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Scuola & inclusione

Il riscatto delle periferie? Passa dallo studio della matematica

Dieci anni di Next-Level realtà che lavora per rendere concreto il diritto allo studio e chr, da Torino, si è allargata, col progetto Next-Land, alle città di Bari e Napoli, con l'obiettivo di avvicinare più studenti, soprattutto ragazze, alle discipline scientifiche, matematiche e tecnologiche, viatico di promozione sociale

di Daria Capitani

Asia sogna di «spaccare nel basket», ma il suo piano B è nelle Scienze applicate. Jennifer pensava non fosse poi così utile studiare, eppure da poco ha cambiato idea: «Se vuoi un lavoro perfetto ti devi impegnare. Io credo che studierò Grafica, Fotografia, Audiovideo e Multimedia». Hanno entrambe 12 anni. È l’effetto Next-Land, il progetto che si propone di cambiare il mondo una classe alla volta.

Stati generali della scuola del futuro

Torino, 12 aprile. Una giornata alle Officine Grandi Riparazioni – Ogr, il più grande stabilimento della città, nato nel 1895 tra le stazioni di Porta Nuova e Porta Susa. Un luogo che racconta una storia di grande produttività, ricostruzione e rinascita: oggi è un hub di innovazione e arte. La location è perfetta per la maratona dedicata alla scuola del futuro di Next-Level, ente del Terzo Settore impegnato da 10 anni sul territorio nazionale nella difesa del diritto allo studio, nella lotta alla dispersione scolastica e nella promozione dell’orientamento. Al centro, i lavori conclusivi di Next-Land, percorso biennale di didattica innovativa che nella promozione delle materie Stem ha trovato la chiave per cambiare il mondo. Tradotto in numeri ha portato sotto la Mole 500 ragazze e ragazzi provenienti da sei istituti secondari di primo grado, 80 docenti e dirigenti scolastici, 18 ricercatori universitari, 23 musei, 45 orientatori tra role model aziendali ed esperti e 100 famiglie.

La scienza e la tecnologia per cambiare direzione

Next-Land è un grande contenitore di storie. Traiettorie che sembravano tracciate e che invece sono pronte a cambiare direzione, docenti che si mettono in gioco in un nuovo modo di fare scuola, genitori che accolgono prospettive fino a quel momento inedite e ricercatori che con un linguaggio inclusivo mettono la propria competenza al servizio dei più giovani. Il tutto nel nome delle Stem, l’acronimo dall’inglese Science, Technology, Engineering and Mathematics che viene utilizzato per indicare le discipline scientifico-tecnologiche e i relativi corsi di studio.

Tutto è nato nel 2020 «dalle donne», sottolinea la fondatrice di Next-Level Caterina Corapi, e da due dati fondamentali (fonte Osservatorio Stem, Fondazione Deloitte). Innanzitutto, la media dei laureati Stem europei, rispetto ai totali, è ancora troppo bassa (25 per cento): l’Italia, con il suo 24,5 per cento, si attesta al quinto posto sui primi 7 Paesi europei, diventando il fanalino di coda quando si tratta di lauree in Scienze naturali e Ict.

«Un dato preoccupante», spiega Anita Montagna, direttrice scientifica di Next-Level, «se si pensa che per affrontare i problemi futuri riguardanti la transizione ecologica e i processi di economia circolare si avrà sempre più bisogno di professionisti in questi ambiti, che già oggi sono molto richiesti dalle aziende italiane (70 per cento), soprattutto con specializzazioni in Cybersecurity (44 per cento), AI e robotica (33 per cento), Matematica e Data Science (30 per cento)».

Il secondo elemento ha a che fare con il gender gap: le donne laureate in materie Stem sono il 14,5 per cento del totale, nonostante si laureino meglio e in meno tempo rispetto ai colleghi uomini. Il problema si pone soprattutto post-laurea, quando per loro trovare lavoro risulta più difficoltoso, visto lo stereotipo radicato nella società secondo cui le scienze sarebbero “materie da uomini”. Un’eredità culturale, questa, che ha radici profonde e che, si stima, verrà superata soltanto tra 258 anni.

Come invertire la rotta

 «Ci siamo chieste come invertire la rotta», continua la fondatrice Caterina Corapi, «ne è nato un movimento dalle e nelle periferie. Siamo partiti nel 2020 nei quartieri di Torino Barriera di Milano, Aurora e Lucento, contesti urbani caratterizzati da gravi fattori di marginalizzazione socioeconomica ma anche da una significativa concentrazione di giovani: attraverso la scienza, abbiamo ampliato prospettive e opportunità.

