Non profit

Il WWF lancia l’eco-tricolore

Più verde delle rinnovabili e bianco dell’efficienza energetica bilanciando il rosso delle fonti convenzionali: un piano per l'ambiente, ma anche per l'economia. In vista dell'Ora della Terra (guarda qua accanto il video di Francesco Totti)

di Redazione

Per raggiungere una reale efficienza energetica che farebbe crollare la bolletta dell’energia del nostro Paese e rilanciare l’economia è necessario tagliare entro il 2030 il 50% dei consumi energetici e degli approvvigionamenti da fonti fossili e incrementare del 40% la produzione complessiva di energia da fonti rinnovabili entro il 2030. «Le fonti rinnovabili sono il futuro ma sono anche il presente e sono uno dei punti cardine su cui poter affrontare e superare l’attuale crisi economica». È questa la ricetta per un futuro energetico sostenibile dell’Italia, un futuro più efficiente e più verde, presentata dal WWF nel dossier «Cambiamenti climatici, ambiente ed energia: linee guida per una strategia nazionale di mitigazione e adattamento». Il dossier è stato presentato da Vincenzo Balzani, docente di chimica all’università di Bologna, Sergio Castellari, Focal Point Ipcc Italia e ricercatore dell’Ingv e del Centro euromediterraneo per i cambiamenti climatici, Marino Gatto professore di ecologia del Politecnico di Milano e Sergio Ulgiati professore di analisi del ciclo di vita dell’Università  Parthenope di Napoli.

«Nell’anno in cui il mondo si appresta ad approvare un nuovo patto globale per il clima, è più che mai urgente che il Governo doti il Paese di un Piano nazionale per l’energia e di un Piano nazionale per l’adattamento ai cambiamenti climatici che sono già in atto», ha dichiarato Gianfranco Bologna, direttore scientifico del WWF Italia. «Non è la voce degli ambientalisti ma quella dei massimi esperti ad indicare la strada per uscire dalla crisi energetica e climatica».
 
Ecco la ricetta, in sintesi, proposta dal WWF:

Primo imperativo: mitigare, ovvero ridurre drasticamente le emissioni dei gas climalteranti rinnovando uno scenario energetico attuale ormai del tutto privo di prospettive. Prima del 2050 tutte le risorse energetiche non rinnovabili attualmente accertate saranno esaurite. Allo stesso tempo la comunità scientifica internazionale, attraverso l’ultimo rapporto dell’IPCC, ha prescritto che per contenere entro livelli gestibili il cambiamento climatico in atto, le emissioni globali devono essere ridotte di almeno l’80% entro il 2050, ma secondo il WWF questo obiettivo non potrà essere raggiunto senza una riduzione di almeno il 30% entro il 2020.

Ma come può fare l’Italia per uscire dallo stallo e stare al passo?
 L’Italia basa le proprie forniture di energia quasi esclusivamente su fonti fossili, ma non dispone di grandi risorse energetiche non rinnovabili. Proseguendo su questa strada, i consumi energetici cresceranno e, tranne che per una modesta quota di rinnovabili, continueranno a basarsi su fonti importate che, per il progressivo esaurimento e il costante aumento della domanda, saranno sempre più costose. Al contrario siamo particolarmente avvantaggiati quanto a fonti rinnovabili, che sono invece sempre più economiche: abbiamo un buon potenziale idroelettrico, foreste e produttività agricola che garantirebbero biomasse di scarto, e siamo tra i Paesi europei più soleggiati.
 
Di qui la ricetta del WWF per l’Italia: – 50% dei consumi, -50% delle fonti fossili, fonti rinnovabili più che triplicate entro il 2030 (con investimento iniziale ampiamente ricompensato dalla convenienza a medio termine), per uno scenario complessivo in cui il fabbisogno energetico nazionale sia assicurato al 50% da fonti rinnovabili e combustibili fossili. Lo scenario è un vero e proprio ‘tricolore’ per il futuro energetico dell’Italia in cui appare evidente la necessità di aumentare il verde per le rinnovabili e il bianco per l’efficienza da sviluppare a fianco di una riduzione del rosso delle fonti convenzionali

Sistemi naturali in buona salute = salute dell’uomo e dell’economia
Analizzando gli scenari e le proposte sull’adattamento, il secondo ‘fronte’ su cui il nostro Governo è chiamato ad agire attraverso uno specifico Piano strategico, gli scienziati concordano tutti sul fatto che il Benessere dei  sistemi naturali sia la base fondamentale per il benessere e l’economia.
Il 90% dei disastri naturali che si sono verificati in Europa dal 1980 sono attribuibili a eventi metereologici o climatici. L’Europa ha speso per questi eventi circa 15 miliardi di euro l’anno. Il primo fondamentale passo è il monitoraggio degli ambienti più delicati, a partire dalle foreste per poi intervenire sui sistemi agricoli, sugli ecosistemi marini e su quelli di acqua dolce. Urgente poi avviare la ‘grande opera pubblica’ di ‘ripristino’ o restauro del territorio capace di riconnettere tutti i sistemi naturali per renderli meno fragili e vulnerabili ai cambiamenti climatici. Purtroppo oggi si continuano a proporre infrastrutture considerando poco i conseguenti effetti sui sistemi naturali. 
 
Nell’ambito delle iniziative che il WWF ha messo in campo per l’Anno del clima il 28 marzo l‘appuntamento è alle 20.30 con EARTH HOUR, l’ora della terra in cui verrà spenta la luce per un’ora in una grande Ola planetaria di buio.  Mancano appena 16 giorni  è già si annuncia come un evento globale spettacolare che coinvolgerà più di 1.000 tra grandi e piccole città nel tentativo di coinvolgere 1 miliardo di persone

A clima ed energia, in vista dell’Earth Hour, sarà anche dedicato il prossimo numero di Ecomondo, il mensile realizzato in collaborazione con il WWF in edicola con Vita non profit Magazine dal 20 marzo. Non perdetelo!

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