Famiglia

Immigrati, Caritas Gorizia chiude accoglienza

La linea dura degli Interni trasferisce di fatto sui volontari compiti di polizia giudiziaria.

di Giampaolo Cerri

La Caritas non fornisce secondini. La protesta parte da Gorizia: “Non vogliamo fare i carcerieri dei clandestini, tra l’altro in assenza del reato di clandestinita”‘ hanno fatto sapere in un comunicato 120 volontari della Caritas dell’arcidiocesi giuliana. Sospenderanno da domani l’assistenza agli immigrati irregolari che rintracciati sul confine nordorientale dalle forze di polizia vengono accolti per qualche giorno in un centro messo a disposizione dalla Chiesa Goriziana prima che siano accompagnati a Bari, dove rimarranno circa un mese in attesa dei riscontri per il decreto di espulsione o il riconoscimento di rifugiati politici. Operazioni, queste, che fino al 31 luglio venivano svolte a Gorizia.
“Dal 1 agosto, il nostro centro di accoglienza si è trasformato di fatto in una prigione – commenta Bernardo De Santis, a nome dei volontari -, l’esatto opposto di quello che vorrebbe essere. Per questo noi non vogliamo più starci”. Questo pomeriggio i volontari avranno un incontro con l’arcivescovo Dino De Antoni che condivide il loro disagio, ma che è preoccupato per il fatto che i clandestini rimangono senza un minimo di assistenza. Verrebbero, infatti, trasferiti nella caserma Massarelli di Gorizia, dove, pero’, mancano interventi adeguati. Dal febbraio scorso, il Centro della Caritas ha aperto le porte a 4.500 irregolari, la maggior parte dei quali, una volta ricevuto il decreto di espulsione, ha raggiunto parenti o amici in altri paesi europei.
“L’invio a Bari per delle pratiche burocratiche – puntualizza De Santis -, con un agente di polizia a fare la guardia ogni immigrato, rischia di diventare un accanimento sul piano umano per tanti aspetti incomprensibile”. Col primo agosto sono arrivati a Gorizia 210 agenti in più ai 300 in organico alla questura. La metà dei nuovi arrivati fa servizio sul confine, l’altra parte è addetta all’accompagnamento. L’intento del governo, come hanno fatto capire i ministri Scajola e Bossi a margine della recente visita a Gorizia, è quello di scoraggiare le organizzazioni malavitose che gestiscono il mercato dei clandestini. Proprio a Trieste sono stati arrestati, nelle ultime ore, 6 passeur, di cui un italiano di Vercelli, che avrebbero introdotto in Italia non meno di 20 mila clandestini, attraverso una rete organizzativa che faceva capo all’aeroporto di Sarajevo.
A Gorizia, intanto, gli ultimi clandestini fermati sono 32, tra cui un algerino scappato dal suo paese dopo che un gruppo di integralisti gli avrebbe – a suo dire – massacrato la famiglia. “A meno di una svolta, questi sono gli ultimi clandestini di cui ci prenderemo cura al centro della Caritas”, precisa De Santis.

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