Welfare

IMMIGRATI. 11 preti contro il ddl

Protesta ad opera di alcuni sacerdoti indignati e preoccupati dall'atteggiamento xenofobo del Governo

di Redazione

Una «Giornata di silenzio, preghiera e digiuno» è in atto dalle 10 di stamattina e proseguirà fino alle 20 di stasera in provincia di Udine, nel centro Balducci di
Zugliano. La manifestazione, aperta a tutti e scandita dalla lettura di passi della Bibbia riguardanti l’accoglienza, la giustizia, la pace, è il modo di protestare di 11 preti che non condividono le scelte del Governo in materia di immigrazione. I sacerdoti hanno scritto una lettera aperta nella quale esprimono «indignazione e
tristezza per la diffusione di atteggiamenti di intolleranza, xenofobia e razzismo e per le decisioni politiche che mettono in atto un razzismo istituzionale nel nostro Paese e anche nella nostra Regione, culminato in questi giorni con i respingimenti di persone disperate nell’inferno da cui sono venute: la Libia, il deserto, i loro paesi impoveriti e insanguinati da violenze e guerre».
L’iniziativa prende le mosse dalla determinazione di una decina di sacerdoti: don Pierluigi Di Piazza (Zugliano), don Franco Saccavini (Udine), don Federico Schiavone ( Udine), don Giacomo Tolot (Pordenone), don Piergiorgio Rigolo (Pordenone), don Alberto De Nadai (Gorizia), Andrea Bellavite (Gorizia), Don Luigi Fontanot (Fiumicello), Don Mario Vatta (Trieste), don Albino Bizzotto (Padova),
p. Daniele Zarantonello, Missionari Comboniani, Padova. «Ci si vanta dei respingimenti come risultato di una politica di contrasto all’arrivo di coloro che impropriamente vengono chiamati “clandestini”», scrivono ancora nella lettera, «e non persone disperate, in fuga da situazioni drammatiche ed in cerca di accoglienza senza operare per la giustizia e la pace nei paesi di provenienza».
Tra i passi della lettera, l’osservazione che «è svanita e sta svanendo, in Italia ed in Friuli, la pietà e concretamente si violano i diritti umani fondamentali sanciti dalla nostra Costituzione, da quella Europea, dalle dichiarazioni dell’Onu. Il decreto sicurezza mette in atto provvedimenti che invece di dare risposte progressive
alle situazioni problematiche», prosegue la lettera, «aggraverà di molto la condizione della presenza degli stranieri fino alla negazione della presenza di bambini che nasceranno da coppie o madri sole non regolari».

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