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Il profitto? Solo sui libri

Quattro Università preparano i futuri dirigenti del non profit. E a tre anni dalla loro prima introduzione, le facoltà per tracciano un bilancio molto lusinghiero.

di Michele Caropreso

Studiare con profitto, per imparare ad amministrare quelle aziende che non hanno il profitto come primo obiettivo. Le università italiane cominciano ad adeguarsi allo sviluppo sempre maggiore del settore non profit, e si moltiplicano corsi accademici per formare la futura classe dirigente di associazioni di volontariato, imprese sociali, organizzazioni non governative. Un mondo, quello della solidarietà organizzata, che ha sempre più bisogno di personale qualificato per reggere la sfida del mercato dei servizi alla persona, uno dei pochi in cui il trend occupazionale è positivo. Ecco, di seguito, una guida ragionata alle lauree della solidarietà. Attualmente, sono tre le città che offrono un corso di qualificazione per il settore non profit: Milano, all?università Cattolica e alla Bocconi, Trento e Forlì, presso la sede distaccata dell?università degli studi di Bologna. Le possibilità tra cui scegliere sono quattro, una delle quali appena avviata. «Da noi l?indirizzo ?Gestione di aziende non profit? esiste da tre anni, ed è inserito nel corso di laurea in Economia aziendale», spiega Giorgio Fiorentini, responsabile del corso presso la Bocconi, a Milano. Un corso che negli anni ha ricevuto un gradimento sempre maggiore, passando dai 30 studenti che lo hanno scelto il primo anno ai 45 dell?ultimo. I ragazzi devono sostenere obbligatoriamente sei esami in materie inerenti al Terzo settore, di cui, obbligatorio, il corso tenuto dal professor Fiorentini. Si studiano poi le tecniche di raccolta fondi, la gestione dei rapporti con le amministrazioni pubbliche, le strategie di comunicazione in questo tipo di azienda, le tecniche di gestione dei lavoratori dipendenti e dei volontari. Sempre a Milano, ma all?università Cattolica, parte quest?anno il diploma universitario in Gestione delle imprese cooperative e delle organizzazioni non profit, come indirizzo della laurea breve in ?Economia gestionale delle imprese?. Gli studenti possono scegliere tra due specializzazioni: ?Economia sociale?, diretta a chi vuole lavorare nelle organizzazioni di sanità e assistenza, ed ?Economia civile?, per chi preferisce le cooperative e gli enti che erogano servizi. Oltre che operatori e amministratori per enti non lucrativi, quindi, alla Cattolica vogliono formare personale che possa inserirsi anche in strutture pubbliche senza fine di lucro, come gli enti locali, gli ospedali e le Asl. Caratteristica particolare di questa nuova esperienza è il coinvolgimento diretto di alcuni di principali attori del Terzo settore di casa nostra, come la Compagnia delle opere, la Cisl e le Acli, le associazioni cristiane dei lavoratori. Una collaborazione che garantisce un collegamento con quello che poi potrebbe essere il futuro mondo lavorativo. Anche la Caritas, insieme a numerose altre congregazioni religiose, sembra intenzionata a collaborare con i responsabili del corso. È un diploma universitario, una laurea breve, anche quella avviata lo scorso anno a Forlì, presso la sede distaccata dell?università di Bologna. Tre anni di corso, nel contesto della facoltà di Economia, sotto la guida carismatica di Stefano Zamagni, preside della facoltà e padre politico della nuova normativa fiscale per le organizzazioni non profit, ormai in dirittura d?arrivo. Tre le specializzazioni disponibili per gli studenti che scelgono Forlì: ?Economia sociosanitaria?, diretta ai futuri amministratori di ospedali e aziende sanitarie, ?Economia dell?istruzione?, per dirigenti di asili, scuole, università e centri di formazione professionale, ?Economia e finanza?, per manager di fondazioni e banche etiche. Il corso comprende un stage formativo in un ente non profit, con l?assistenza di un ?tutor? per ogni studente. Le lezioni si rivolgono anche a chi già lavora nel Terzo settore, ed ha quindi difficoltà a seguire tutte le lezioni: il materiale didattico è infatti disponibile anche ?on line?. Per chi la laurea già ce l?ha, c?è anche un vero e proprio master: lo organizza l?università di Trento in collaborazione con l?Issan, l?Istituto studi per lo sviluppo delle aziende non profit. Un corso di un anno, con le lezioni concentrate dal giovedì al sabato, per un totale di 500 ore. A tutto questo va aggiunto uno stage formativo di 4 mesi in organizzazioni del Terzo settore italiane o europee. «Il nostro corso, a differenza di altri, è nato per formare quadri e dirigenti di imprese sociali vere e proprie», racconta Alceste Santuari, uno dei docenti del corso, «lasciando quindi da parte il volontariato e la cooperazione sociale». Il corso è alla sua seconda edizione, e dei diciassette diplomati dello scorso anno, ben dieci hanno trovato lavoro subito dopo la fine dello stage.


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