Dal 2022 il progetto si è esteso anche a Napoli e Bari, in due regioni italiane in cui soltanto il 38 per cento ha un diploma di scuola superiore e in cui, a causa della pandemia, gli studenti hanno pagato il prezzo educativo più alto». L’obiettivo è crescere ancora, fino a raggiungere tutto il territorio nazionale. Del resto, il monitoraggio dei dati di impatto mostra che la direzione è quella giusta: aumenta la propensione a scegliere indirizzi in ambito Stem con un maggior beneficio riscontrato in particolare dalle ragazze (+1,24 per cento).

Spiegare la chimica con un caffè

Come puoi sognare qualcosa che non conosci? «Ci ha sempre guidato questo punto di domanda», spiega Montagna, «da qui, il desiderio di aumentare il ventaglio di opportunità a cui i nostri studenti possono aspirare». Le fa eco l’ospite d’eccezione della giornata torinese, la massima esperta europea di Capitale scientifico Louise Archer: «Per aumentare la partecipazione alle Stem bisogna partire dal primo e secondo ciclo. Gli approcci esistenti non sono sufficienti e il cambiamento è lento. Dobbiamo cambiare il sistema, non i giovani».

Louise Archer: a Next-Land

Next-Land fa proprio questo. In seconda media, «quando ancora non c’è un’urgenza nella scelta della scuola superiore» come sottolinea Montagna, risponde alle richieste future del mercato del lavoro applicando il metodo Steam, dove alle classiche Scienze, Tecnologia, Ingegneria e Matematica (Stem), si aggiunge una “A” che sta per Arte e materie umanistiche. E così gli studenti escono dalle aule ed entrano nei musei, vere e proprie porte d’accesso ai saperi Stem: «Il patrimonio culturale diventa strumento educativo potente, la matematica si svela nelle architetture cittadine, la chimica nei quadri». Al servizio del progetto, ricercatori e docenti universitari: avvezzi a un target diverso, hanno lavorato affinché anche gli argomenti più complessi diventassero accoglienti, inclusivi, ingaggianti. Tra loro, Debora Fino del Politecnico di Torino: «La chimica è parte del quotidiano di ognuno di noi, basta svelarla per farne comprendere la bellezza. Un caffè, del resto, è l’estrazione di una molecola ad alto valore aggiunto. Questa esperienza ci ha ulteriormente ricordato che nella didattica non c’è gara, dobbiamo vincere tutti».

La scuola come motore trasformativo della società

Del progetto – che è sostenuto da Fondo di Beneficenza di Intesa Sanpaolo, Enel Cuore Onlus, Fondazione Compagnia di San Paolo, Fondazione Crt, Fondazione Vodafone, in collaborazione con Regione Piemonte – fanno parte non soltanto la rete scuola e i formatori, ma anche eccellenze delle imprese italiane, dei musei e delle università.

Una ricerca condotta da Next-Level, Fondazione Agnelli, Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali dell’Università di Cagliari e Università della Campania Luigi Vanvitelli mostra come la scelta di creare percorsi didattici alternativi e orientativi fin dalle scuole medie sia premiante. Il 76 per cento di studenti e studentesse coinvolti nel progetto Next-Land andrebbe più volentieri a scuola se in programma ci fossero più attività e laboratori come quelli proposti da Next-Level. Gli argomenti affrontati, inoltre, sono considerati così interessanti che il 68 per cento di loro (percentuale in crescita anno dopo anno) li vorrebbe anche durante le lezioni curricolari giornaliere. I laboratori interattivi, le uscite nei musei e nelle università, unite all’approccio ludico alle materie Stem sono apprezzate anche dai docenti che, nel 90,7 per cento dei casi, riscontrano miglioramenti positivi non soltanto in termini didattici, ma anche di clima di classe.

Una comunità educante che s’interroga e si confronta, cresce e accetta il rischio di sbagliare per aggiustare la rotta. «Aiutiamo i giovani a trovare il loro posto nel mondo anche se il mondo è un posto complicato», si legge nei video promozionali di Next-Level. Succede davvero se ragazze come Jennifer, dopo aver visto i colori primari mescolarsi tra loro al Palazzo della Luce di Torino, si concedono nuovi sogni.

Le foto del servizio sono dell’autrice per VITA.


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