Non profit
I veri ciechi contro i truffatori
Ieri Repubblica pubblicava un'inchiesta sui falsi invalidi. Daniele, presidente dell'Unione italiana ciechi e ipovedenti chiede più indagini
di Redazione
La Presidenza nazionale dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti è costretta, ancora una volta, a stigmatizzare il comportamento subdolo e scorretto di coloro che, simulando di essere disabili, hanno truffato lo Stato per anni, ricevendo l’indennità di accompagnamento e la pensione di invalidità, aiutati da medici e Commissioni compiacenti.
Ci riferiamo ovviamente all’inchiesta di Paolo Griseri ed Emanuele Lauria sui falsi invalidi, pubblicata ieri da Repubblica.
«Siamo direttamente interessati alla lotta contro i falsi disabili e i falsi ciechi in particolare», dichiara Tommaso Daniele, presidente nazionale dell’Unione. «Oltre a truffare lo Stato e contribuire a creare un clima di sospetto nei confronti dei disabili, ogni falso cieco che prende soldi, li toglie ad un cieco vero. L’inchiesta mette in risalto quanto ci costano queste false disabilità: un miliardo di euro all’anno sono una cifra spropositata. Con questi soldi lo Stato potrebbe offrire maggiori servizi ai veri disabili e non lasciarli soli sulle spalle delle famiglie. Potrebbe per esempio potenziare il servizio civile volontario reso sempre più traballante dai tagli effettuati».
«Azioni e denunce come queste, condotte in tutta la penisola, devono andare avanti. Come Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti auspichiamo che possano venire smascherati tutti i finti ciechi. La cecità è una disabilità gravissima, ed è uno smacco per tutti che qualcuno la usi per guadagnarci. L’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti si è sempre costituita parte civile nei processi contro i falsi ciechi».
«Non possiamo permettere che i truffatori continuino ad averla vinta; il loro comportamento getta un’ombra non solo sui disabili, ma su tutto il paese Italia. Siamo stufi di sentire di gente che si finge disabile per avere in cambio privilegi. Se vogliono i nostri “privilegi», dovrebbero prendersi anche le nostre disabilità”, ha concluso il presidente Daniele.
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