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Il Pontefice bsulle orme di Gesù

di Redazione

È il viaggio dei viaggi. Il sogno di ogni successore di Pietro: tornare nella terra dove tutto iniziò. Terra Santa, appunto. Sarà l’evento clou del quarto anno di pontificato di Benedetto XVI. Le date sono già fissate, dall’8 al 14 maggio. Prima tappa Amman (Giordania), poi Gerusalemme con visite a Nazareth e Betlemme. Un viaggio che per il Papa ha il significato di un pellegrinaggio di fede, nei luoghi in cui il grande mistero di Cristo ha impattato la storia. Un viaggio che inevitabilmente sarà letto anche in chiave politica. Terzo pellegrinaggio di un Papa in Terra Santa. Il primo fu Paolo VI nel 1964. Era dai tempi apostolici che un Papa non si inginocchiava davanti al Santo sepolcro. Gerusalemme era ancora interamente territorio arabo, giordano. Parole come terrorismo islamico non dicevano granché. Papa Montini fu letteralmente sommerso e trascinato dalla folla, la sicurezza non era ancora un’ossessione. Mancavano tre anni alla guerra che in sei giorni avrebbe modificato i confini di Israele e della Palestina. E acceso nuovi odii in tutta la regione. Fra la Santa Sede e lo Stato ebraico non esistevano relazioni diplomatiche.
L’inasprimento del conflitto israelo-palestinese rese politicamente impossibile un altro viaggio in Terra Santa per quasi 40 anni. Ma giunse l’anno del Grande Giubileo, i duemila anni dalla nascita di Cristo e il Papa giramondo non poteva concludere il suo lungo pontificato senza essersi prostrato nel luogo dove il Verbo si è fatto carne. Marzo 2000. Wojtyla, alla maniera ebraica, infila in una fessura del Muro del Pianto un biglietto-preghiera di riconciliazione con i fratelli maggiori. Wojtyla, mano nella mano con Arafat, visita il campo profughi di Betlemme. Sembrò che anche la pace fosse più vicina, a portata di mano. Sei mesi dopo, la passeggiata di Sharon nella spianata delle Moschee e la nuova intifada.
Benedetto XVI non sa ancora quali saranno i suoi interlocutori. Ci saranno elezioni politiche in Israele a febbraio. E potrebbe vincere la destra più rigida. Anche nei territori palestinesi potrebbero tenersi elezioni. C’era chi suggeriva di aspettare tempi migliori. Ma è saggio il patriarca latino di Gerusalemme, mons. Fouad Twal, quando dice: «Se aspettiamo che da noi i tempi siano maturi, allora passeranno altri due o tre pontificati?».

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