Cultura

Il mio migliore amico é un kamikaze

Un libro sulla storia di un ragazzo raccontata dal suo conoscente d’infanzia, cresciuto con lui in una baraccopoli marocchina dove lavora Soleterre Onlus.

di Redazione

Esce oggi in libreria La scelta di Said. Storia di un kamikaze, volume edito da Sperling & Kupfer.
Nel 1998, alla fine della scuola, Said e Bouchaid, due ragazzi marocchini rispondono al richiamo dell?integralismo islamico.
Il 10 aprile 2006 Said si è fatto esplodere uccidendo oltre a se stesso il poliziotto che lo inseguiva.
A raccontare la sua vita e la sua morte è Bouchaid Mhamka, l?amico d?infanzia.
Bouchaid Mhamka vive a Sidi Moumen, bidonville vicino a Casablanca da dove provenivano i protagonisti degli attentati di Madrid dell?11 marzo 2004 e i giovani che nel 2003 si fecero esplodere in un hotel di Casablanca causando 40 morti.
Mhamka ha accettato di ricostruire la sua storia e quella dell?amico per far conoscere la realtà nella quale l?integralismo trova facilmente nuovi proseliti.
Una testimonianza che ci porta nella testa e nell?esperienza dei kamikaze.
Bouchaib Mhamka ha fondato recentemente l?associazione locale El Massir, che collabora con Soleterre Onlus per migliorare le condizioni di vita dei giovani di Sidi Moumen e avviarli al lavoro.
Il libro è scritto in collaborazione con Raffaele Masto, giornalista specializzato in esteri, inviato per Radio Popolare Network di Milano e soprattutto esperto d?Africa.
La prefazione è a cura di Damiano Rizzi, Presidente di Soleterre Onlus.
«Bouchaib oggi ? dichiara Damiano Rizzi presidente di Soleterre ? è un uomo che sa cosa vuole. Nella sua vita non è stato sempre così. Qualche anno fa era un giovane sbandato che richiamato dell’integralismo islamico stava per cadere nel terrorismo.»
«Viveva – continua Rizzi – in un contesto adatto: il Marocco povero e la baraccopoli di una grande città, senza il sostegno e l?aiuto di nessuno. Oggi Soleterre lavora lì. Insieme a Bouchaid perché attraverso interventi mirati si possa arginare con strategie di pace i fenomeni di terrorismo che vanno contrastati non con le guerre, ma garantendo l?accesso a diritti fondamentali.»

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