Famiglia
Il Pnrr e i giovani: il punto su nidi, scuole e dispersione
Ammontano a 19,44 miliardi di euro le risorse mobilitate dal Pnrr per il potenziamento dei servizi di istruzione, infanzia e adolescenza. I tre investimenti principali - nidi, riqualificazione delle scuole e contrasto alla dispersione scolastica - muovono da soli 7,3 miliardi. A che punto siamo? Lo rivela per la prima volta il report di Openpolis e Con i Bambini. «Ci vuole attenzione alla ‘messa a terra’ del piano. È questa ora la priorità. È necessario far convergere le politiche pubbliche e le varie fonti di finanziamento verso un obiettivo condiviso», dice il presidente Marco Rossi-Doria
Ammontano a 19,44 miliardi di euro le risorse mobilitate dal Pnrr per il potenziamento dei servizi di istruzione, infanzia e adolescenza, cui si aggiungono altri interventi trasversali alle diverse missioni. Finanziamenti che dovranno servire a ridurre le distanze con gli standard Ue e a colmare i divari interni. Basteranno a colmare i divari all’interno del Paese, in sostegno dei minori e delle famiglie in difficoltà? E soprattutto, a che punto siamo? Il report Con i Bambini – Openpolis per la prima volta analizza, in una trattazione organica, i più significativi interventi del Pnrr destinati al contrasto della povertà educativa, con un focus per ogni regione e con dati comunali fruibili da decisori, terzo settore e media.
«I fondi del Pnrr rappresentano realmente una grande opportunità per rilanciare un Paese ricco, che fa pochi figli e che si permette di avere un terzo dei suoi ragazzi in povertà assoluta o relativa. Ci vuole però attenzione alla ‘messa a terra’ del piano. È questa ora la priorità», sottolinea Marco Rossi-Doria presidente di Con i Bambini. Nella prefazione del report, Rossi-Doria scrive che «non è un caso se il piano europeo per rilanciare lo sviluppo è stato definito Next Generation EU. Il futuro dell’Italia e di tutta l’Europa passa dalle nuove generazioni, ma il nostro Paese più degli altri ha un percorso in salita da fare. In un Paese ricco e che fa pochi figli, un terzo dei bambini e ragazzi vive in condizione di esclusione precoce. Un Paese che ha il terzo del suo futuro “zavorrato” non può prescindere dall’affrontare e risolvere con il massimo impegno il problema della povertà educativa. Perché se hai una parte consistente del tuo futuro fatto di persone che da bambini vivono potenti condizionamenti negativi è un problema dell'intera società. Si fatica ancora a farlo comprendere, a renderlo centrale per le politiche pubbliche di questo Paese ».
Tre sono le misure chiave del Pnrr per bambini e adolescenti: asili nido, edilizia scolastica e riduzione dei divari educativi. Questi tre investimenti strategici mobilitano da soli 7,3 miliardi di euro, di cui 4,1 miliardi già analizzati nel report attraverso le graduatorie. Il report, consultabile online sul sito dell’osservatorio conibambini.openpolis.it e su conibambini.org e anche in formato cartaceo, ha analizzato per ciascuna misura situazione e bisogni attuali, mappando le prime graduatorie pubblicate entro gli interventi Pnrr programmati. Si tratta dei primi dati, necessariamente parziali, provvisori e spesso soggetti a rimodulazioni. Tuttavia, già allo stato attuale per ciascuna misura emergono diversi elementi di rilievo. «È fondamentale disporre di informazioni tempestive per consentire un effettivo monitoraggio sull’attuazione del Pnrr», sottolinea Vincenzo Smaldore, responsabile editoriale di Openpolis. «I bandi analizzati mostrano che si tratta di processi amministrativi e gestionali complessi, attualmente in piena evoluzione. E lo saranno ancora di più nei prossimi mesi quando si passerà all’attuazione dei progetti. La disponibilità di informazioni per analizzare lo stato di avanzamento degli interventi sarà l’unico modo per valutare la riuscita e l’impatto del piano sui territori».
