Non profit

Il fondo verde cheblascia a piedi i disabili

Così le norme anti inquinamento sfavorisconobl'accessibilità delle auto bianche

di Redazione

P overi disabili. Non bastava che quasi nessuno dei taxi milanesi avesse le caratteristiche adeguate per trasportarli, come il tetto alto e la pedalina elettrica. Ora ci si mette anche la Regione Lombardia, che preferisce aiutare i tassisti ad acquistare auto meno inquinanti piuttosto che a rendere il proprio mezzo accessibile. La modifica delle vetture per i portatori di handicap, cioè l’aggiunta della pedalina, è infatti ultima nell’ordine di priorità per la ripartizione dei 1.400.337 euro del fondo 2008 previsto dalla legge regionale 10/2000. Ciò significa che dalla stessa fonte attinge chi desidera acquistare un taxi ecologico e chi opta per mettere il mezzo a misura disabile. Anche se in questa seconda categoria rientra solo l’1% delle domande.
A sollevare la questione ci ha pensato Salvatore Falco dell’Associazione tassisti milanesi. È stato lui ad accorgersi della stranezza quando ha compilato la richiesta per accedere ai finanziamenti. «Ho comprato un taxi nuovo proprio per potervi portare i disabili», racconta. «Avevo una Punto di un anno e l’ho venduta proprio per acquistare un Doblò col tetto rialzato. Poi ho chiesto un preventivo per la pedalina e con la fattura sono andato in Regione. Ma non mi aspettavo questa sorpresa». L’aggiunta dell’elevatore costa circa 8mila euro, più tutte le giornate di lavoro perse per il collaudo, in cui il taxi deve rimanere fermo. Una spesa non da poco, che Falco sperava di attutire grazie agli aiuti regionali, a cui ora teme di non riuscire ad accedere. «In Lombardia ci sono 5mila taxi e solo uno può portare una persona in carrozzella. Ma se la Regione non ci aiuta, dubito che i colleghi saranno invogliati a modificare la propria auto».
«È la dimostrazione che le priorità sono altre, in questo caso l’ambiente» risponde Giovanni Merlo , direttore della Lega per i diritti delle persone con disabilità. «È indispensabile, per rendere appetibile questa scelta, che gli enti pubblici favoriscano con adeguati contributi un intervento di adeguamento del mezzo», nota Franco Bomprezzi, portavoce della Ledha. Per Irene Galimberti , dirigente lombardo dell’ufficio Programmazione e regolazione del trasporto pubblico, infine, la colpa delle priorità “sfalsate” è della legge «che è stata scritta con lo scopo di combattere l’inquinamento».

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