Cultura
Immigrazione: Ecco la Carta dei valori
Presentata oggi al Viminale dal ministro dell'Interno, Giuliano Amato la Carta dei valori dell'integrazione e della cittadinanza.
di Redazione
Centralita’ della persona umana, uguaglianza dei diritti tra uomo e donna, rispetto della liberta’ religiosa e della laicita’ di Stato e istituzioni. Ma anche un no deciso alla poligamia, e il riconoscimento della famiglia come “societa’ naturale fondata sul matrimonio”. Sono questi i punti cardine della Carta dei valori dell’integrazione e della cittadinanza, presentata oggi al Viminale, durante una conferenza stampa col ministro dell’Interno, Giuliano Amato. Il documento, pensato inizialmente come un testo rivolto solo ai membri della Consulta islamica, e’ stato poi allargato successivamente a tutte le religioni, e elaborato da una commissione scientifica di 5 esperti, nominati dal ministero e operativa dall’ottobre scorso. Relatori del testo sono stati Khaled Fouad Allam, deputato Dl e sociologo dell’Islam, Roberta Aluffi Beck Peccoz, docente islamologa, Carlo Cardia, Adnane Mokrani e Francesco Zannini. “La Carta dei valori- spiega Cardia, coordinatore della commissione scientifica- e’ saldamente e totalmente ancorata alla Costituzione e ai trattati internazionali, ma non e’ un testo giuridico”. L’idea di integrazione fatta propria dal documento e’ “fatta dal dare diritti e doveri a cittadini e immigrati, ma senza lasciare zone franche o poteri alternativi rispetto allo stato italiano”. Dunque, alla base del testo c’e’ una “visione personalista e solidale che e’ base necessaria di ogni forma di integrazione”. Soprattutto, nella Carta, si afferma chiaramente, sottolinea Cardia, che “per ottenere la cittadinanza occorre conoscere la lingua italiana e i principi che sono alla base della nostra societa’”. E un’attenzione particolare e’ dedicata al problema della salvaguardia dei diritti delle donne: “La famiglia di cui parla la Carta- sottolinea Cardia- e’ a struttura rigidamente monogamica. Dobbiamo evitare alle donne l’umiliazione della poligamia che e’ vietata sia in Italia che in Europa, ma anche la possibilita’ che siano costrette a contrarre matrimoni forzati, o costrette a fare qualcosa contro il loro volere”. Nel documento viene affrontato anche il problema del velo: “E’ scritto chiaramente- spiega lo studioso- che in Italia non si pongono restrizioni all’abbigliamento delle persone, purche’ sia liberamente scelto e non lesivo della dignita’ della persona”. Certo, “e’ chiaro che si dice no a qualsiasi copertura totale del volto, perche’ in questo modo si ostacola la possibilita’ della socializzazione e ci sono problemi di sicurezza”. Cardia spiega che nel documento sono esplicitamente citate le parole che vanno contro l’integrazione, come “l’antisemitismo o il totalitarismo”, e sono ribaditi anche “l’impegno dell’Italia a favore della pace e contro il terrorismo”. Secondo il ministro dell’Interno, Giuliano Amato, il documento e’ un “passo molto importante per dire no ad un multiculturalismo acritico, e si’ a un multiculturalismo con principi vincolanti”. E ora “e’ importante passare alla fase dell’adesione e della diffusione del testo”.
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