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Il terzo settore si fa in cento

Sono partiti i forum territoriali del terzo settore. luoghi di incontro, rappresentanza e dibattito per raccogliere le sfide del nuovo welfare

di Edoardo Patriarca

L a campagna promossa dal Forum nazionale per la diffusione dei Forum territoriali porta con sé i ?sogni? coltivati in questi anni da tanti presidenti di associazioni e da tutti coloro che si sono impegnati nella promozione e nello sviluppo del Terzo settore in Italia. Con dedizione e passione civile disinteressata, senza alcuna sottovalutazione delle difficoltà e senza nascondere le debolezze del nostro mondo. Sogni: perché la politica in cui crediamo non è solo quella del ?programma? o della tattica più o meno lungimirante, ma quella che coltiva i valori costituzionali e la società che essi tratteggiano. Anzitutto una premessa: i Forum territoriali non vogliono essere una mera articolazione del Forum nazionale o regionale: non vogliamo creare una reti di nuove sedi, o una sorta di federazione del Terzo settore. Quali sono dunque le prospettive che coltiviamo? In primis offrire una esperienza che a livello nazionale ha dato buoni frutti: un luogo che ha costruito una azione sociale condivisa e una rappresentanza plurale e coesa. La riforma del titolo V della Costituzione sposta le competenze sulle politiche di welfare ai livelli locali, e il welfare della legge 328 affida al Terzo settore un ruolo per nulla secondario nella progettazione/programmazione dei piani sociali di zona. I Forum territoriali potranno essere un luogo di sintesi, che pure non ha l?ambizione di inglobare tutto o di omologare le differenze, per individuare le priorità e il massimo del bene possibile su cui impegnare tutti. Un luogo cui si affida il compito di rappresentanza nei confronti delle istituzioni e delle altre parti sociali. Un luogo in cui coltivare il desiderio di partecipazione che sta riemergendo in molti cittadini per riscoprire una politica laica, non ideologica, che si vuole misurare sui problemi e le attese delle persone e della comunità, dei più deboli soprattutto; e che misura la politica delle istituzioni sulla capacità di promuovere lo sviluppo. È la politica del giorno dopo giorno, altrettanto determinante di quella promossa dai movimenti che riguarda la pace o la globalizzazione. Un luogo, infine, per dare gambe al principio dei sussidiarietà che non va solo declamato ma che chiede alle nostre organizzazioni un?assunzione di responsabilità per dare esito concreto a questo principio. Possiamo offrire un?esperienza, una rete nazionale, un marchio di qualità – lo è per davvero – documenti e materiali, contatti e una ?piazza? per il dibattito. Il resto spetta a tutti coloro che già da domani vorranno partire, con i piedi per terra ma con un pizzico di passione nel cuore. FAQ 1. Che cosa sono i Forum territoriali? Sono organizzazioni di secondo livello, cioè coordinamenti di associazioni, in un determinato contesto locale (città, vallata, provincia, distretto). Costituiscono una forma autonoma di aggregazione di organizzazioni che già operano, senza finalità di lucro, per realizzare finalità di interesse generale. In quanto aggregazioni locali, i Forum territoriali costituiscono la naturale articolazione del Forum nazionale del Terzo settore, nato a Roma nel 1994, cui oggi aderiscono circa 150 associazioni. 2. Qual è il loro scopo? I Forum territoriali permettono di creare un fronte comune d?interessi nel dialogo con le istituzioni, ottenendo un maggior potere d?ascolto e di coinvolgimento nelle strategie di risposta ai bisogni. Possono realizzare battaglie comuni (denunciare il degrado di una zona; combattere per l?integrazione sociale e per i diritti delle fasce più deboli; diffondere esperienze di accoglienza e volontariato). Sono in grado dare voce a realtà che non fanno parte di grandi organizzazioni nazionali, e conquistare loro un potere di dialogo diretto sia con il Forum regionale che con quello nazionale, nella segnalazione dei problemi e delle questioni da portare avanti sui tavoli istituzionali. Sono una grande opportunità per dare coralità e consapevolezza al mondo del sociale. 3. Chi può farne parte? Tutte le organizzazioni che operano sul territorio senza finalità di lucro, nei più diversi ambiti (sociale, assistenziale, ambientale, culturale, di promozione della pace ecc.). Sono escluse soltanto quelle realtà che dovessero propugnare idee e obiettivi antidemocratici o xenofobi. 