solidamente in testa ai metodi preferiti per partecipare alla causa della ricerca. «Le donazioni telefoniche hanno portato quasi un milione in più, passando da 8 milioni 200mila euro a poco più di 9 milioni 100mila», spiega Maramai. «Grande successo anche per le raccolte nei supermercati Sma, Crai e Auchan, che hanno segnato più 250mila euro».

Donatori ricchi o poveri?
A fronte di tanti più, un leggero segno meno per Bnl (-500mila euro con punte in controtendenza, come il +15% della Lombardia) e per le carte di credito, la cui crisi non è di oggi: «Sono anni che le donazioni con carta non crescono», dice Maramai, «anzi, da tre anni il trend è negativo. Perché? Credo che i donatori tendano a suddividere: si dona un po’ meno, a più soggetti, magari a più riprese, quindi la donazione alta per eccellenza, quella con carta, ne risente». E se da un lato questo comportamento mette in luce un disinteresse del cittadino medio per i vantaggi fiscali legati alle erogazioni liberali (possibili solo a fonte della tracciabilità della donazione), potrebbe anche evidenziare che donano più i “poveri” dei “ricchi”. O no? «No, non direi», si schermisce Maramai. «Preferisco piuttosto pensare a un big donor di Telethon che negli anni ha scelto di sposare altre cause e quindi ha dovuto ridurre gli importi». Finita la maratona, cosa bolle in pentola per Telethon? «Una campagna di primavera», anticipa Maramai, «di cui non posso dire di più, ma che vedrà coinvolte le migliaia di volontari legati a Telethon, ormai presenti in tutta Italia. È la prima volta che lanciamo una raccolta in grande stile in quel periodo dell’anno, ma speriamo di ottenere ancora una volta ottimi risultati».

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