In Italia per il 60% delle famiglie un problema ai denti dei figli diventa un problema che dissesta il bilancio familiare. Dati confermati anche dalla recente ricerca multiscopo sulla famiglia dell’Istat: la rinuncia o il rimandare cure sanitarie che non sono coperte dal servizio pubblico diventa una scelta obbligata sempre più frequente nelle famiglie italiane. «Quel 60% identifica le famiglie che non superano i 30mila euro di redditi», spiega Paolo Pezzana, direttore di Welfare Italia, società che in questi anni ha aperto decine di punti di sanità leggere in tutt’Italia. «Con un reddito così l’eventualità di una spesa di 3mila euro per un problema ai denti del figlio diventa un fattore destabilizzante». L’unica risposta possibile è ovviamente quella di rendere quei costi il più possibile accessibili. Ma non solo. Come recita la sua mission, «Welfare Italia nasce per essere vicino alle famiglie in tutte le fasi della vita, dall’infanzia alla terza età, con gli obiettivi di promuovere benessere». Questo significa non solo rispondere ai bisogni, ma saperli anche intercettare. «La famiglia è il nostro stakeholder principale. Per questo dobbiamo venirle incontro e aiutarla anche nel prevenire i problemi. Cure dentistiche e cure psicologiche sono le domande di prestazioni più frequenti. Ma l’offerta deve essere intelligente e flessibile. Per questo abbiamo pensato a pacchetti di prestazioni integrate». Di cosa si tratta? «Si va da cose molto semplici», spiega Pessana, «ad esempio, se una mamma viene a farsi curare i denti in uno degli ambulatori affliati a Welfare Italia, avrà uno sconto molto importante per uno screening ai figli. La filosofia è quella di prevenire e accompagnare la famiglia nell’affrontare i problemi che si aprono».
Poi ci sono anche pacchetti più strutturati per venire incontro a esigenze nuove. Ad esempio, è molto forte la domanda di accompagnamento a tutte le problematiche legate alla nascita di un figlio. «È una fase della vita che genera più apprensioni che nel passato», spiega Pezzana. «Per questo richiede un’attenzione integrata, sia dal punto di vista medico ginecologico, sia psicologico, sia di preparazione alla vita con il bambino. Nel “pacchetto” le coppie hanno prestazioni scontate del 50% rispetto ai prezzi di listino». Prezzi che già in partenza sono sotto la media di mercato.
Anche all’interno della rete ci sono esperienze che fanno scuola e che diventano best practice per l’intero sistema. Pezzana ne indica due in particolare. «A Canegrate, alle porte di Milano, è stata sviluppata un’attività di sostegno educativo alla famiglia. In particolare è un aiuto ad affrontare le situazioni scolastiche critiche, sempre più diffuse. E sempre a Canegrate è nato un servizio ribattezzato “Nuove famiglie italiane” che viene incontro ai bisogni delle famiglie immigrate, sia nelle pratiche come quelle del ricongiungimento, sia nel fare emergere e affrontare problematiche sanitarie che per ragioni culturali a volte non vengono allo scoperto».
La seconda esperienza innovativa e solidale viene dall’ambulatorio situato in viale Jenner a Milano. «Lì per facilitare l’accesso ai nostri servizi pagati è stata creata una struttura di mutualità favorita da un fondo diocesano per le famiglie. Grazie al fondo, che viene alimentato con donazioni anche dai normali pazienti del centro, si ricarica una card che garantisce la massima riservatezza per la famiglia che ne usufruisce. È un’esperienza che non è unica, anche a San Pellegrino è nata un’associazione di mutuo auto aiuto tra le famiglie». Il welfare di domani ha bisogno di recuperare esperienze antiche…
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