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Famiglia & Minori

Il ragazzo dei 100 giornali

I racconti dell'estate

di Davide Rondoni

E c?è lui che usciva dal grande portone di un palazzo di Milano. La mattina prestissimo, con gli occhi pesti e lucidi per la notte volata via senza sonno, scendeva all?edicola vicino a casa, puzzando di gatti e di vino. Comprava decine di giornali e di settimanali, li cacciava alla rinfusa in un sacchetto e se ne risaliva. Oppure, stessa scena alla mattina molto tardi, quasi verso l?ora di pranzo. Occhi meno pesti, aria meno grave, segno di maggior riposo. Pieno sì, di nubi cattive, ma riposo, perdìo. Acquistava senza nessun criterio apparente quotidiani diversi e tra loro avversari, settimanali di costume e riviste sui più svariati argomenti. L?edicolante, un ciccione che non amava scambiar parola con nessuno, era ogni giorno curioso di sentire i titoli del suo strano cliente. Lo vedeva andar via con un sacchettone fragoroso, pieno confusamente di ?Il Corriere?, ?La Repubblica?, ?Il Foglio?, ?Il Sole?, ?L?Espresso?, ?King?, ?Vogue?, ?Autosprint?, ?Airone?, ?Il pescatore?, ?La bomboniera?, ?Guida casa?, ?Il bilanciere?, ?Skorpio?… Pretendeva sempre i vari allegati. Con un grugnito indicava raramente alcune riviste pornografiche. L?unica volta che in tre anni l?edicolante gli aveva rivolto la parola era stato per chiedergli: ?Ma ce ne hai di soldi da spendere! Chissà dove li prendi, eh??. Ma l?altro lo aveva osservato incupito come un cane e aveva bofonchiato un accidente con la bocca impastata e sdegnosa. Stretto dentro la sua casina di carta, l?edicolante, obeso e stufo, vedeva il ragazzo traversare veloce la strada animata dal primo traffico, camminare con passo rapido e con la testa bassa sul marciapiede tra i passanti ancora rari. A volte, in mattinate gelide, arrivava con un giubbino striminzito di finta pelle e una lattina di Coca-cola ghiacciata nella mano viola. Col freddo il ragazzo sorrideva più facilmente. Quando la colonnina toccava lo zero o lo forava, ecco, quelle erano mattine in cui lo si poteva vedere uscire dal portone del suo palazzo già con un sorriso da gatto, la lattina di Coca gelata e con la grande sporta di bianca plastica vuota, tonda nel vento, come un?ultima luna dell?alba. L?edicolante s?era chiesto qualche volta dentro il testone imberrettato se quel ragazzo abitasse da solo o con qualche parente, magari una madre anziana. Un giorno – era il lunedì di un febbraio rigido come una coltellata – si trovarono davanti all?edicola il ragazzo e un bambinetto. Era già passato mezzogiorno e un sole velato non si decideva a scaldare neppure i primi strati di terra indurita. L?edicolante non fece caso alle occhiaie del ragazzo e alla sua spettinatura. Gli diede le dieci-dodici riviste che chiedeva. Il bambinetto se ne stava di lato, con le milleecinque del padre per la ?Gazzetta dello Sport?. D?improvviso guardò in su: ?Ma perché ti compri tutti quei giornali?? Il ragazzo trasalì da chissà quale suo inferno di pensieri. Negli occhi gli si ritirò la luce e quando si girò a osservare il bambino che gli aveva rivolto la parola aveva già due lacrimoni che brillavano sulle palpebre. Ma non rispose niente. All?edicolante sembrò solo che volesse, con un inchino, sfiorare con la mano la testa del bambinetto. Ma le braccia erano stracolme di giornali e, scivolandogli un ?Casa viva? dal mucchio, realizzò un gesto bloccato come di manichino. Di scatto se ne filò via senza nemmeno raccogliere la rivista da terra. A cena, l?edicolante rivolse strane parole alla moglie magra e cinciallegra che lo amava e che lo infastidiva con le sue ricette e con una mal corrisposta attenzione ai particolari. Disse lui: ?Oh! Hai notato che certa gente inizia a piangere senza nemmeno cambiare espressione della faccia?? Lei, voltandosi con un forchettone in mano, alzò l?angolo della bocca come se avesse sentito il suo ippopotamuccio caro parlare turco. ?Niente, niente…? chiuse lui, rimettendosi a succhiare il brodo di cannella dal cucchiaio. Il giorno dopo, forse per uno dei misteriosi incantesimi metropolitani, il bambino e il ragazzo si ritrovarono a far coppia davanti all?edicola. Probabilmente il moccioso, pensò l?edicolante, è a casa da scuola per qualche problema in famiglia, o lo fanno uscire prima per uno sciopero…. O forse ha una malattia. Ma l?aspetto rubizzo e allegro del bambino ancora lì, pronto con le milleecinque, non dava àdito a tristi sospetti. Il bambino guardava con curiosità mista a timore quel signore che il giorno prima non gli aveva risposto. Il ragazzo, invece, sembrava completamente dimentico del dialogo mancato. Ordinò a valanga una decina di titoli, con la solita voce bassa e rovinosa, senza degnare il piccolo nemmeno di un?occhiata. All?edicolante parve un po? più brusco del solito. Fu il ragazzino a prendere iniziativa: ?Mio babbo m?ha detto che ne compri così tanti per tenerti informato. E m?ha detto anche che fai proprio bene?. Il ragazzo, che già stava andandosene, s?impalò, come se fosse rimasto impigliato per il giubbino. Cercando di non far scivolare un numero di ?A tavola?, si abbassò per poter parlare all?orecchio del piccolo. Vinse una lieve balbuzie e sussurrò di filato: ?Devi dire a tuo padre che non capisce niente. Devi dirglielo?. Il bambino rimase frastornato da queste parole. Sperdutezza e timore gli balenarono nello sguardo ancora tenero. Acquistò la ?Gazzetta? muovendosi come un automa e prima di tornare dal padre che lo aspettava in casa seduto a tavola davanti alla tivù, attese che quello strano ragazzo fosse rientrato nel suo portone. Rondoni, un poeta ?prestato? alla prosa Anche quest?anno ?Vita? propone per l?estate una serie di racconti inediti scritti per noi dai più apprezzati giovani scrittori italiani. Il filo conduttore è il rapporto tra padri, madri e figli, che vive una crisi che i discorsi degli intellettuali spesso non riescono a comprendere. Dopo che nelle scorse settimane sono stati pubblicati i racconti ?Mio figlio è un messicano? di Luca Doninelli e ?Marco e Filippo? di Bruno Rinaldi, questa settimana tocca a Davide Rondoni. Forlivese, classe 1964, è considerato uno dei migliori poeti della sua generazione. Allievo di Ezio Raimondi, si è rivelato ventenne con la raccolta ?La frontiera delle ginestre?, cui ha fatto seguito ?O les invalides?, ?A rialzare i capi spioventi? e, l?anno scorso, ?Nel tempo delle cose cieche?, con l?introduzione di Mario Luzi. È consulente editoriale e dirige in proprio una piccola casa editrice e una rivista di poesia, ?ClanDestino?. Rondoni è anche narratore: è stato finalista al Premio Berto con i racconti de ?I santi scemi?. Le prossime settimane ospiteremo i racconti di Sandro Onofri, Aurelio Picca, Vincenzo Gambardella, Dario Voltolini, Tiziano Scarpa, Paola Capriolo, Chiara Zocchi.


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