Welfare
Il CdM proroga lo stato di emergenza
Il sovraffollamento negli istituti penitenziari aumenta la possibilità di morte di venti volte
di Redazione

Lo ha deciso il Consiglio dei Ministri, va prorogato lo stato d’emergenza inerente l’affollamento degli istituti penitenziari con un Decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri datato 13 gennaio 2010 (in allegato).
D’altra parte le carceri italiane sono affollate, affollatissime, prevalentemente da giovani e, sempre più spesso, sono proprio i giovani a morire: nei primi 10 giorni dell’anno 4 detenuti di età compresa tra i 28 e i 35 anni sono deceduti per cause naturali e un internato di 32 anni si è impiccato nell’Ospedale Psichiatrico Giudiziario di Aversa. Per “cause naturali”, in assenza di indagini più approfondite, si intende semplicemente che il cuore di queste persone si è fermato, spiega Ristretti Orizzonti.
Lo scorso anno per “cause naturali” sono morti 107 detenuti, la loro età media era di 39 anni: 73 casi sono stati archiviati senza alcuna ulteriore indagine, dopo che dalle ispezioni cadaveriche non erano risultati segni di violenza sui corpi, e classificati come “decessi causati da malattia”.
Nei restanti 34 casi è stata avviata un’inchiesta giudiziaria, con ipotesi di reato di varia gravità a carico di operatori sanitari e penitenziari, ma finora soltanto 7 procedimenti si sono conclusi e tutti con un “non luogo a procedere”. “Ma qualunque sia l’esito delle indagini ancora in corso – precisa Ristretti Orizzonti – è inconfutabile il fatto che per un detenuto la probabilità di morire per cause naturali sia molto più elevata che non per un coetaneo libero”.
L’evidenza che si ricava anche dalle statistiche degli ultimi 10 anni è che i detenuti muoiono con una frequenza 20 volte maggiore rispetto ai loro coetanei liberi, sia per suicidio, sia per “cause naturali”.
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