Elezioni Usa 2024
Il voto americano al bivio tra wokismo e diversity & inclusion
Il wokismo è una componente fondamentale della narrativa della campagna elettorale di Trump, così come l’utilizzo dell’immigrazione come spauracchio. «Capisco le preoccupazioni di una parte della società americana, ma chi ha a cuore i temi della diversity & inclusion nella retorica trumpiana fatica a ritrovarsi», sottolinea Federico Mento, direttore di Ashoka Italia
Speranzosi ma prudenti. Federico Mento, direttore di Ashoka Italia, sintetizza così il clima che in queste ore si respira fra i colleghi dell’head quarter di Ashoka, in Virginia. «Ovviamente l’organizzazione è apartitica, parlo del sentire delle singole persone», precisa. «Tutti dicono che sarà un’elezione molto dibattuta, si avverte la tensione di una partita aperta ma anche un clima di grande prudenza rispetto ai dati degli exit poll».
Il pensiero di una possibile vittoria di Donald Trump preoccupa?
Preoccupa e mi preoccupa un certo approccio alla dialettica politica centrata su frasi fortemente improntate alla violenza, che utilizza iperboli che sconfinano spesso un immagini truculenti e violente: è una cosa che non può lasciare indifferenti quanti credono nel dialogo, nel confronto, nelle comunità. Aggiungo che il wokismo è una componente fondamentale della narrativa della campagna elettorale di Trump, così come l’utilizzo dell’immigrazione come spauracchio. Ashoka ha un programma, Hallo World, che ha proprio l’obiettivo di smontare una certa narrazione sull’immigrazione e di dire che i migranti sono attori del cambiamento: un pezzo importante della retorica di Trump, invece – ho sentito alcuni dei suoi comizi in questi ultimi giorni – si basa sulla presentazione degli immigrati come attori di crimini. Poi possiamo anche ragionare su quali siano le sue ragioni, sul fatto che l’America è cambiata e che ci sono nuove disuguaglianze che colpiscono i settori meno attrezzati della società americana e che si sentono maggiormente esposti ai rischi dei cambiamenti… La migrazione è una grande trasformazione e quindi sicuramente per tutta una fascia della popolazione è un elemento di preoccupazione, però chi ha a cuore i temi della diversity & inclusion nella retorica trumpiana fatica a ritrovarsi.
Da Washington ci arrivano immagini di un Campidoglio blindato. L’assalto a Capitol Hill del gennaio 2021 è un ricordo vivo o tutto sommato, al di là del processo, è qualcosa che i cittadini hanno già perdonato a Trump?
Assolutamente, anzi il timore di un ulteriore possibile vulnus alle istituzioni democratiche è forte. Da quello che vedo, il voto è molto spinto dal timore di una radicalizzazione del dibattito pubblico, di un indebolimento delle istituzioni, di politiche restrittive nei confronti delle libertà personali, dal tema dell’emancipazione delle donne, da un equilibrio democratico che nel caso in cui vincesse Trump potrebbe venire meno.
Foto AP Photo/Charlie Riedel
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