In primo luogo, va rilevato come tutti e tre gli investimenti analizzati, stando alle prime graduatorie pubblicate, rispettino la clausola del 40% dei finanziamenti al mezzogiorno. Avrebbero tale destinazione il 54,98% delle risorse del bando nidi, il 42,4% per le “nuove scuole” e il 51,2% della prima tranche del piano anti-dispersione. Tuttavia i due bandi – quelli su asili nido e scuole – hanno fatto emergere tutte le difficoltà di alcuni territori nell’accedere alle risorse con lo strumento del bando. Ciò è stato particolarmente visibile in quello sui nuovi nidi. La scadenza è stata prorogata più volte, con una riapertura dei termini rivolta specificamente agli enti del mezzogiorno.
Asili nido e scuole dell’infanzia
Il Pnrr destina 4,6 miliardi di euro per il piano asili nido e scuole dell’infanzia, con l’obiettivo di creare 264.480 nuovi posti per la fascia 0-6 anni. La parte più cospicua delle risorse è assegnata attraverso un bando da 3 miliardi di euro, di cui 2,4 destinati agli asili nido. Le risorse del bando nidi intervengono su un’offerta oggi inferiore alla soglia Ue (27,2 posti ogni 100 bambini 0-2 anni nel 2020, a fronte del 33% previsto dall’obiettivo specifico) e con ampi divari territoriali tra Nord e Sud – sono tutti meridionali i territori sotto il 10% (Ragusa, Caltanissetta, Cosenza, Caserta) – ma anche tra città e aree interne. Se l’offerta nei comuni polo mediamente supera la soglia del 33%, nei comuni di cintura si attesta attorno al 25%, mentre in quelli periferici e ultraperiferici non raggiunge il 20%. E spesso sono proprio i territori più carenti di servizi a mostrare le maggiori difficoltà nel presentare progetti, in particolare nelle regioni meridionali.
Edilizia scolastica
Il secondo investimento analizzato dal report Con i Bambini – Openpolis è il piano di sostituzione e riqualificazione energetica degli edifici scolastici. Parliamo di 800 milioni di euro, successivamente innalzati a 1,19 miliardi. Anche se non è l’unica misura prevista per l’edilizia scolastica nei prossimi anni, è una delle più qualificanti e innovative. Avrà come target la costruzione di nuove scuole sostenibili (-50% di consumi) e di ambienti di apprendimento all’avanguardia. Oggi il 57,5 per cento degli edifici scolastici è dotato di accorgimenti per il risparmio energetico, con quote che superano l’80 per cento nelle province di Bergamo, Padova, Lecco, Sondrio e Vicenza. Invece non arrivano al 20% nei territori di Crotone, Trapani e Reggio Calabria. Il 42,4% delle risorse del piano è previsto per il Mezzogiorno. Va notato che, nonostante l'aumento di risorse disposto dal ministero, gli enti locali di 6 regioni restano comunque al di sotto dello stanziamento inizialmente previsto.
Dispersione scolastica
La terza misura approfondita è l’intervento straordinario per ridurre i divari territoriali nell’istruzione e la dispersione scolastica. Si tratta di 1,5 miliardi di euro, che dovranno servire anche a ridurre l’abbandono scolastico dal 12,7% attuale al 10,2% entro il 2026, migliorando i dati nelle regioni in cui è più elevato, in particolare nel Mezzogiorno, dove gli abbandoni sono più frequenti e gli apprendimenti inferiori. Sono 3.198 gli istituti destinatari della prima tranche del piano: 500 milioni di euro di cui il 51,2% previsti per sud e isole. Un intervento di cui il gruppo di lavoro sulla dispersione nominato dal ministero ha segnalato diversi limiti, in particolare rispetto alla definizione dei fabbisogni e al coinvolgimento della comunità educante.
Il report in sostanza sottolinea come «occorra, in ogni territorio, costruire un patto territoriale e una rete di coordinamento, territoriale o regionale, che garantisca la manutenzione ordinaria durante lo svolgimento dei lavori e la buona spesa di questi fondi. Ma più in generale, è necessario e opportuno, far convergere le politiche pubbliche e le varie fonti di finanziamento – ordinarie e straordinarie, regionali, centrali ed europee – verso un obiettivo condiviso. Le difficoltà, burocratiche, di coordinamento, di co-progettazione, sono tante ma siamo convinti che lo sforzo di ogni attore, politico e istituzionale, avrà tanto più successo quanto più vi sarà comune attenzione al faticoso lavoro della “messa a terra”, svolta insieme, con costanza».
Foto Unsplash
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