Mondo
Il gioco a quattro, esperimento riuscito
Un coordinamento nato un anno fa dallesigenza di più efficacia e più sicurezza espressa da quattro ong italiane presenti in Darfur: Cesvi, Coopi, Cosv e Intersos
di Redazione
Forse non è ancora direttamente traducibile in un modello, ma certo l?esperienza di Sos Darfur è da tenere presente per il futuro. Questo coordinamento è nato un anno fa dall?esigenza di più efficacia e più sicurezza espressa da quattro ong italiane presenti in Darfur: Cesvi, Coopi, Cosv e Intersos. Il bilancio del primo anno di vita ci porta a riconoscere che, oltre ad aver dato una risposta reale ai bisogni di partenza – il confronto ha consentito, per esempio, di avere quattro progetti armonici, che coprono ambiti diversi dell?emergenza -, l?esperienza del coordinamento ha messo a fuoco degli elementi che danno una marcia in più alla cooperazione italiana allo sviluppo e alla stessa ?immagine Italia?.
Il primo. Un coordinamento di ong ha consentito di godere dei vantaggi di una
struttura più grossa, mantenendo però le identità specifiche di ciascuna ong e garantendo pertanto dei risultati migliori. L?esperienza cioè ha dimostrato che lavorare insieme non è in contrasto con i valori di autonomia e di indipendenza della singola ong. D?altro canto, la scelta di collaborare con la massima fiducia reciproca ha fatto sì che il comitato si costituisse senza regole complesse: i fondi raccolti sono stati destinati a integrare attività già avviate in loco, e sono stati ridistribuiti in modo paritario tra le quattro ong.
Il secondo elemento innovativo è legato proprio alla raccolta di fondi e alla comunicazione. Le quattro ong, che hanno messo a disposizione la propria immagine per una campagna comune, non hanno per questo rinunciato a portare avanti operazioni individuali di informazione e fund raising presso i propri donatori. E i risultati ottenuti – quasi mezzo milione di euro – hanno confermato che i donatori intercettati sono stati, almeno in parte, diversi dai sostenitori abituali che ciascuno di noi portava in dote. Il coordinamento anche a livello di comunicazione ha consentito di fare una più ampia informazione non solo sui progetti in campo, quanto sulle condizioni del Darfur.
Terzo, la collaborazione con la Direzione generale per la cooperazione allo sviluppo del ministero degli Esteri, con altri partner istituzionali e con donors importanti. L?essere riuniti in coordinamento ha dato alle ong più solidità e affidabilità. Senza questa compattezza la Rai non ci avrebbe mai dato la visibilità, gli spazi, il contributo che ci ha dato, né avremmo avuto finanziamenti aggiuntivi da parte della Ue e del ministero. E poi? Poi si continua. Il dialogo con i donatori è ancora in corso, perché l?emergenza del Darfur è ancora terribile. Purtroppo le emergenze non spariscono, e non capitano neanche una per volta. Chissà che sia possibile, con l?esempio di Sos Darfur, che altre ong si facciano carico delle emergenze dimenticate.
di Emanuele Pinardi, consiglio direttivo di Sos Darfur
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