Sembrava troppo bello per essere vero, innumerevoli pagine virtuali sono state scritte sul crowdfunding, storie reali di chi, partendo da un’ idea ,non solo riesce a realizzarla ma a volte è addirittura in grado di creare un’impresa, grazie al potere della rete. Eppure non tutto è oro quello che luccica e il New York Times, presenta il conto a questo nuovo sistema di credito.
I
3 milioni di finanziatori e i
300 milioni raccolti da
Kickstarter, il sito americano più utilizzato da designer, artisti, attivisti e potenziali imprenditori per realizzare e lanciare il proprio progetto, sono solo alcune delle cifre che confermano il successo del crowdfunding, letteralmente il “finanziamento fatto dalla folla”, che mette in contatto le persone con un pubblico di potenziali finanziatori.
Eppure, secondo il New York Times, è proprio la facilità, a volte eccessiva, con cui si raccolgono anche enormi quantità di denaro che mette in difficoltà gli utenti del servizio, spesso imprenditori improvvisati alla prima esperienza, che faticano ad ottenere i risultati promessi ai finanziatori. Al momento della donazione infatti, ai cosiddetti “backers”, ovvero i donatori, viene promessa una ricompensa, che varia a seconda del tipo di donazione effettuata. Mentre per i sostenitori di una produzione cinematografica o video, può bastare l’inserimento del proprio nome tra i ringraziamenti, o addirittura tra i produttori, se la somma versata è particolarmente ingente, quando si tratta della realizzazione di un nuovo prodotto di design, spesso la donazione rappresenta una sorta di “acquisto anticipato” del prodotto.
Eric Migicovsky, il venticinquenne creatore di
Pebble, la linea di smartwatch da polso che lo scorso maggio ha raccolto
10 milioni di dollari su
Kickstarter, oltre
dieci volte la somma necessaria al suo progetto, tanto che è stato costretto ad assumere un’assistente che si occupasse della comunicazione e che lo aiutasse con la corrispondenza:
9 mila persone l’hanno contattato riguardo al progetto . “La pressione è tanta”, ha affermato Migicovsky, “Ci sono
65 mila persone che hanno ordinato un orologio che ancora neanche esiste.” Le prime spedizioni erano previste per settembre ma sembra che dovranno essere posticipato a data da destinarsi.
Da uno studio della Wharton School della University of Pennsylvania emerge che il 75% dei progetti finanziati grazie a Kickstarter, la maggior parte dei quali riguarda appunto prodotti, non riesce a rispettare le scadenze promesse ai sostenitori. Anche se le persone sono tenute, per legge, a mantenere i patti, Kickstarter non ha attivato nessun sistema di rimborso per i donatori insoddisfatti e declina ogni responsabilità per i progetti che vengono portati a termine in ritardo o che, addirittura, non vengono portati a termine.
Eppure sono moltissimi i progetti che, grazie al crowdfunding, raccolgono molto più denaro di quello richiesto, a volte in pochissimi giorni, lo stesso Yancey Strickler, co-fondatore di Kickstarter si è detto stupito da questo fenomeno. “E’ un’economia che si crea di minuto in minuto”. Ha spiegato Strickler “Ma quando un prodotto raggiunge una certa portata, ci si aspetta di avere a che fare con una multinazionale, non con una persona”.
L’
Elevation Dock, un caricatore per I-Phone 4, è stato il primo progetto di Kickstarter ad aver superato la soglia del milione di dollari, anche in questo caso la consegna prevista non è stata rispettata e qualche supporter spazientito ha espresso la sua delusione sulla pagine di Kickstarter del progetto. Il problema è che, per un piccolo imprenditore, tenere il passo con le rapidissime nuove tecnologie è un’impresa impossibile, lo dimostra proprio il caso dell’Elevation Dock che non è compatibile con il nuovo modello di I-Phone appena presentato da Apple. Casey Hopkins, creatore del progetto ha reso noto che, per ovviare al problema, verrà applicato una sorta di adattatore così da soddisfare le esigenze dei clienti che ne fanno richiesta. “E’ stata un’esperienza molto stressante”, ha spiegato Hopkins, “Ma credo che alla fine ce l'abbiamo fatta”. L’azienda fondata da Hopkins, è finalmente sul punto di spedire 19 mila caricatori, a chi li aveva richiesti. “E’ davvero un risultato positive”, ha affermato, “O almeno lo sarà dopo che avrò fatto una lunga vacanza.”
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