Mondo
il nostro pianobper resistere allabcrisi di donazioni
sotto la lente ActionAid e le turbolenze economiche
di Redazione
L otta alla povertà e rispetto dei diritti umani. Sono le due direttrici che segnano da oltre trent’anni l’attività di ActionAid, organizzazione internazionale che opera in più di 40 Paesi, specialmente di Asia, Africa e America Latina. La sede principale si trova in Sudafrica, ed è presente in Italia dal 1989. Nel mondo, ActionAid ha lavorato a circa 800 progetti, in sinergia con oltre 2mila organizzazioni locali, coinvolgendo secondo le stime non meno di 13 milioni di persone. Da noi la ong riceve aiuto da circa 150mila sostenitori, che diventano 500mila se parliamo di Europa. Numeri che danno un’idea della solidità e dell’impegno di questa organizzazione. Ora che però le Borse mondiali hanno andamenti da montagne russe – con la prospettiva di una recessione globale di cui ancora s’ignorano durata ed effetti – è inevitabile che ActionAid debba valutare attentamente la situazione per muoversi con razionalità e prudenza.
«Anche in passato abbiamo affrontato crisi economiche internazionali», dice Marco De Ponte , segretario generale per l’Italia di ActionAid, «ma gli effetti negativi sulla nostra raccolta fondi sono stati minimi, anche perché avevamo donatori con reddito abbastanza alto. Certo, questa volta il quadro generale è più complicato e preoccupante e non si tratta di un evento passeggero». «È anche vero», continua il segretario, «che abbiamo una base di donatori più estesa rispetto al passato. Ci aspettiamo un impatto, che però non sarà immediato: studi di settore ci dicono che questo genere di fenomeni produce effetti sul fundraising dopo circa dieci mesi». È comprensibile che una crisi di questa natura, cioè globale, susciti inquietudine in un’organizzazione strutturata come network internazionale. «È difficile fare previsioni», continua De Ponte. «In queste settimane mi sembra che sia l’emotività a dettare i comportamenti, pertanto occorre monitorare la situazione e aggiustare il tiro di trimestre in trimestre. Per ora posso dire questo: contestualmente alle allarmanti notizie provenienti dalle Borse, ci sono pervenute molte meno richieste di informazioni per le donazioni». Insomma, l’onda emotiva impedisce di valutare con la giusta lucidità gli scenari venturi.
Nel frattempo, ActionAid continua la sua attività e per il prossimo anno ha intenzione di insistere ancora sulla lotta alla fame nel mondo con la sua campagna di sensibilizzazione HungerFREE-Diamo scacco alla fame . «È uno schiaffo in faccia vedere come certi Stati reperiscono e allocano i fondi per salvare la finanza», dice De Ponte. «Sono subito pronti a soccorrere le banche, ma non vedo alcuna mobilitazione quando si tratta di combattere la fame».
17 centesimi al giorno sono troppi?
Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.