Antonio Intiglietta, presidente di Ge.Fi. – Gestione Fiere spa, anima dell’Eire – Expo Italia Real Estate (a Milano, 5/7 giugno) è certamente convinto che «l’edilizia residenziale sostenibile rappresenti una questione sempre più urgente perché la crisi ha trasformato la casa in un lusso che sempre meno famiglie si possono permettere», e che «negli ultimi mesi il dibattito si sia arricchito di interessanti spunti di riflessione», ma è altrettanto certo che ? affinché questo nuovo approccio possa davvero spiccare il volo ? «manchino ancora tre condizioni imprescindibili».
Quali?
La prima passa dalla necessità che aree o patrimoni, pubblici e privati, oggi non utilizzati siano messi rapidamente a disposizione del non profit. La seconda riguarda le istituzioni regionali, che possono incentivare progetti attraverso l’abbattimento dei tassi d’interesse sui mutui e con la costituzione di fondi che coinvolgano la finanza pubblica e privata. La terza condizione mira ad una riforma fiscale che introduca un regime Iva al 4% per chi fa politiche sociali della casa.
Rispetto alla scorsa edizione di Eire, lo spazio dedicato alla social housing exhibition mi pare si sia ridotto. Effetto della crisi?
La fiera è lo specchio di un settore, il Real Estate, che ha subìto una forte contrazione. Eire tiene pur nella situazione di crisi che ha annientato diverse imprese e messo in ginocchio altre. Ognuno fa le proprie scelte, noi la nostra l’abbiamo fatta: la fiera si fa perché abbiamo deciso di investire in un settore strategico per il futuro del Paese. Mi permetta di dire che è già un successo poter organizzare la manifestazione nell’ambito della più grande crisi dal Dopoguerra ad oggi.
C’è un progetto di social housing fra quelli che presentate che l’ha particolarmente colpita per grado di innovazione?
A Milano la Cooperativa La Ringhiera ha promosso il progetto di via Pompeo Leoni, in zona Bocconi, completato recentemente. La Regione con il Comparto 2 del Fondo federale immobiliare di Lombardia ha acquisito questo progetto, insieme al Social Main Street della Bicocca della Compagnia dell’Abitare, per il quale è pronta la gara internazionale. In Pompeo Leoni, sull’ex area industriale dell’autoparco comunale, oggi ci sono tre nuove palazzine destinate a studenti universitari, genitori separati, giovani coppie e lavoratori fuori sede.
È immaginabile pensare che il social housing non sarà più confinato in una sezione, seppure importante, ma “contagerà” tutta la fiera?
Eire è cambiata e la prossima edizione metterà l’Italia al centro del mercato internazionale. Per quanto riguarda il social housing, credo che siano i numeri a imporre un’accelerazione. Basti pensare che, in base ai dati dell’Unione Europa, il Severe Housing Deprivation, che misura il disagio abitativo tra sovraffollamenti e abitazioni di scarsa qualità, in Italia è pari al 7,3% contro il 2,5% di media dell’Europa Occidentale. La zona grigia, composta da chi è troppo ricco per poter avere un alloggio popolare e chi è troppo povero per potersi permettere un affitto di mercato, è sempre più vasta. È a loro che dobbiamo rivolgerci.
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