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Sport & Disabilità

Il paratleta, che prof!

Cinquecento studenti hanno partecipato alla prima tappa 2024 di “Campioni di Vita”, iniziativa di Rg eventi con la partnership di Intesa Sanpaolo e il patrocinio del Comitato Italiano Sport paralimpico, che ha l'obiettivo di sensibilizzare i ragazzi ai valori del rispetto e dell'inclusione attraverso l'incontro con grandi sportivi

di Ilaria Dioguardi

il motto dell’iniziativa è “Se hai un sogno e vuoi realizzarlo, nulla potrà ostacolarti. Tranne la tua volontà”. Una frase di Alex Zanardi che riassume perfettamente “Campioni di Vita”, evento che ha come obiettivo quello di accendere i riflettori sui valori fondanti nella crescita individuale e collettiva dei più giovani. La prima tappa del 2024 è stata ospitata al teatro Ghione di Roma. Ideato diversi anni fa da Rg in collaborazione con Intesa Sanpaolo e patrocinato dal Comitato Italiano Paralimpico, ha visto sul palco tre grandi ambasciatori dello sport: Andrea Lucchetta, Oney Tapia e Oxana Corso.

“Campioni di Vita” ha l’obiettivo di sensibilizzare i giovani delle scuole secondarie di secondo grado di tutta Italia sui valori più importanti della vita umana, ovvero il rispetto delle altre persone e delle loro diversità, l’inclusione e la capacità di affrontare ogni sfida con determinazione e passione. Elementi che si coniugano perfettamente con lo sport e con la competizione paralimpica. «Quando ho proposto a Intesa Sanpaolo questo format, ci ha subito creduto», ha detto il campione del tennis Adriano Panatta, ospite speciale di questa tappa. «I ragazzi delle scuole superiori sono in un momento in cui devono scegliere cosa vogliono fare nella vita, probabilmente hanno già le loro crisi esistenziali. Sentendo le parole dei campioni presenti oggi e vedendo i loro filmati possono capire che tutto è possibile. L’esperienza di “Campioni di Vita” è molto emozionale e commovente per i giovani, che durante le tappe di questa iniziativa stanno sempre in silenzio ad ascoltare. È importante perché dà loro una bella scossa».

Adriano Panatta


Ha ragione Panatta, i ragazzi, provenienti da nove istituti superiori, sono stati in silenzio per più di due ore ad ascoltare. Qualcuno si è anche commosso ascoltando le parole e vedendo i video delle imprese sportive di Lucchetta, Tapia e Corso.
«Non esiste nessun tipo di differenza tra sport olimpico e paralimpico: è sport. Noi siamo qui per abbattere le barriere che separano il palcoscenico da questi ragazzi. Grazie alle storie di vita di questi atleti, i giovani possono comprendere quanto sia bello, denso, forte il loro percorso e quanto siano avvincenti le loro vicende, di vita e sportive: i sacrifici e l’impegno li hanno portati ad arrivare al coronamento di un sogno attraverso lo sport. La cosa importantissima è essere inclusivi», ha detto Andrea Lucchetta, campione della nazionale italiana di pallavolo degli anni Novanta, che ha tenuto alta l’attenzione dei giovani durante tutto l’evento.

Andrea Lucchetta

«Tutti i bambini, con qualunque tipo di disabilità, devono poter giocare, ritrovare il sorriso, trovare la loro strada che li porta al divertimento. Apprendere con il divertimento è la cosa più bella. Il gioco deve sfociare nello sport e deve essere uguale per tutti. Ho ideato il cartone animato Super Spikeball (disponibile su RaiPlay) in cui Viola, nata prematura, vince le sue paure grazie al gioco di team; Lee Wang, dislessico e disgrafico, grazie al suo yoyo prende fiducia in se stesso e apprende con il gioco delle tecniche con cui risolve le sue problematiche», ha continuato Lucchetta. «Per i bimbi io sono la voce di Lucky, l’allenatore della squadra di spikeball della mia serie animata».

