Welfare

IMMIGRAZIONE. Lombardia, la regione più multietnica d’Italia

Dossier immigrazione 2008. Davanzo: «L’ integrazione parta dalla scuola»

di Redazione

La Lombardia si conferma la prima regione italiana per presenza di immigrati regolari. E la provincia di Milano diventa la prima provincia in Italia, superando quella di Roma. In regione, i romeni balzano dal terzo al primo posto tra le comunità etniche più numerose. Cresce anche il numero degli alunni extracomunitari. Nelle scuole della Lombardia ormai un bambino su 10 è straniero, il doppio rispetto alla media italiana.
Sono questi gli aspetti più salienti che emergono dall’analisi dei dati regionali del Dossier statistico immigrazione 2008 di Caritas Italiana e Fondazione Migrantes, presentato oggi a Milano.
Con 953 mila cittadini stranieri, il 23,9% del totale nazionale, anche nel 2007 la Lombardia è la prima regione italiana per numero di immigrati regolarmente soggiornanti. L’etnia più rappresentata diventa quella romena (95.698), grazie ad un
incremento del 70%, effetto evidente dell’ingresso della Romania nell’Unione europea il primo gennaio del 2007. L’afflusso di cittadini romeni riguarda tuttavia più le province lombarde che il capoluogo dove mantengono il loro primato i filippini (28.020 pari al 15,9%) seguiti da egiziani (22.946, 13%), cinesi (14.723, 8,4%), peruviani (14.063, 85) ed ecuadoregni (12.343, 7%).
Considerevole è anche la crescita degli alunni stranieri nelle scuole lombarde, le più multietniche d’Italia. Sebbene, infatti, negli ultimi 18 anni in Lombardia l’aumento della
popolazione scolastica non di origine italiana sia cresciuta meno che nel resto del Paese, dove è quadruplicata arrivando a 572.621 individui, è proprio la Lombardia ad avere nelle proprie classi il maggiore numero di figli di immigrati (137.444). Se, infatti, oggi in Italia circa un alunno su 20 non ha la cittadinanza italiana, nella nostra regione uno su 10 è di origine straniera. Significativo il caso di Mantova che con il 15,4% rappresenta la provincia con l’incidenza di studenti stranieri, rispetto al totale della popolazione scolastica, più alta in Italia.
«Questi numeri mettono in particolare noi lombardi – politici, amministratori pubblici, imprenditori, esponenti della società civile e del mondo ecclesiale – di fronte ad una precisa responsabilità: quella di compiere tutti gli sforzi possibili per integrare i nuovi cittadini che arrivati da altri Paesi convivono con noi, nei nostri quartieri, nelle nostre fabbriche», ha commentato don Roberto
Davanzo, direttore di Caritas Ambrosiana. «E dal momento che la scuola esercita una funzione importante sotto questo aspetto soprattutto per le nuove generazioni, è proprio dalla scuola che bisognerebbe partire», ha continuato don Davanzo.
«La questione posta in questi giorni è seria e va dunque affrontata senza furori ideologici né da una parte né dall’altra». In ogni caso la prima attenzione è quella di non lasciare la scuola sola ad affrontare questi cambiamenti. Bisogna offrire gli strumenti utili per seguire anche gli stranieri in condizione di svantaggio, fornendo adeguate risorse. Ciascuno deve fare la propria parte. Noi come chiesa la facciamo».

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