Cento persone. Troppo poche, se si contano anche giornalisti e troupe televisive presenti, le facce scese in piazza per #OccupyScampia, la manifestazione nata dal web per contrastare i segnali di una nuova guerra di camorra che pare ormai pronta ad esplodere. E così il neonato, e forse già morto, movimento riflette su cosa sia andato storto.
Un’organizzazione troppo “calata dall’alto”, è il giudizio comune, che non ha fatto breccia nei cuori dei tanti operatori che a Scampia lavorano con pazienza e costanza ogni giorno. Come per esempio quelli del Centro territoriale Mammut, che da anni svolgono un lavoro prezioso, a cominciare dai laboratori e dalle tante iniziative che mettono in campo per i bambini di Scampia. Il centro ha sede proprio nella piazza della manifestazione, e così, pur prendendo le distanze dalle modalità con cui dalla rete si era deciso di “occupare” il quartiere, qualcuno tra chi ci lavora ha scelto di scendere ugualmente in strada: «Rispettiamo la buona fede di chi si è aggiunto al popolo della rete, pensando di fare del bene nell’onda mediatica del momento. E condividiamo l’idea che non sia accettabile, che in nessun quartiere, Scampia compresa, le persone debbano avere paura ad uscire di casa».
Il problema, però, è stato il modo in cui tutto ciò è stato portato avanti, una modalità sensazionalistica che non poteva che danneggiare il quartiere. Alla manifestazione si è visto anche qualcuno dell’associazione “Chi rom e chi no”, che lavora da dieci anni sull’inserimento nel quartiere dei bambini e degli adulti del campo rom di Scampia. «Il clamore mediatico suscitato dall’iniziativa non avrebbe potuto trovare in alcun modo continuità, qui a Scampia», dicono. «Le associazioni sul territorio ci sono, sono tantissime e fanno un grande lavoro. Ma è l’immaginario del quartiere che deve cambiare, e questo si fa provando a portare all’esterno l’ordinarietà, non una straordinarietà fatta di riflettori e telecamere». Così, se il capitolo #Occupy sembra essersi chiuso, ecco che subito qualcuno rilancia, ma questa volta “dal basso”. Da trent’anni il Gridas – Gruppo risveglio dal sonno organizza nel quartiere un bellissimo carnevale, un’occasione per i bambini di Scampia per rendere più colorate le loro strade. Gli operatori del Gridas hanno invitato chiunque abbia voglia di impegnarsi per Scampia, a partecipare all’organizzazione del carnevale, e alla sfilata di domenica 19 febbraio. Mascherati da Pulcinella, o da Guy Fawkes, poco conta…
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