Famiglia

Imprese “rosa: in Italia sono quasi 1,2 milioni

Le aziende guidate da donne si trovano soprattutto al Sud, con il primato del Molise

di Redazione

Sono 1.174.543, pari al 23,5% delle imprese attive in Italia (4.995.738), collocate soprattutto nella fascia della micro-impresa e in forma di ditte individuali, prevalgono al Sud, con il primato del Molise, e nei settori del commercio e dell’agricoltura: sono le aziende guidate dalle donne secondo il primo rapporto nazionale sulle imprese femminili realizzato da ministero delle Attivita’ produttive e Unioncamere, con il contributo di AsseforCamere (dati al 30 dicembre 2003), e presentato oggi a Roma nel convegno ”Impresa (in) genere”. Nonostante una burocrazia giudicata ”troppo pesante”, un rapporto ”problematico con il credito”, pregiudizi e scetticismo ancora diffusi, il segreto del successo delle donne imprenditrici – secondo l’indagine qualitativa che ha affiancato quella quantitativa – è la convinzione di ”potercela fare”, il forte desiderio di autonomia, la capacità di ricorrere alla famiglia, l’attitudine ad andare incontro al cliente, e accettare le sfide del mercato. Secondo l’analisi, le imprese ‘in rosa’ hanno in larga parte (94,6% del totale) la donna come titolare della ditta individuale. Solo il 4,7% puo’ essere definito a ‘forte controllo’ femminile (con quote superiori al 60% o a 2/3 del capitale sociale), mentre lo 0,7% e’ a ‘conduzione maggioritaria’ se il controllo si attesta sopra il 50%. Nel 73,9% dei casi (867mila imprese) la forma giuridica scelta per le imprese guidate da donne e’ la ditta individuale; meno diffuse le societa’ di capitali (5,3%). Il numero maggiore di imprese femminili e’ concentrato nel Mezzogiorno con oltre 303mila unita’ (25% del totale nazionale), che salgono a 433mila (36,8%) se si includono le isole. Nella classifica, seguono il nord ovest (24,7%), il centro (19,6%) e il nord est (18,8%). Fra le Regioni, la ”piu’ femminile” dal punto di vista imprenditoriale e’ il Molise (33.187 imprese in totale di cui 10.727 femminili, 32,3%) mentre la Lombardia (con 153.755 imprese femminili su un totale di 771.801) e l’Emilia Romagna (82.695 su 415.251) sono agli ultimi posti. Il peso maggiore sul totale nazionale delle imprese e’ pero’ della Lombardia (13,1%), seguita dalla Campania (con 122.100 unita’, pari al 10,4%) e dal Piemonte (97.049 imprese, pari all’8,3%). Oltre 55 imprese su cento operano nel commercio e nell’ agricoltura e complessivamente, spiega lo studio, il 91,6% e’ impegnato in soli sei settori di attivita’: oltre questi due, quelli manifatturiero (10,6%), delle attivita’ immobiliari (9,5%) e altri servizi pubblici, sociali e personali (8,9%). Le donne avviano un’impresa soprattutto sulla base del convincimento delle proprie specifiche competenze (54,8%) e per realizzare un sogno avuto da sempre (41,3%), ma incontrano ostacoli per il reperimento del capitale, l’acquisizione di clienti e la mancanza di servizi. Al successo (per il 44,7% delle intervistate) contribuisce molto la capacita’ di assumersi responsabilita’. Nelle imprese femminili, inoltre, c’e’ un atteggiamento di maggiore collaborazione e si delega di piu’ alle donne. Se da un lato la realizzazione dell’impresa appaga le donne, dall’altro deve pero’ potersi conciliare con la vita privata. Infine, la qualita’ del servizio (61,2%) e l’assistenza al cliente (33,0%) sono punti di forza per l’imprenditoria femminile, che sceglie strategie di sviluppo compatibili con la salvaguardia e la valorizzazione dell’ambiente.

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