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Donazioni di sangue

Il boom di donazioni di sangue (per ora) è una bufala

«Senza trasfusioni di sangue non sarei qui», ha detto il cantante Fedez, una volta uscito dall’ospedale. Un’attività di sensibilizzazione molto forte, che non è sfuggita ai giovani. «Oggi però non possiamo (ancora) parlare di boom di donazioni», commentano da Avis Lombardia. «Speriamo di registrare presto nuove richieste. Lo sapremo a fine mese». Nell’ultimo anno i donatori tra i 18 e i 45 anni sono in calo

di Sabina Pignataro

Appena uscito dall’ospedale, in un’intervista ad Aldo Cazzullo sul Corriere, Fedez ha detto: «Appena tornerò in forze voglio fare qualcosa per l’Avis, per invitare altri a donare sangue; personalmente senza quelle trasfusioni non sarei qui a parlare con lei».

Alcuni giornali hanno titolato il giorno dopo “boom di donazioni di sangue”. Che però è una bufala. Per diversi motivi.

Primo, per chi è già donatore non è facile trovare i presidi sanitari dove donare sangue o plasma di domenica. Laddove siano aperti, molto spesso occorre aver prenotato.
Secondo, per diventare donatori occorre sottoporsi ad alcuni esami che verifichino l’idoneità, tra cui (ma non solo) un prelievo di sangue completo, l’esame delle urine, l’elettrocardiogramma. Servono poi dei giorni per ricevere i risultati. Insomma, non è che chiunque si sveglia, scorre i social, va in ospedale e dona il sangue. Non funziona così.

Quindi, il boom di donazioni non può esserci stato.

Detto questo, è assolutamente comprensibile come la dichiarazione di Fedez sia servita per suscitare attenzione verso questa tematica.

«L’appello lanciato da Fedez sta senza dubbio avendo ricadute positive», conferma infatti Oscar Bianchi, Presidente di Avis Regionale Lombardia. «Ad oggi come Avis Regionale Lombardia non siamo in grado di poter dare dei numeri perché la donazione non si basa sull’attività di emergenza urgenza. Le persone che si stanno presentando e che si presenteranno alle sedi Avis della regione Lombardia, e nel resto del Paese, potranno diventare donatori dopo essere risultate idonee alla donazione di sangue». Avis infatti fonda la sua attività su donatori e donazioni periodiche: è così che riesce a garantire l’attività e l’autosufficienza nazionale.

«Senza dubbio gli appelli lanciati da Fedez in questi giorni hanno avuto dei riscontri immediati sui nostri canali social che già oggi registrano numeri con trend positivi sia in termini di visualizzazioni che di nuovi follower, un’iniziativa per noi di Avis di primaria importanza per l’attività di sensibilizzazione alla donazione che portiamo avanti quotidianamente in modo particolare sulla fascia tra i 18 e i 35 anni».

Gli appelli lanciati da Fedez in questi giorni hanno avuto dei riscontri immediati sui nostri canali social

Oscar Bianchi, Presidente di Avis Regionale Lombardia

«Oggi possiamo dire che l’effetto Fedez lo vediamo in questi termini, un effetto che per noi è davvero positivo con l’auspicio che anche in termini di donatori e donazioni possa avere presto un riscontro e che saremo in grado di vedere già a partire dalla fine del mese».

L’impatto sui social

Sono centinaia i messaggi e le telefonate che stiamo ricevendo in queste ore» commenta il Presidente di Avis Nazionale, Gianpietro Briola. Dopo le sue dimissioni dall’ospedale, le nostre sedi locali hanno iniziato a ricevere un numero superiore alla norma di telefonate e messaggi da parte di tante persone che, dopo aver visto il suo messaggio sui canali social, hanno manifestato il desiderio di iniziare a donare.
Se diamo uno sguardo ai dati del nostro canale Instagram, le visite sono aumentate di oltre il 130% rispetto alla settimana precedente e solo nella giornata di sabato abbiamo registrato più di 40mila visualizzazioni e oltre 3mila follower.

I giovani donatori sono in calo

Poco tempo fa avevamo pubblicato su VITA un articolo dal titolo: “Donazione di sangue, giovani dove siete?”  spiegando che i donatori tra i 18 e i 45 anni sono calati del 2%. Anche tra gli adolescenti i dati sono poco incoraggianti: solo il 38% sarebbe intenzionato a donare al compimento della maggiore età. Sono proprio questi i numeri presentati alla Camera dei Deputati da Avis.

A farla da padrona ci sono alcune irriducibili paure come quella per l’ago, la vista del sangue oppure il timore di svenire durante o dopo il prelievo. Inoltre, la fine della pandemia probabilmente ha favorito tra i teenager la diffusione di un atteggiamento più introspettivo, maggiormente proiettato su se stessi che sui bisogni della comunità.

I dati raccolti da Avis nel corso di numerosi incontri con ragazze e ragazzi under 25 dimostrano che le informazioni in loro possesso sono molto frammentarie e questo li spingerebbe spesso ad auto escludersi, nell’errata convinzione di non essere idonei alla donazione.

Foto in apertura, Fedez dimesso dall’Ospedale Fatebenefratelli di Milano
Foto Claudio Furlan/LaPresse 06-10-2023 Milano


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