Se hai un sogno e vuoi realizzarlo, nulla potrà ostacolarti. Tranne la tua volontà

Alex Zanardi

Dopo un divertente edu-quiz, che ha appassionato i ragazzi con domande legate a contenuti di educazione finanziaria e che rientra tra le attività promosse dal Museo del Risparmio di Torino, gli ambasciatori dello sport olimpico e paralimpico hanno parlato agli studenti e risposto alle loro domande. «Lo sport ha rappresentato tanti valori nella mia vita: disciplina, onestà e molto coraggio», ha affermato Tapia, medaglia di bronzo ai Giochi paralimpici di Tokyo nel getto del peso e nel lancio del disco per non vedenti.


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«Questi valori ogni giorno fanno parte di me e sono contento di condividerli con questi ragazzi, sperando che la mia energia possa arrivare, con il messaggio che loro sono importanti. Ognuno di noi ha un talento, per farlo uscire fuori bisogna fare tanti sacrifici», ha proseguito Tapia, che ha raccontato di essere diventato cieco in seguito a un incidente, avvenuto nel 2011 mentre stava abbattendo un albero e che quando tornò a casa dopo essere diventato cieco, la madre gli disse: “Alzati e muoviti, ci sono tante persone che stanno peggio di te”. «Quel momento mi ha spronato, è stato un messaggio così forte che mi è rimasto tutta la vita. Io dico sempre: prima vedevo ed ero cieco, ora sono cieco e ci vedo».

Da sinistra, Leonardo Vellucci e Antonello Carnassale di Special Olympics, Adriano Panatta, Oney Tapia, Andrea Lucchetta e Oxana Corso

«Quando sono salita su una pista di atletica all’età di dieci anni, è stato amore a prima vista. Lo sport mi ha cambiato come persona», ha detto Corso, velocista, argento mondiale sui 100 e 200 metri alle Paralimpiadi di Londra e detentrice del record mondiale sui 400 metri di velocità. Affetta da una cerebrolesione, Corso ha raccontato ai ragazzi la sua storia, personale e sportiva. «Sono stata adottata a tre anni, mio padre mi ha preso all’orfanotrofio di San Pietroburgo. Da quando ho scoperto nel 2005 lo sport paralimpico, non so cosa sia il limite».

Prima vedevo ed ero cieco. Ora sono cieco e ci vedo

Oney Tapia

Altro momento emozionante è stata la testimonianza sul palco di due campioni parte di Special Olympics, Antonello Carnassale e Leonardo Vellucci, che hanno raccontato la loro splendida avventura che li ha portati a vincere, nel giugno 2023, la medaglia d’oro nel calcio unificato a 5 ai Mondiali di Berlino. Special Olympics, presente in 200 Paesi, è un programma sportivo internazionale per persone con e senza disabilità intellettive, in Italia opera in tutte le regioni ed è presente da 40 anni.


Partner dell’iniziativa, patrocinata dal Comitato Italiano Paralimpico, è Intesa Sanpaolo che condivide con “Campioni di Vita” l’impegno per l’inclusione sociale, l’importanza dei valori dello sport e l’attenzione alle nuove generazioni. «La partecipazione oggi di 500 studenti dà forza, energia, entusiasmo, rigenera l’animo. La motivazione per cui Intesa Sanpaolo accompagna, stimola e promuove iniziative come “Campioni di Vita” vanno ricercate nella storia», ha detto a VITA Michele Attivissimo, direttore commerciale retail Lazio e Abruzzo Intesa Sanpaolo. «Negli anni Cinquanta chi aveva una disabilità era ai margini della società, spesso rischiava di perdere un posto di lavoro. Nel 1960, in occasione delle Olimpiadi di Roma, venne un’idea rivoluzionaria: organizzare un torneo internazionale con atleti con disabilità. Quel momento segnò uno spartiacque, iniziò un percorso che arriva fino a oggi, grazie allo sport e ai valori a essa collegati: sana competitività, rispetto delle regole, passione, sacrificio e soprattutto inclusione. Poco unisce come lo sport. Noi di Intesa Sanpaolo ci identifichiamo con questi valori, li applichiamo al nostro interno con delle policy aziendali di dettaglio e li promuoviamo anche verso l’esterno, questo è il motivo per cui, accanto a eventi sportivi di richiamo, c’è l’orgoglio di essere vicini a manifestazioni come “Campioni di Vita”.

Foto di apertura – di Lars Moeller/Avalon/Sintesi – gara di rugby in carrozzella ai Giochi paralimpici di Tolkyo 2021. Le altre immagini dell’ufficio stampa Intesa Sanpaolo


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