4. Come si fa a costituire un Forum territoriale? Per qualificarsi come Forum territoriale le organizzazioni interessate devono compiere pochi passaggi formali: costituirsi utilizzando lo schema di patto associativo; assumere come proprio il documento di principî; impegnarsi a rispettare il regolamento integrandosi nel quadro istituzionale e organizzativo del Forum nazionale e dei Forum regionali. Conclusi questi passaggi è necessario inviare al Forum nazionale una scheda di notifica dell?avvenuta costituzione e la richiesta di adesione. 5. Qual è la loro struttura interna? Il Forum territoriale è composto di tre organi: l?Assemblea territoriale, il Comitato di coordinamento e il Collegio dei revisori. L?Assemblea è il ?parlamentino? delle associazioni, si riunisce almeno una volta all?anno, vi partecipa un rappresentante per ogni associazione; oltre a eleggere il Comitato di coordinamento e il Collegio dei revisori, fissa la ?linea politica? del Forum. Il Comitato di coordinamento è l?organo di ?governo? del Forum territoriale: convoca l?Assemblea, approva il bilancio, attua gli indirizzi fissati dall?assemblea ed elegge al suo interno un portavoce. Il Comitato è una struttura agile che si riunisce mensilmente e cura lo svolgimento dell?attività corrente. Per questo nomina anche un segretario.Il Collegio dei revisori, infine, controlla la regolare tenuta della contabilità. 6. Quali le attività? Sono molte: definire il proprio ruolo nell?ambito del sistema di servizi socio-sanitari (in base alla legge 328); ?fare gruppo? rispetto ai problemi che investono il territorio; far partire campagne interassociative su obiettivi locali; supportare temi o campagne nazionali (come ?+ Dai -Versi?, campagne ambientali, sociali, civili, per la donazione del sangue ecc.). 7. Quali gli interlocutori? Praticamente tutte le realtà politiche, economiche, sociali e religiose del territorio, con cui è possibile stabilire un dialogo e un confronto, senza dimenticare i mass media per farsi conoscere. 8. A chi rivolgersi per saperne di più? Il Forum nazionale aiuta e supporta la nascita di ogni Forum territoriale, al numero 06.69799645 oppure forumterritoriali@forumterzosettore.it. Dal sito del Forum, www.forumterzosettore.it, è inoltre possibile scaricare la Guida alla costituzione dei Forum territoriali, il manuale d?uso per i Forum costituenti Identikit del forum nazionale I primi passi Il Forum del Terzo settore nasce ufficialmente nel giugno 1997 (dopo che già dal 94 un nucleo di associazioni si era riunito in un coordinamento informale) ad opera di circa 30 associazioni nazionali di volontariato, associazionismo, cooperazione sociale e cooperazione allo sviluppo. Lo Statuto e il documento politico approvato dall?assemblea diventano i due documenti che danno il via al Forum e che hanno permesso negli anni l?ingresso di nuove organizzazioni. I primi documenti sono un?agenda per «costruire l?Europa dei cittadini», lo sviluppo del Mezzogiorno, il contributo alla Commissione bicamerale per la revisione della Costituzione. Seguiranno gli incontri con il governo Prodi che porteranno, nell?aprile 98 a Padova, alla firma del Patto per la solidarietà; a seguire, nel 99 la firma del Patto per il Lavoro che riconoscerà il Forum ?parte sociale? e dunque soggetto entrante nei tavoli di concertazione. Nel frattempo nascono Banca Etica, il Salone della solidarietà di Civitas, Transfair, Siser e AsterX: un arcipelago variegato che tesse una fitta rete di relazioni, progetti e alleanze. 2000: la svolta Nel 2000, concluso il primo triennio, si modifica lo statuto e si introduce un coordinamento nazionale più ampio e la figura dei due portavoce: più di 110 le organizzazioni aderenti, nascono i Coordinamenti tematici, si consolidano i Forum regionali e nascono i primi Forum territoriali. Sempre più ricca la produzione di documenti: dall?infanzia allo sport, dalle politiche sociali all?ambiente, dalla cultura alla comunicazione sociale e editoria, dall?immigrazione alla formazione permanente. I portavoce Nel giugno 2000 l?Assemblea nazionale introduce la figura dei due portavoce e un coordinamento nazionale più numeroso. Perché queste modifiche? Anzitutto per rafforzare la collegialità, il pluralismo e la capacità di prendere decisioni condivise in una realtà, quella del Forum, articolata e composta da organizzazioni provenienti da esperienze culturali e politiche diverse. Una sfida per nulla semplice eppure fondamentale, perché alla rete occorre capacità di animazione e di sintesi, moderazione e attenzione più a ciò che unisce che a quello che divide. Da qui, proprio per la complessità delle funzioni, la diarchia dà testimonianza e visibilità alle diversità che fanno la forza del Forum. I portavoce parlano a nome di una delle più grandi reti nazionali costruite in Europa, anche con accenti e tonalità diverse, a garanzia della pluralità e delle pari opportunità per tutte le organizzazioni aderenti. Info: www.forumterzosettore.it


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